Le famiglie italiane hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 11.172 milioni di euro nel primo trimestre 2019, con erogazioni in crescita dell’1,2% rispetto allo stesso trimestre del 2018
C’è un crescente interesse degli investitori internazionali verso il mercato immobiliare italiano
Secondo i dati riportati nel report Banche e istituzioni finanziarie – I trimestre 2019 pubblicato da Bankitalia a fine giugno, le famiglie italiane hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 11.172 milioni di euro nel primo trimestre 2019, con erogazioni in crescita dell’1,2% rispetto allo stesso trimestre del 2018.
E le attese per i prossimi mesi sono positive per il settore. “Attualmente, visti i prezzi degli immobili ancora convenienti, l’abbassamento dei tempi di
vendita ed i tassi dei mutui che rimarranno molto bassi almeno fino alla fine del 2020, permangono interessanti opportunità sul mercato immobiliare sia per chi vuole comprare a scopi abitativi sia per chi vuole comprare a titolo di investimento”, ha spiegato Landoni.
Quasi tutti gli intermediari bancari stanno puntando tantissimo sull’offerta, che è molto competitiva sia sul tasso fisso che sul tasso variabile. L’andamento degli indici di riferimento dà un segnale importante al settore. In particolare nell’ultimo periodo possiamo vedere come il tasso fisso sia in forte discesa. Analizzando il parametro di riferimento, L’Eurirs è sceso infatti quasi 1 – 1,25 punti rispetto allo stesso periodo nello scorso anno, quindi siamo passati (da agosto 2018 ad agosto 2019) all’incirca dall’1,5% allo 0,23%. Negativo invece l’Euribor: dai massimi di luglio 2011 (1,60%), il tasso Euribor (3 mesi) ha iniziato una parabola discendente che lo ha portato a quota 0,19% a dicembre 2012, per attestarsi poco sopra lo 0,20% per tutto il 2013 e il 2014, salvo andare sottozero da maggio 2015. La quotazione di agosto 2019, -0,41%, rappresenta il minimo storico di sempre.
Ma quali sono le attese per il mercato immobiliare italiano nei prossimi mesi?
“Nel 2019 il mercato immobiliare registrerà volumi in linea con quelli del 2018 e un’ulteriore ripresa dei prezzi nelle metropoli (stimata tra +1 e +3%). Le realtà più piccole e intermedie, come i comuni dell’hinterland e i capoluoghi di provincia, risulteranno dinamiche in termini di transazioni ma piuttosto stabili a livello di valori, con una possibile eccezione della prima cintura delle grandi città, influenzata dall’andamento di queste ultime”, ha spiegato Fabiana Megliola, responsabile ufficio studi gruppo Tecnocasa, precisando che ovviamente una valutazione del futuro immobiliare non può prescindere dal settore del credito e dell’economia in generale, che i mutui saranno ancora interessanti ma resta da capire come inciderà il quadro politico, in particolare sugli investitori, più sensibili agli orizzonti di lungo periodo.
In merito agli investimenti nel settore immobiliare in Italia nel primo semestre 2019, nel corso del 21° Annual Europe Gri 2019 di Parigi, Leo Civelli, chairman Reag Europe (gruppo Duff & Phelps), ha detto che, dopo un rallentamento registrato nel corso del 2018, principalmente legato alle incertezze politiche, al mancato concretizzarsi di alcune operazioni e al confronto con un 2017 contraddistinto da risultati eccezionali, per la prima metà del 2019 i dati sugli investimenti nel settore immobiliare in Italia sono incoraggianti, raggiungendo 5,1 miliardi di euro, risultato molto vicino a quello dello stesso periodo del 2017, grazie alla conclusione di alcuni importanti deal, soprattutto nel settore alberghiero.
“Si stima che alla fine del 2019 gli investimenti totali nel mercato real estate si attesteranno intorno ai 10 miliardi di euro, di poco inferiori a quelli del 2017 e ben superiori agli 8,5 miliardi del 2018”, ha dichiarato Civelli, che poi ha concluso illustrando il crescente interesse degli investitori internazionali verso il mercato immobiliare italiano. “Nel primo semestre del 2019, infatti, gli statunitensi hanno rappresentato più del 33% sul totale del volume di investimenti, seguiti dagli europei (Lussemburgo, Uk, Francia e Germania), mentre la quota degli italiani è scesa al 21%. Solo negli scorsi mesi di luglio e agosto, gli operatori internazionali hanno investito in Italia 1,5 miliardi di euro e si prevede la chiusura di altri importanti deal prima della fine dell’anno”.