La società di consulenza Excellence Consulting ha pubblicato la ricerca “Il segmento giovani: capacità di risparmio, strumenti di pagamento e prodotti di investimento”, con la quale ha analizzato il comportamento dei giovani italiani in materia di risparmio e investimenti
Il giovane italiano medio ha un conto corrente, predilige i pagamenti digitali, risparmia almeno un terzo delle proprie entrate, in particolare al fine dell’acquisto/affitto casa e per i viaggi e dimostra una buona propensione agli investimenti
“I giovani chiedono che gli strumenti attualmente utilizzati per i pagamenti digitali consentano anche la possibilità di gestire il risparmio ed accedere ad investimenti ad accumulo come i PAC” commentano Carlo Liotti e Mario Morelli di Excellence Consulting
Strumenti di pagamento
Nel dettaglio della survey, il 51% degli intervistati ha un conto corrente, il 33% due, l’8% tre, il 5% nessuno, il 3% più di tre. Il 20% utilizza esclusivamente/quasi pagamenti digitali, il 46% prevalentemente pagamenti digitali, il 23% in egual misura denaro contante e pagamenti digitali, il 7% prevalentemente contante, il 4% esclusivamente/quasi contante. L’87% ritiene i pagamenti digitali più pratici del denaro contante, l’85% più sicuri; il 37% reputa però di aver maggiore controllo sulle spese col contante che coi pagamenti digitali e il 10% non si fida a realizzare pagamenti con gli strumenti digitali per il rischio di frodi. Per i pagamenti di routine e quelli eccezionali, vengono rispettivamente adoperate: carte di debito nel 51% e 53% dei casi, prepagate in entrambi i casi nel 31%, carte di credito nel 29% e 47%, e-wallet nel 18% e 14%. Le app dedicate ai pagamenti digitali ad oggi disponibili sul mercato vengono utilizzate con elevata frequenza da una larga fetta dei giovani: spesso (25%), sempre (22%), mai (20%), a volte (19%), raramente (14%).
Risparmio
Per quanto riguarda il risparmio, il 28% degli intervistati vi destina oltre il 30% delle entrate, il 20% fino al 30%, il 23% fino al 20%, il 21% fino al 10%, il 6% nessuna. Gli obiettivi per cui stanno risparmiando i giovani sono: affitto o acquisto della casa (54%), viaggi (53%), hobby, sport e tempo libero (44%), acquisti rilevanti (36%), fondo di emergenza per eventi inattesi (28%), investimenti finanziari (22%), formazione (22%), matrimonio o convivenza (17%), assicurazione integrativa (12%). Come strumenti di accantonamento e gestione del risparmio vengono preferiti: conto corrente dove si ricevono anche entrate (69%), strumenti finanziari (22%), conto corrente differente da quello delle entrate (16%), conto dedicato al risparmio con condizioni vantaggiose (13%). Rimane uno spazio di crescita per le app di supporto alla gestione del risparmio e degli investimenti (6%).
Investimenti
Circa gli investimenti, solo il 38% ne ha effettuati. La possibilità di investire nei prossimi due anni è considerata probabile: molto (24%), abbastanza (27%), così così (21%), poco (21%), per niente (7%). Tra le funzionalità disponibili sulle app, il 69% stima vantaggiosa la possibilità di definire un piano di risparmio personalizzato, il 67% la creazione di salvadanai personalizzabili in base agli obiettivi prescelti; il 58% l’arrotondamento per eccesso delle spese effettuate con mezzo di pagamento e contestuale deposito in un salvadanaio digitale, il 53% la possibilità di utilizzare il risparmio per accedere a forme di investimento direttamente dall’app. Il 64% è/sarebbe interessato a investire per ricavare un reddito, il 29% per proteggere il risparmio, il 7% per fare attività speculative. L’orizzonte ideale per gli investimenti è: da uno a tre anni (48%), oltre tre (43%), meno di uno (9%). Per la scelta dell’investimento tramite intermediario il 63% si rivolge/rivolgerebbe alla propria banca, il 29% a istituzioni specializzate private italiane, il 18% a startup/fintech, il 16% a istituzioni pubbliche, l’11% a specializzate private internazionali. Le caratteristiche rilevanti di un intermediario di investimento sono: disponibilità di strumenti digitali (90%), trasparenza dei costi (89%), convenienza dei costi (86%), affidabilità del brand (86%), qualità/ampiezza della gamma prodotti (80%), rendimenti storici dei prodotti (76%), presenza di un referente dedicato (73%).