Le maglie dei regolatori si stringono sempre di più sugli exchange di criptovalute, la cui supervisione è ritenuta fondamentale per individuare i reati collegati al trading di Bitcoin e simili
Binance era già sotto indagine della Commodity Futures Trading Commission per il presunto scambio non autorizzato di derivati crypto negli Usa
Lo scorso giugno il ramo britannico della stessa Binance ha subito una serie di restrizioni per decisione della Financial Conduct Authority
L’indagine sull’insider trading, che per il momento non è sfociata in alcuna accusa ai danni di Binance e che in questa fase rimane riservata, intende appurare se la società o il suo staff “abbiano lucrato approfittando dei clienti”, hanno dichiarato a Bloomberg alcune fonti riservate a conoscenza della questione.
La società ha replicato all’indiscrezione affermando che la policy di Binance verso l’insider trading è di “tolleranza zero”: il team di sicurezza avrebbe da diverso tempo applicato apposite linee guida per indagare su ogni possibile violazione.
Lo scorso maggio la stessa Binance era finita nel mirino del Dipartimento di Giustizia Usa per le possibili responsabilità sulle pratiche di riciclaggio ed evasione fiscale collegate al trading in criptovalute. A luglio un’indagine analoga era stata annunciata in India. E ad agosto la stessa Binance, sotto la pressione di queste indagini, ha fatto sapere di aver attivato controlli più severi sul background dei clienti per rafforzare gli sforzi contro il riciclaggio di denaro.
Nel Regno Unito, invece, l’attenzione su Binance da parte dell’autorità di vigilanza Fca è sfociata in una vera e propria inibizione delle sue attività: da fine giugno il ramo britannico Binance Markets Limited non è più “autorizzato a intraprendere alcuna attività regolamentata nel Regno Unito senza il previo consenso scritto della Fca”. L’autorità britannica aveva aggiunto che Binance non può essere “efficacemente supervisionata” e che “le risposte dell’azienda ad alcune domande equivalevano a un rifiuto di fornire informazioni”. In particolare, Binance avrebbe tenuto il riserbo sulla “struttura generale del gruppo e chi, in ultima analisi, sta dietro a binance.com”, aveva spiegato l’editorial board del Financial Times. Lo scorso 25 agosto la Financial Conduct Authority ha successivamente confermato il suo “blocco”, pur riconoscendo come Binance sia adeguata ai requisiti ad essa imposti.
Binance, infatti, non è il solo exchange ad aver attirato crescenti controlli da parte delle autorità, che sembrano sempre più determinate ad affrontare gli ostacoli che il trading di criptovalute porrebbe alla supervisione e al riconoscimento di alcuni reati. In Corea del Sud l’obiettivo di intensificare i controlli si è tradotto in nuovi obblighi, spesso fuori dalla portata degli attori del settore: dal 24 settembre gli exchange sudcoreani saranno costretti a registrarsi come le normali piattaforme di trading. Al momento, 30 exchange su 66 attivi in Corea del Sud hanno già notificato ai clienti la chiusura delle attività.