Il credito d’imposta ricerca e sviluppo (confermato dalla legge di bilancio 2021 fino all’esercizio 2022) consente di agevolare i costi di progetti innovativi in compensazione F24 su tutti i tributi
La linea Sabatini è in grado di agevolare con un abbattimento del tasso d’interesse, erogato nella forma del contributo a fondo perduto, qualsiasi finanziamento o leasing bancario volto all’acquisto di un macchinario o di un bene 4.0
La linea internazionalizzazione della Regione Lombardia, sulla rampa di lancio, sosterrà invece fino al 100% delle spese ammissibili e fino a un massimo di 500mila euro: una parte in finanziamento agevolato e un 20% di contributo a fondo perduto
“Le agevolazioni pubbliche si possono dividere in tre grossi temi d’interesse: le agevolazioni per i progetti di ricerca e sviluppo (incentivi che valorizzano il capitale umano e solo in piccola parte i beni materiali e immateriali funzionali allo sviluppo della ricerca), le agevolazioni per l’acquisto di beni materiali e immateriali, e il supporto all’accesso al credito, all’interno del quale confluiscono anche i bandi per l’internazionalizzazione”, spiega l’esperta. Linee, precisa, accumunate dall’intenzione del soggetto interessato di realizzare progetti “in maniera più rapida” e che ben si sposano con “chi ha un’idea in testa o un investimento in cantiere”, tenendo conto del fatto che si tratta di incentivi “quasi sempre competitivi”. “Tendenzialmente si risponde a un bando pubblico al quale partecipano anche tante altre aziende, motivo per cui è necessario essere in grado di esprimere attraverso una scheda progetto la propria idea di sviluppo nel medio termine, perché solitamente viene richiesto tra l’altro di dimostrare che quella agevolazione abbia poi un effettivo riscontro nella crescita e nella competitività dell’azienda”, spiega Podestà. Ma quali sono le agevolazioni aperte e confermate oggi dalla legge di bilancio 2021?
Il credito d’imposta ricerca e sviluppo
In primo luogo, il credito d’imposta ricerca e sviluppo (rinnovato e confermato dalla legge di bilancio 2021 fino all’esercizio 2022), che consente di agevolare i costi di progetti innovativi. “Le aziende avranno la possibilità di agevolare le annualità 2020-2021-2022 della propria ricerca. In che modo? Si tratta di un’agevolazione fiscale, motivo per cui si andrà a conteggiare a valle i costi di ricerca investiti nell’annualità 2020, per poi fruire nel 2021 di un credito d’imposta in compensazione F24 su tutti i tributi”, precisa l’esperta. “Un risparmio e un guadagno per l’azienda notevolissimo”, aggiunge, “con la facilità, tra l’altro, di poterne fruire in maniera quasi automatica”. Pur sempre considerando alcuni importanti elementi. Innanzitutto, il nuovo credito d’imposta estende la sua operatività non solo ai progetti di ricerca e sviluppo ma anche a quelli di innovazione, design e ideazione estetica, ampliando potenzialmente il parterre di possibili fruitori della misura. L’aliquota agevolativa viene alzata al 20% e tra i costi agevolabili risultano il personale interno, ma anche gli ammortamenti di beni materiali e software, i contratti di ricerca extra-muros, le privative industriali, i brevetti e le spese di servizi di consulenza. Per non dimenticare poi i materiali, le forniture e altri prodotti utili all’attività di ricerca e sviluppo innovativa.
Il credito d’imposta innovazione
“Poi abbiamo il credito d’imposta innovazione, che consente di agevolare anche quegli investimenti un po’ meno innovativi, che sono la realizzazione di un servizio o un processo che si differenzia rispetto a quelli già realizzati in passato per caratteristiche tecnologiche, prestazioni ed eco-compatibilità: in questo caso, l’agevolazione sarà pari al 10%”, interviene Podestà. A questo, si accompagna una maggiorazione per i costi relativi proprio a progetti di eco-compatibilità o 4.0. La base di calcolo delle spese agevolabili per il credito d’imposta R&S, innovazione e design è assunta al netto di altre agevolazioni ricevute per i medesimi costi e attività. Tra queste si ricorda per la Regione Lombardia “Frim fesr”, un fondo rotativo per le imprese che “prevede un finanziamento a un tasso dello 0,5% e copre fino al 100% e fino a un milione di euro i costi per progetti di ricerca e sviluppo e per gli stessi costi sopracitati (personale, consulenze e brevetti, tra gli altri)”.
Il credito d’imposta investimenti
Passando al secondo grande filone, quello relativo all’acquisto di beni materiali o immateriali, è da citare il credito d’imposta investimenti. “Fino allo scorso anno si chiamava iperammortamento e rappresenta sostanzialmente la valorizzazione dei beni 4.0 implementati”, spiega l’esperta. In sintesi, i beni che godono delle caratteristiche 4.0 previste dalla legge di bilancio 2018 allegato A, interconnessi e integrati in maniera corretta, potranno fruire di un credito d’imposta in compensazione F24 fino al 50% del costo del bene per investimenti fino a un milione e mezzo di euro e fino al 30% per cifre superiori. “Un grosso incentivo, sia per procedere al rinnovo dei comparti produttivi e al loro ammodernamento, sia per guardare a un’ottica di fabbrica integrata e 4.0. Inoltre, va a valorizzare anche il software: i beni immateriali e strumentali, se inclusi nell’allegato B della legge di bilancio 2021, potranno usufruire di un’agevolazione pari al 20% del loro costo fino a un milione di euro di investimenti”, precisa Podestà.
Il credito d’imposta per la formazione 4.0
Il credito d’imposta per la formazione 4.0, invece, va a finanziare le aziende che intendono formare il proprio personale dipendente sui temi 4.0, in linea con l’allegato A della legge di bilancio 2021. In questo caso, il contributo può arrivare a fondo perduto fino al 50% per le piccole imprese, fino al 40% per le medie e fino al 30% per le grandi imprese. Sono agevolabili sia le spese relative ai formatori che i costi di esercizio necessari alla formazione, ma anche i costi dei servizi di consulenza connessi al progetto e le spese del personale relative ai partecipanti alla formazione.
Novità all’orizzonte: la linea internazionalizzazione
Guardando al futuro, si posiziona sulla rampa di lancio “la linea internazionalizzazione della Regione Lombardia rivolta alle piccole e medie imprese”, anticipa l’esperta. Uno strumento volto a sostenere le imprese che intendono affacciarsi ai mercati internazionali, supportando la partecipazione a fiere, l’istituzione di showroom e spazi espositivi temporanei all’estero, le azioni di comunicazione per la promozione di prodotti o brand sui mercati esteri, le spese per l’adeguamento di siti web o l’accesso a piattaforme b2b o b2c, le consulenze necessarie al progetto stesso ed eventuali spese per le certificazioni estere. In questo caso, l’agevolazione sosterrà fino al 100% delle spese ammissibili e fino a un massimo di 500mila euro così suddivisi: una parte di finanziamento agevolato a un tasso finito pari allo 0% e un 20% di contributo a fondo perduto. “Una linea potenzialmente interessante per le aziende che hanno mercati esteri e che hanno purtroppo subito quest’anno i contraccolpi della crisi pandemica”, conclude Podestà.