Nel 2° anno di realizzazione del piano d’impresa 2022-25, Intesa Sanpaolo ha superato gli obiettivi previsti a fine 2025
La banca prevede un significativo ritorno cash per gli azionisti
Nessuna acquisizione in vista
L’anno migliore di sempre: si è chiuso così il 2023 per il gruppo Intesa Sanpaolo, che ha registrato risultati da record e si aspetta che i ricavi continuino a crescere ancora di più nel 2024, grazie a un ulteriore aumento degli interessi netti e a una crescita delle commissioni e dell’attività assicurativa.
A dirlo è stato il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, che – commentando i dati del 2023 – ha spiegato che, nel 2° anno di realizzazione del piano d’impresa 2022-25 la banca ha superato gli obiettivi previsti a fine 2025.
“Il nostro è un modello unico – ha dichiarato – la profittabilità elevata e sostenibile trae forza dalla consolidata leadership commerciale delle divisioni al servizio di famiglie e imprese, dalla significativa componente del wealth management and protection, con circa 100 miliardi di attività finanziarie della clientela identificate per alimentare la crescita del risparmio gestito agevolata dal calo dei tassi di interesse, dall’offerta digitale tecnologicamente avanzata, dalla gestione delle attività internazionali improntata all’efficienza e dalla nostra condizione di banca “Zero Npl”.
I principali risultati di Intesa Sanpaolo nel 2023
“Con 7,7 miliardi di euro di risultato netto nel 2023 (in crescita del 76% rispetto ai 4,3 miliardi del 2022, ndr), la banca ha registrato il miglior anno di sempre. Questo miglior risultato netto di sempre, accompagnato da una patrimonializzazione elevata, sta portando a una distribuzione del valore elevata e sostenibile”, ha spiegato Messina. Da rilevare che considerando i 300 milioni impegnati nel 2023 nel progetto per il sociale, l’utile netto del gruppo arriva a sfiorare gli 8 miliardi di euro.
Il rapporto cost/income di 45,1%, risulta tra i migliori in Europa (media dei concorrenti al 54,2%).
“Abbiamo già identificato circa 100 miliardi di asset che potranno essere trasformati in asset under management. Quando vediamo un’opportunità la prendiamo, lo abbiamo sempre fatto e lo faremo anche per la crescita del wealth management, specialmente nel futuro scenario di riduzione dei tassi”, ha aggiunto il ceo.
Il ritorno per gli azionisti di Intesa Sanpaolo
La banca prevede un significativo ritorno cash per gli azionisti. Intesa Sanpaolo proporrà all’assemblea dividendi complessivi per 5,4 miliardi di euro (2,6 miliardi di acconto dividendi 2023 pagato a novembre 2023 e una proposta di 2,8 miliardi di saldo dividendi 2023 da pagare a maggio 2024) ai quali si somma l’intenzione di eseguire un buyback di circa 55 centesimi di punto di Common equity tier 1 ratio (Cet 1 ratio) da avviare a giugno 2024 una volta approvato dalla Bce e dall’assemblea.
«La nostra banca risulta la prima in Europa per dividend yield”, ha spiegato Messina, sottolineando che “circa il 40% dei dividendi è destinato alle famiglie italiane e alla fondazioni nostre azioniste, consentendo importanti interventi di carattere sociale nei territori di appartenenza”.
Le previsioni di Intesa Sanpaolo per gli anni 2024 e 2025
“Nel panorama europeo, e questa è la mia opinione guardando anche ai peer degli
altri Paesi, siamo in una posizione unica per avere una crescita del margine d’interesse, un
contributo significativo dalle hedging facility, delle commissioni e dell’insurance. Rimaniamo in una
situazione di significativa forza anche in vista di un calo dei tassi: in qualunque scenario i nostri
ricavi, se i tassi resteranno nella gamma del 3%, continueranno a crescere. E intanto stiamo
lavorando anche sulla base dei costi. Le uniche aree in cui vediamo un aumento è la parte
tecnologica, con gli investimenti che stiamo facendo”, ha spiegato Messina, che ha precisato – in ogni caso – che la banca è “pienamente preparata ad avere successo in futuro – anche con tassi in calo – grazie ad un modello di business ben diversificato e resiliente”.
Tutto ciò porta a prevedere un risultato netto superiore a 8 miliardi di euro nel 2024 e 2025, con un dividend yield all’11% nel 2024-2025.
Intesa ha un modello di business ben diversificato per avere successo in ogni scenario di tassi grazie a un forte contributo del wealth management e protection (in media 56% del risultato corrente lordo negli ultimi sei anni).
Il ruolo della tecnologia per il gruppo Intesa Sanpaolo
La tecnologia è un ulteriore fattore chiave di successo, con la nuova piattaforma tecnologica nativa cloud, i canali digitali di Isybank e Fideuram Direct e le soluzioni di intelligenza artificiale che ci si attende apportino al risultato corrente lordo 2025 circa 500 milioni aggiuntivi, non previsti nel piano di impresa 2022-2025.
Messina ha poi aggiunto: “Isytech è il vero driver per raggiungere tutti i target di efficienza previsti nel percorso tecnologico di Intesa Sanpaolo. La piattaforma sta viaggiando nella giusta direzione e crediamo di poter accelerare ancora nella sua implementazione in tutto il gruppo”.
Quanto a Isybank, il ceo ha precisato: “Stiamo aspettando ancora delle risposte da parte di alcuni clienti sul trasferimento da Intesa (oggi obbligatorie, ndr.). Questi si sommeranno ai 300 mila già trasferiti. Cresce anche il numero di quelli provenienti da altre banche. In totale, ci aspettiamo di avere un afflusso positivo di clienti a Isybank, il numero esatto lo daremo nella prossima presentazione. In ogni caso isytech è già pronta per raggiungere il target prefissato”.
Differenze tra Intesa Sanpaolo e Unicredit
Durante la conferenza stampa, a chi chiedeva perché Intesa Sanpaolo nel 2023 avesse effettuato un miliardo di rettifiche sui crediti in più di Unicredit, Messina ha risposto: “Di certo Intesa fa in un trimestre le rettifiche che Unicredit e anche altre banche fanno in tutto l’anno. Ma la nostra filosofia è che negli anni in cui ci sono utili molto elevati le rettifiche vanno tenute a un livello molto sostenuto”, spiegando che i “30 punti base sono un livello corretto di costo del credito al di sotto del quale non è opportuno scendere”.
Acquisizioni in vista per Intesa Sanpaolo?
Interpellato infine su una crescita per linee esterne, il ceo ha risposto: “Purtroppo non possiamo guardare in Italia”. Precisando: “Il campo di gioco perfetto per noi è l’Italia dove abbiamo già dimostrato di essere in grado di fare operazioni che creano valore per azionisti, dipendenti, territori, ma abbiamo un problema legato alla dimensione della banca e alle quote di mercato. Anche se teoricamente alcuni target potrebbero far parte di una strategia di possibile crescita esogena, ci troveremmo a fare acquisizioni in cui l’80% di quello che compriamo dovremmo poi rivenderlo”.
Quanto all’estero, Messina ha poi puntualizzato: “Al di fuori dell’Italia oggi non abbiamo target possibili. Il settore di interesse è il wealth management, ma i prezzi sono molto alti, esistono goodwill e non saremmo in condizione di creare valore per i nostri investitori”. L’ad ha ricordato che Intesa ha già individuato internamente 100 miliardi di asset che potranno essere trasformati in wealth management e “questo vale più di qualsiasi acquisizione che potremmo pensare di fare nel prossimo anno”.
Il rinnovo dei vertici di Intesa Sanpaolo nel 2025
L’anticipo dell’uscita da parte di Francesco Profumo dalla Compagnia di San Paolo “ha indubbiamente portato una grande attenzione su considerazioni sul prossimo presidente di Intesa Sanpaolo, ma per Intesa Sanpaolo credo che Gian Maria Gros-Pietro stia facendo un lavoro eccellente come presidente di questa banca”, ha dichiarato Messina, che si è detto “disponibile” a voler continuare.