Alla trentesima edizione del Forum di Scenari Immobiliari è stato presentato l’European Outlook 2023
In Europa nel 2022 il fatturato cresce del dieci per cento, con prezzi in salita spinti dall’inflazione. In Italia fatturato a 139 miliardi di euro (+9,9%)
L’avversa congettura macroeconomica occorsa negli ultimi mesi non è stata sufficiente a fermare il mercato immobiliare europeo, che ha chiuso il 2022 con un fatturato in aumento del 10%. Anche in Italia l’industria del mattone è in salute: sebbene siano calate le transazioni residenziali del 5,3% a 710 mila unità, il fatturato per l’anno in corso ha raggiunto quota 140 miliardi di euro (+9,9%). E le previsioni per il 2022 sono molto positive, con l’Italia al secondo posto in Europa per aspettativa di crescita (+6,5%). È quanto emerso dalla presentazione dell’European Outlook 2023, con cui si è aperta la trentesima edizione del Forum di Scenari Immobiliari.
Positiva la logistica, cala il residenziale
La solidità dei mercati immobiliari nei principali Paesi europei, rispetto allo scenario congiunturale futuro, previsto in calo e ancora carico di incertezza, viene confermata dalle previsioni sui fatturati delle cinque principali nazioni (Germania, Francia, Spagna, Italia e Regno Unito compreso). Nella media dei cinque principali Paesi la crescita nel 2022 è stimata del 12,1 per cento rispetto al 2021; allargando ai 28 Paesi della Ue la media del fatturato generato a fine 2022, si stima un incremento rispetto all’anno precedente del 9,9 per cento.
Un contributo importante alla crescita dei fatturati globali in termini di valore arriva dalla variazione positiva dei prezzi registrata quest’anno a cui ha evidentemente contribuito l’aumento dell’inflazione degli ultimi mesi. Nel comparto residenziale si prevede che a fine anno i prezzi delle case nei cinque Paesi più industrializzati registreranno un aumento medio del 4,5 per cento, mentre la stima per l’anno successivo è fissata al +6,5 per cento medio annuo.
Sul fronte delle transazioni immobiliari residenziali, l’Italia dopo l’eccezionale performance del 2021, si prevede che chiuderà già in leggero calo il 2022 con una diminuzione degli scambi del 5,3 per cento, attestandosi sulle 710mila compravendite. Per il 2023 si prevede una ulteriore discesa che dovrebbe comunque restare inferiore ai 6 punti percentuali e circa 670mila compravendite.
Il comparto retail continua ad offrire un quadro piuttosto travagliato sul fronte dei prezzi che nel 2022 registrano una crescita dello 0,8 per cento anno, mentre la previsione per il 2023 è di un aumento del 4,3 per cento. Segnali positivi per il comparto retail arrivano dagli investitori che nella prima parte dell’anno corrente hanno aumentato, rispetto al primo semestre 2021, del 31per cento i loro volumi giungendo a un totale di 10,3 miliardi di euro.
Per quanto riguarda il comparto della logistica, le previsioni sulla chiusura del 2022 sono positive anche se più prudenti rispetto agli anni passati. Nella media generale i valori dovrebbero aumentare del 2,9 per cento rispetto all’anno scorso, mentre per il 2023 si prevede un aumento di un punto percentuale in più rispetto a quest’anno.
Per il 2023, scenario più difficile
Presentando l’European Outlook 2023, Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari ha così commentato: “Quest’anno il Forum raggiunge un risultato importante, con oltre 450 partecipanti, 50 relatori e oltre 10 aziende innovative che si presentano al mercato. La partecipazione così significativa è anche un indicatore della trasformazione del mercato con la presenza di tanti soggetti nuovi e innovativi. Un mercato che sta vivendo una fase delicata, all’interno di uno scenario economico che sta affrontando una vera e propria tempesta perfetta – tra guerra, inflazione, post pandemia e crisi politica – scoppiata nel 2022 e che realisticamente continuerà nel 2023. Per attraversare questo mare i marinai esperti sanno che devono navigare di bolina, con un’andatura a zig-zag per risalire il vento. Un’immagine particolarmente adatta a descrivere la situazione attuale del real estate mondiale. Dopo due anni particolarmente positivi, le aziende del real estate sono strutturate e con notevoli capacità finanziarie, la forza della domanda è ancora robusta perché basata su innovazione di prodotto e non speculativa, ma le condizioni esterne sono invece negative e cercano di far cambiare direzione al mercato. È il momento di una navigazione più difficile, con skipper esperti e con attenzione a scegliere le direzioni giuste. Ma ogni tempesta è destinata a esaurirsi”.