Le emissioni di obbligazioni verdi, sociali, sostenibili e legate alla sostenibilità hanno subito una contrazione di circa il 13% a 877 miliardi di dollari lo scorso anno
Il 90% di tutte le emissioni di green bond dei mercati emergenti del 2022 può essere attribuita a soli sei paesi. Cina al top
Tra tensioni geopolitiche sulla scia del conflitto russo-ucraino e l’inasprimento delle politiche monetarie nelle principali economie, alle prese con le pressioni inflazionistiche, il 2022 è stato un anno travagliato per i mercati dei capitali. Le emissioni di obbligazioni verdi, sociali, sostenibili e legate alla sostenibilità (Gsss), in questo contesto, hanno subito una contrazione di circa il 13% a 877 miliardi di dollari. Una battuta d’arresto significativa rispetto alla crescita del +68% dell’anno precedente, ma che si confronta con un mercato “tradizionale” ancor meno resiliente (-26% nello stesso periodo per l’emissione complessiva di reddito fisso a livello mondiale).
Senza dimenticare che, secondo l’ultima edizione dell’Emerging market green bonds report realizzato da Amundi e Ifc, la penetrazione del mercato “verde” sul totale delle emissioni a reddito fisso è aumentata contestualmente da meno del 12% al record storico del 14%. Concentrandosi sui mercati emergenti, solo la Cina ha registrato un’accelerazione delle emissioni di Gsss del 53% su base annua a 69 miliardi di dollari, trainata principalmente dai green bond. “Il calo delle emissioni negli altri mercati emergenti evidenzia l’impatto delle pressioni idiosincratiche che si sono aggiunte ai venti contrari globali (sopra descritti, ndr)”, si legge nel rapporto. Pur non riuscendo a frenare le sue emissioni verdi, le ricadute dei ripetuti blocchi della Cina hanno contribuito a un calo del 33% delle emissioni di green bond da parte dei vicini paesi del sud-est asiatico, che si sono attestate a 6 miliardi di dollari. Allo stesso tempo, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia si è fatta sentire soprattutto nei paesi dell’Europa orientale e dell’Asia centrale, dove le emissioni si sono dimezzate.
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Green bond: 6 paesi trainano le emissioni, Cina al top
Ad ogni modo, circa il 90% di tutte le emissioni di green bond dei mercati emergenti del 2022 può essere attribuita a soli sei paesi. La Cina si conferma maggiore emittente dell’anno, con il 73% del totale (in crescita dal 54% dell’anno precedente). L’Ungheria ha quasi raddoppiato il suo volume di emissioni, raggiungendo i 3,3 miliardi di dollari, seguita dal Brasile con ulteriori 3,3 miliardi. Gli Emirati Arabi Uniti hanno visto le emissioni moltiplicarsi di 4,3 volte, toccando i 3,2 miliardi. Per l’Arabia Saudita si parla di 3,1 miliardi di dollari (dopo non aver registrato alcuna emissione nel 2021), mentre l’Indonesia è cresciuta di 2,4 volte a 2,6 miliardi. Cile, Repubblica Ceca, India e Polonia hanno invece incassato flessioni comprese tra il 60 e il 90%.
Social bond, emissioni in calo dell’88% nel 2022
In generale, i green bond restano la componente più consolidata, rappresentando il 56% del mercato Gsss. Tra le altre categorie, l’emissione di social bond ha subito la contrazione maggiore nei mercati emergenti al di fuori della Cina (-88% rispetto all’anno precedente), mentre i sustainability bond si sono rivelati il segmento più resistente con un aumento del +14%. Di conseguenza, quest’ ultimi sono diventati il più grande sotto-segmento Gsss dei mercati emergenti (esclusa la Cina), rappresentando il 41% del totale rispetto al 25% del 2021. Tuttavia, se si include la Cina, la “torta” cambia notevolmente: i green bond hanno rappresentato infatti lo scorso anno il 98% dell’emissione complessiva di Gsss in Cina, con una crescita complessiva del 61%.
Guardando infine al futuro, le prospettive per i bond sostenibili sembrerebbero rosee. “Nonostante i venti contrari che continuano a colpire il mercato obbligazionario in generale, le obbligazioni Gsss continueranno probabilmente ad aumentare la loro quota di mercato grazie alla crescente domanda di investimenti sostenibili”, scrivono i ricercatori. “La Cina continuerà a fornire il contributo più significativo alle emissioni di debito verde nei mercati emergenti, ma con volumi più bassi”, aggiungono. Stando alle stime di Amundi e Ifc, le emissioni di green bond nella Terra del Dragone scenderanno infatti intorno al 7% nel corso del 2023, soprattutto a causa dei “rendimenti relativamente poco attraenti” delle obbligazioni locali rispetto a Stati Uniti ed Europa. Di conseguenza, la Cina potrebbe ridurre il suo contributo all’emissione complessiva di green bond nei mercati emergenti dal 72% del 2022 al 68% nel 2023-2024.