L’incentivo “Imprese dell’economia sociale” si rivolge a quattro categorie di beneficiari: imprese sociali, cooperative sociali (e i loro consorzi), società cooperative con qualifica di onlus, e imprese culturali e creative
I programmi d’investimento possono prevedere spese (al netto dell’Iva) non inferiori a 100mila euro e non superiori ai 10 milioni. Inoltre, dovrebbero avere un effetto positivo sul territorio
Parte il nuovo countdown per le imprese sociali, culturali e creative: dalle ore 12 del 13 ottobre riaprirà lo sportello per la presentazione delle domande di accesso agli incentivi volti a “promuovere e rafforzare attività imprenditoriali che puntino a raggiungere obiettivi di particolare interesse pubblico su tutto il territorio nazionale”, come dichiarato dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Una misura che può contare su un tesoretto di circa 200 milioni di euro. E che finanzia programmi d’investimento che prevedano spese non inferiori ai 100mila euro e non superiori ai 10 milioni.
Imprese dell’economia sociale: a chi si rivolge
L’incentivo “Imprese dell’economia sociale” si rivolge a quattro categorie di beneficiari: imprese sociali, cooperative sociali (e i loro consorzi), società cooperative con qualifica di onlus, e imprese culturali e creative costituite in forma di società di persone o di capitali. Le domande di accesso alla misura agevolativa possono essere presentate anche in forma congiunta per un massimo di sei soggetti co-proponenti. I programmi d’investimento, come anticipato in apertura, devono in ogni caso prevedere spese (al netto dell’Iva) non inferiori a 100mila euro e non superiori ai 10 milioni. Inoltre, devono avere un effetto positivo sul territorio, puntando su almeno uno dei cinque obiettivi previsti:
- favorire l’occupazione di soggetti appartenenti a categorie svantaggiate;
- favorire l’inclusione sociale di soggetti vulnerabili;
- mirare alla valorizzazione e alla salvaguardia dell’ambiente, alla rigenerazione urbana e al turismo sostenibile ma anche alla sostenibilità ambientale dell’attività d’impresa (per esempio attraverso la decarbonizzazione, il riuso di materiali riciclati o una minore produzione dei rifiuti);
- mirare alla salvaguardia e alla valorizzazione dei beni storico-culturali o a finalità culturali e creative o di utilità sociale.
Le spese agevolabili possono invece riguardare le immobilizzazioni materiali e immateriali riguardanti il suolo aziendale e le sue sistemazioni; fabbricati, opere edili e murarie, incluse le ristrutturazioni; infrastrutture specifiche aziendali; nuovi macchinari, impianti e attrezzature; programmi informatici, brevetti, licenze, know-how e conoscenze tecniche non brevettate riguardanti nuovi prodotti o nuovi processi produttivi.
Agevolazioni e scadenze da segnare in agenda
Le imprese potranno accedere a un finanziamento della durata massima di 15 anni al tasso annuo dello 0,5%. “Al finanziamento agevolato deve essere associato un finanziamento bancario, a tasso di mercato e di pari durata, erogato da una banca finanziatrice individuata dall’impresa”, spiega il Mise in una nota. “Il finanziamento agevolato e il finanziamento bancario sono regolati in modo unitario da un unico contratto di finanziamento, per una percentuale di copertura delle spese ammissibili che può raggiungere l’importo massimo dell’80%. Nell’ambito del contratto di finanziamento, una quota pari al 30% del finanziamento è costituita dal finanziamento bancario e la restante parte, pari al 70%, è costituita dal finanziamento agevolato; il finanziamento agevolato consente, pertanto, una copertura delle spese ammissibili per un importo massimo del 56%”. Le richieste potranno essere presentate (a seguito della stipula di una convenzione tra ministero, Associazione bancaria italiana e Cdp) a partire dalle ore 12 del 13 ottobre tramite posta elettronica certificata e dovranno essere sottoscritte dal legale rappresentante dell’impresa o da un suo procuratore attraverso firma digitale.