Sviluppare strategie di management innovative, mantenere la propria posizione competitiva e incrementare l’efficienza operativa: sono questi i tre obiettivi principali che guidano l’utilizzo dell’Ia da parte dei gestori italiani
Sette Sgr su otto avevano dichiarato (al momento dell’indagine, condotta nel luglio 2021) di aver attualmente in uso sistemi di Ia da almeno un anno
La maggioranza, fra alcune delle maggiori Società di gestione risparmio italiane, ha già sperimentato sul campo l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (Ia) con tre obiettivi principali: sviluppare strategie di management innovative, mantenere la propria posizione competitiva e incrementare l’efficienza operativa. Nella metà dei casi lo hanno fatto anche per migliorare le performance del processo di investimento.
Sono alcune delle evidenze emerse dal nuovo rapporto realizzato dalla Consob in collaborazione con il Comitato Digital Finance dell’Assogestioni, sul grado di utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale nell’asset management. Lo studio si è avvalso di un sondaggio condotto su otto Sgr appartenenti a gruppi che rappresentano oltre il 60% delle masse gestite in Italia al primo trimestre 2022.
Sette Sgr su otto avevano dichiarato (al momento dell’indagine, condotta nel luglio 2021) di aver attualmente in uso sistemi di Ia da almeno un anno; in cinque casi almeno tre anni e in un singolo caso da almento cinque anni.
“L’utilizzo di sistemi di Ia si riferisce nella maggior parte dei casi (cinque Sgr su sette) alla gestione di fondi UCITs e, a seguire, al servizio di consulenza in materia di investimenti (tre casi)”, ha notato la Consob. Più nel dettaglio, l’ambito di maggiore utilizzo dell’Ia, quello del processo di investimento, applica le nuove tecnologie “sia nella fase di allocazione strategica, ossia nella scelta degli investimenti e nell’ottimizzazione dei portafogli con una visione di lungo periodo, sia nella fase di allocazione tattica, ossia per i ribilanciamenti di portafoglio connessi a dinamiche di breve periodo”.
Per due società su otto l’Ia è uno strumento anche per migliorare le valutazioni sulla sostenibilità delle aziende “in particolare per la verifica e l’analisi dei dati e delle informazioni contenuti nella rendicontazione di sostenibilità… e per la verifica della coerenza degli investimenti rispetto alla strategia volta all’integrazione dei fattori Esg nella propria politica di investimento”.
Per svolgere questi compiti le tecnologie più utilizzate dalle Sgr intervistate “sono il Machine Learning e le Advanced Analytics Tecniques, che trovano (quasi sempre) applicazione in tutte le fasi del processo di investimento; seguono le tecnologie di Robotic Process Automation e Natural Language Process, mentre risultano meno diffuse le applicazioni di sentiment analysis”. Nella gran parte dei casi si tratta di tecnologie in parte sviluppate internamente, in parte da soggetti esterni all’azienda: un approccio giustificato, in sei casi su otto, per “la presenza di tempi di ingegnerizzazione e implementazione troppo lunghi”.
“I gestori riconoscono nello sviluppo di sistemi di Ia una priorità strategica per i benefici attesi in termini di innovazione delle strategie di gestione, mantenimento della posizione competitiva e incremento dell’efficienza operativa”, hanno dichiarato Nadia Linciano (responsabile ufficio studi Consob e Roberta D’Apice (direttore affari legali, Assogestioni), “tutte le società partecipanti all’indagine ritengono che nei prossimi cinque anni i sistemi di Ia troveranno crescente applicazione nell’ambito delle diverse fasi del processo di investimento. In prospettiva, i gestori riconoscono la necessità di una stringente supervisione umana sui processi decisionali basati sull’utilizzo di sistemi di Ia, sebbene le funzioni di controllo e le procedure di governance degli algoritmi sottostanti e dei dati utilizzati siano ancora in fase evolutiva”.