“Dopo essere salito di circa il 25% dall’estate del 2021, il dollaro a novembre ha subito un forte calo. Per il 2023, la domanda è se questo sia l’inizio di un nuovo trend ribassista o se i fattori che hanno spinto il dollaro a quei massimi abbiano ancora voce in capitolo”. In generale, però, i mercati valutari “vedranno meno tendenze e più volatilità nel 2023 perché non sembrano esserci le condizioni per un trend netto del dollaro, inoltre l’inasprimento delle condizioni finanziarie da parte delle banche centrali, attraverso l’aumento dei tassi e la riduzione dei bilanci, non farà altro che esacerbare i problemi di liquidità già presenti sui mercati finanziari: la volatilità rimarrà elevata”. Sono queste gli elementi chiave per gli analisti valutari di ING, in vista del 2023, nelle parole di Francesco Pesole, FX strategist della banca olandese.
Tracciare la rotta del cambio euro dollaro
Secondo Pesole i fattori per tracciare gli scenari valutari del prossimo anno saranno l’aggressività della Fed nell’alzare i tassi, l’Ucraina, l’Europa e la crisi energetica, la Cina e il clima di rischio di mercato globale. “Considerando le stime di ING secondo cui la Fed porterà i tassi al 5% all’inizio del 2023, vi saranno quattro trimestri di recessione in Germania dato l’aumento dei prezzi dell’energia, la crescita cinese sarà relativamente debole e il contesto azionario ancora difficile, la nostra ipotesi di base propende per livelli più bassi di euro/dollaro”, che “potrebbe chiudere l’anno vicino alla parità”.
Se l’anno prossimo la correlazione positiva tra obbligazioni e mercati azionari dovesse interrompersi, ha aggiunto Pesole, “è probabile che ciò avvenga attraverso un rally del mercato obbligazionario”. ING ritiene che l’indebolimento dell’attività globale e la crescita del volume degli scambi commerciali, che la banca prevede inferiore al 2% “limiteranno probabilmente i guadagni delle valute pro-cicliche nel 2023”. “Il cambio euro/dollaro darà il ritmo alle valute europee in generale”, ha affermato il FX strategist di ING, “prevediamo una sovraperformance del franco svizzero e una sottoperformance della sterlina… Più a est, vediamo la possibilità di rivalutare positivamente il fiorino ungherese, mentre la sopravvalutata corona ceca e il leu rumeno appaiono più vulnerabili con il rallentamento degli interventi valutari”.
Valute, uno sguardo sull’Asia
Nel blocco delle “commodity currencies”, quelle più dipendenti dall’andamento delle materie prime, lo scenario economico incerto in Cina continua a porre un punto interrogativo sul futuro andamento del dollaro australiano e neozelandese. Sul dollaro canadese, invece, il cui outlook risulta un po’ più favorevole, pendono le incertezze sulla correzione del mercato immobiliare. Per quanto riguarda il rapporto fra il dollaro e le principali valute orientali, ING crede che il dollaro/yuan potrebbe faticare a sostenere un movimento al di sotto di 7,00, mentre la coppia dollaro/yen giapponese potrebbe arrivare a fine 2023 a 130 o meno, considerando una previsione sul rendimento del Treasury decennale al 2,75%. Positivo anche l’outlook per il won sudcoreano, che dovrebbe beneficiare dell’inclusione del debito nazionale nei benchmark dei titoli di stato mondiali.