I “finfluencer”, gli influencer che condividono informazioni finanziarie, sono una parte crescente dell’enorme economia dei creatori di contenuti “con un mercato stimato di 104 miliardi di dollari”.
Il 34% degli intervistati appartenenti alla Gen Z cerca consigli finanziari da TikTok e il 33% da YouTube, mentre solo il 24% in questa fascia d’età si rivolge ai consulenti finanziari
Considerata la prima generazione “nativa dei social network”, non c’è troppo da stupirsi se la Gen Z fa largo affidamento a questi canali di comunicazione anche quando si tratta di estrarre informazioni finanziarie. Per gli “zoomer”, infatti, le probabilità di ricorrere ai social per cercare consigli su come investire sono di ben cinque volte più elevate rispetto a quelle di un over 41, afferma sul sito del World Economic Forum Tim Tkachenko, cto e cofondatore di Qure, una app di investimenti pensata per il target più giovane.
I “finfluencer”, gli influencer che condividono informazioni finanziarie, sono una parte crescente dell’enorme economia dei creatori di contenuti, dice Tkachenko, “con un mercato stimato di 104 miliardi di dollari”. Questo, purtroppo, oltre a rappresentare un’occasione di apprendimento è anche un rischio. Per chi è alle prime armi può essere difficile distinguere un vero esperto da un truffatore che, spesso da una terrazza di Dubai, propone un “metodo infallibile” per guadagnare sui mercati.
“Più della metà delle persone che hanno denunciato perdite a causa di truffe sugli investimenti nel 2021 hanno dichiarato che la truffa è iniziata sui social media”. Il 37% delle perdite per frodi partite dai social media nel 2021 è costituito da truffe sugli investimenti.
La Gen Z nel panorama degli investimenti finanziari è già molto partecipativa, quantomeno negli Stati Uniti: il sondaggio Investopedia Financial Literacy survey 2022, infatti, aveva evidenziato come oltre la metà dei giovani fra 18 e i 25 anni fosse già un investitore, il 26% in azioni individuali.
Quali sono le maggiori fonti di informazione finanziaria per i più giovani? Una delle più recenti ricerche in merito l’ha realizzata Vericast (su un campione di 1.000 adulti americani): era venuto fuori come il 34% degli intervistati appartenenti alla Gen Z cercasse consigli finanziari da TikTok e il 33% da YouTube, mentre solo il 24% in questa fascia d’età si rivolgeva a consulenti finanziari.
Servire i bisogni finanziari della Gen Z
Per il co-fondatore di Qure è più probabile la GenZ si fidi e utilizzi gli strumenti di investimento che funzionano come i loro social media preferiti. Per il mondo della consulenza questo è un ulteriore appello al presidio dei nuovi mezzi di comunicazione, se l’obiettivo è quello di raggiungere i più giovani. Alcune piattaforme come eToro o la stessa Qure integrano il trading a una forte componente “social”. Secondo i critici, è difficile che da questo approccio possa nascere una gestione patrimoniale lungimirante.
“Le piattaforme… devono rendere la loro funzione attraente per la prossima generazione di investitori e incorporare in modo proattivo funzioni progettate per costruire la fiducia, responsabilizzare i creatori di contenuti e proteggere i nuovi investitori dalle truffe”, afferma Tkachenko.
Un punto interessante in ottica futura sarà capire se la sorgente di informazione finanziaria social sarà via via sostituita quando i membri della Generazione Z avranno l’età dei Millennial e dei Gen Xer. Al momento queste ultime due generazioni usano TikTok per cercare consigli d’investimento solo nel 13 e nel 6% dei casi.
“E’ chiaro che gli istituti finanziari hanno un bisogno fondamentale di innovare rapidamente e di reimmaginare il loro approccio per fidelizzare i clienti”, ha dichiarato Stephenie Williams, vicepresidente di Vericast, “le banche devono incontrare i clienti là dove si trovano, non solo posizionandosi come risorsa di riferimento e di fiducia che offre formazione attraverso strategie tradizionali, ma anche utilizzando nuovi canali e piattaforme per raggiungere le generazioni più giovani”.