Il volume degli scambi nel secondo trimestre ha visto un calo del 14% per la criptovaluta per eccellenza, mentre la prima rivale Ether li ha incrementati del 53%
Nel mese di giugno il volume degli scambi si è raffreddato rispetto a maggio, ma nel complesso il secondo trimestre è stato ancora in pieno fermento per le criptovalute
La visione di respiro trimestrale la offre una ricerca realizzata dalla piattaforma di market intelligence Apex:E3 e commissionata dall’exchange Coinbase. A livello globale gli scambi di criptovalute sono aumentati del 32% nel secondo trimestre, rispetto al primo quarto del 2021, con un incremento più pronunciato in Asia (+44%) e uno più contenuto in Europa (+21%).
Nel corso del secondo trimestre il rally delle criptovalute è proseguito, per poi subire una brusca frenata a partire dal 9 maggio per tutti i cinque giorni successivi. Ascesa e caduta sono state estremamente amplificate nel caso del Dogecoin, i cui volumi di scambio sono aumentati del 1250% nel secondo trimestre. Nello stesso periodo la performance della moneta nata per scherzo e congegnata per essere la più inefficiente possibile è arrivata a toccare +1441,67% per poi rientrare a +441%.
Se nella media degli ultimi tre trimestri i volumi di Ether rappresentavano il 57% di quelli di Bitcoin, nel solo secondo trimestre del 2021 la percentuale è salita all’80%. “Questa crescita significativa rispetto allo scorso anno testimonia l’aumentato interesse verso asset digitali diversi dal Bitcoin”, ha commentato Marcus Hughes, managing director per l’Europa di Coinbase.
“I venti contrari” sulle criptovalute “sono proseguiti mentre la Cina andava avanti con il suo giro di vite sul mining di Bitcoin”, aveva detto CryptoCompare il 12 luglio, “in seguito sia ai prezzi più bassi sia alla volatilità più contenuta, i volumi spot sono diminuiti”.