Gas, spinta rialzista dopo la sospensione di Nord Stream 2

Alberto Battaglia
17.11.2021
Tempo di lettura: 5'
Per la Russia non è uno stop politicizzato e la società si adeguerà alle richieste di Berlino; ma in meno di due giorni il gas è salito del 27%

L'autorità di regolamentazione per l'energia tedesca ha chiesto alcuni provvedimenti alla società Nord Stream 2, che gestirebbe il nuovo gasdotto che unisce Russia e Germania attraverso il Mar Baltico

La notizia potrebbe allungare i tempi dell'approvazione del controverso progetto, che accrescerebbe l'influenza strategica della Russia sul continente europeo

Nel frattempo, le nuove forniture di gas provenienti dal gasdotto difficilmente inizieranno a fluire in tempi utili per bilanciare il deficit delle scorte europee

La battuta di arresto nell'approvazione del gasdotto Nord Stream 2 ha provocato un deciso rincaro nei future di riferimento per il gas naturale europeo, con un incremento superiore al 27% fra lunedì 15 novembre e la tarda mattinata di mercoledì 17 novembre. Martedì, l'autorità tedesca per la regolamentazione dell'energia ha richiesto alla società Nord Stream 2, registrata in Svizzera, di trasferire verso la sua sussidiaria tedesca la maggioranza degli asset e del personale. Finché questo non sarà avvenuto l'iter di approvazione del progetto, ultimato lo scorso settembre, non potrà proseguire. E' un ostacolo di tipo giuridico che ritarda i tempi per l'entrata in funzione del nuovo gasdotto che collega Russia e Germania attraverso il Mar Baltico, considerato come un tassello fondamentale della politica estera russa. Il flusso di Nord Stream 2, infatti, accrescerebbe la dipendenza europea dalle forniture di gas provenienti da Mosca, incrementandone l'influenza politica sul continente. Per questa ragione, gli Stati Uniti sono sempre stati contrari alla realizzazione dell'opera.

Nelle scorse settimane, uomini-chiave del Cremlino avevano indicato la rapida approvazione di Nord Stream 2 come un fattore in grado di stabilizzare i prezzi del gas, che a inizio ottobre avevano raggiunto i massimi storici. Secondo la Commissione europea, Mosca non starebbe facendo quanto sarebbe in suo potere per incrementare l'offerta di gas sul mercato “spot” e, dunque, per raffreddare i prezzi – l'obiettivo di questa condotta sarebbe proprio forzare la mano per accelerare l'approvazione di Nord Stream 2.

Il presidente russo, Vladimir Putin, a inizio ottobre aveva negato che il suo Paese stesse strozzando l'offerta di gas verso l'Europa, dicendosi pronto a intervenire per incrementare ulteriormente le forniture. Da allora, i prezzi del future Ttf olandese (il benchmark del settore) erano rientrati dai massimi storici rientrando da quota 116 euro (5 ottobre) a 64 euro (29 ottobre). Prima della sospensione di Nord Stream decisa dalle autorità tedesche (15 novembre) i prezzi erano intorno agli 80 euro, al momento (17 novembre) si trovano a quota 98.
Mercoledì mattina il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha commentato le decisioni delle autorità tedesche escludendo “assolutamente” che siano state dettate da considerazioni politiche. “In questo caso ci sono davvero dei protocolli, delle norme della normativa europea al riguardo. E la società esercente è pronta a soddisfare tutti i requisiti della normativa vigente per poter lanciare al più presto questo importante progetto per tutti", ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa ripresa dall'agenzia russa Tass. "La certificazione di Nord Stream 2 è un processo piuttosto complicato, era chiaro fin dall'inizio”, ma “ieri abbiamo assistito a una reazione abbastanza rapida da parte di Nord Stream 2: verrà creata una nuova società per adempiere ai requisiti", indicati dalle autorità, ha aggiunto il portavoce di Putin.

Peskov ha sostenuto che la crisi energetica in Europa non sarebbe collegata all'attuazione del progetto Nord Stream 2: "Anche se si tratta di due processi nella stessa area”, ha dichiarato, la crisi energetica e Nord Stream 2 “non sono interdipendenti".

Che lo stop momentaneo a Nord Stream 2 potesse essere politicizzato, data la posta in gioco sullo scacchiere internazionale, non è sembrata sulle prime un'ipotesi così improbabile. Solo un giorno prima, lunedì 15 novembre, il premier britannico Boris Johnson aveva affermato che la scelta sul nuovo gasdotto che collega Russia e Germania attraverso il Mar Baltico è "tra l'incanalare sempre più idrocarburi russi in nuovi giganteschi gasdotti e il difendere l'Ucraina, sostenendo la causa della pace e della stabilità". Nord Stream 2, infatti, andrebbe a marginalizzare l'attuale gasdotto che passa dall'Ucraina, che la Russia ritiene per sé “economicamente svantaggioso”.

Il regolatore tedesco ha dichiarato che la decisione sull'autorizzazione di Nord Stream 2 sarà presa "entro il periodo residuo dai quattro mesi previsti dalla legge", ovvero entro l'8 gennaio 2022. La questione, in seguito, sarà esaminata dalla Commissione europea, che a sua volta avrà a disposizione due mesi per dare il suo responso.

I 55 miliardi metri cubi di gas che Nord Stream 2 potrebbe veicolare verso il continente europeo, dunque, difficilmente arriveranno in tempi utili per moderare gli squilibri presenti sul mercato energetico in vista dell'inverno. Secondo Celsius Energy, le scorte europee di gas si trovano attualmente al di sotto del 21% rispetto alla media storica degli ultimi cinque anni; un deficit che arriva al 25% in Germania e al 39% in Olanda. Gli elementi per aspettarsi prezzi sostenuti sul mercato del gas ancora per diverso tempo sembrano esserci tutti.
Responsabile per l'area macroeonomica e assicurativa. Giornalista professionista, è laureato in Linguaggi dei media e diplomato in Giornalismo all'Università Cattolica

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