Paganelli: “I fondi alternativi sostenibili tendono a essere piccoli, la maggior parte con un patrimonio gestito inferiore ai 100 milioni di euro”
Circa un fondo su cinque utilizza i criteri di esclusione, citando per esempio accordi internazionali come il Global Compact delle Nazioni Unite
Su oltre 1.400 fondi ed exchange-traded fund alternativi domiciliati in Europa, solo 156 ricadono sotto l’ombrello articolo 8 della Sustainable finance disclosure regulation (Sfdr), la normativa europea sull’informativa di sostenibilità nel settore dei servizi finanziari. Stringendo la lente ai prodotti con un obiettivo sostenibile e il 100% di investimenti Esg, ovvero articolo 9, si arriva a quota tre. Se poi si considerano i criteri di classificazione di Morningstar, ancor più stringenti, si parla complessivamente di 31 fondi alternativi sostenibili. Fondi che “tendono a essere piccoli, la maggior parte con un patrimonio gestito inferiore ai 100 milioni di euro” e “giovani, pochi hanno più di tre anni”, spiega Francesco Paganelli, senior manager research analyst e autore di un nuovo report della società americana di servizi finanziari dal titolo Can alternative go green? How alternative managers integrate Esg criteria.
“Con una dimensione totale di circa 4,3 miliardi di euro, rappresentano solo il 3% degli asset degli alternativi”, scrive Paganelli. “In confronto, le strategie sostenibili costituiscono circa il 20% del patrimonio dei fondi aperti europei e degli Etf nelle categorie azionarie, obbligazionarie e bilanciate”. I fondi di tipo equity market neutral, vale a dire che adottano una strategia di investimento insensibile al rendimento del mercato, sono i più rappresentati del campione. Inoltre, diversi sono stati riproposti o lanciati come versioni sostenibili di strategie esistenti; è il caso per esempio di Aqr sustainable corporate arbitrage, che rappresenta un adattamento agli standard di sostenibilità del fondo Aqr diversified arbitrage con sede negli Stati Uniti, la cui storia risale ai primi anni 2000.
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Quanto alle modalità attraverso le quali i gestori alternativi integrano i criteri Esg, circa un fondo su cinque utilizza i criteri di esclusione, citando per esempio accordi internazionali come il Global Compact delle Nazioni Unite. È il caso per esempio di BlackRock systematic multi-strategy Esg screened che applica alcuni filtri basati sul settore di attività, le controversie e i rating Esg. Aqr sustainable corporate arbitrage segue un approccio simile, ma facendo un passo in avanti: la strategia adotta schemi statici (escludendo società del settore delle armi controverse, del tabacco e dei combustibili fossili in base a criteri predeterminati di tolleranza dei ricavi) e dinamici (analizzando per esempio il rating di sostenibilità) includendo un’inclinazione positiva verso le operazioni con “caratteristiche Esg più interessanti” definite come quelle “nel decile superiore dell’universo di riferimento”.
Sul podio dei 10 maggiori fondi alternativi identificati come sostenibili nel database di Morningstar Direct, dati al 30 aprile 2023, si posizionano Lumyna-Mw Esg (market neutral) tops ucits fund (1,396 milioni di euro), JpMorgan investment funds – global macro sustainable fund (1,059 milioni) e Trium Esg emissions improvers fund (342 milioni).