L‘iniziativa fissa obiettivi ambiziosi per il 2025 e il 2030 in diverse aree, dall’acquisto di energia al 100% priva di carbonio, alla conservazione dell’acqua, dal riutilizzo dei server all’identificazione di strategie per il riciclaggio del calore
Frans Timmermans, vicepresidente per il Green deal europeo: “Un impegno per la collettività da parte di importanti protagonisti dell’industria dei dati e un gradito primo passo nel realizzare i nostri obiettivi comuni per un futuro ecosostenibile”
Secondo un’indagine di Eurostat, nel 2020 il 98% delle imprese dell’Unione con 10 o più dipendenti aveva accesso a internet, ma solo il 36% usufruiva del cloud computing (sebbene tale quota risulti quasi raddoppiata rispetto al 2016)
“I data center sono pilastri portanti della quarta rivoluzione industriale e, come visto durante la pandemia, sono infrastrutture essenziali non solo per l’economia digitale ma per l’intera economia globale. È nostro dovere impegnarci in un’iniziativa di autoregolamentazione che contribuirà a garantire la disponibilità operativa, la sostenibilità e il futuro della nostra industria”, conclude Apostolos Kakkos, presidente della European data centre association. L’iniziativa, spiega Aruba (una delle società firmatarie dell’accordo) in una nota ufficiale, fissa obiettivi ambiziosi per il 2025 e il 2030 in cinque aree fondamentali: dimostrare l’efficienza energetica con obiettivi misurabili, acquistare energia al 100% priva di carbonio, dare priorità alla conservazione dell’acqua, riutilizzare e riparare i server, e identificare strategie per il riciclaggio del calore. E i progressi, sottolinea la società, “saranno monitorati dalla Commissione europea due volte l’anno”.
Italia quarta in Europa per utilizzo del cloud
Ma a che punto è l’Europa sul fronte del cloud computing? Secondo un’indagine di Eurostat, il 98% delle imprese dell’Unione con 10 o più dipendenti ha accesso a internet, ma solo il 36% sfrutta la “nuvola” (sebbene tale quota risulti quasi raddoppiata rispetto al 2016, quando si parlava del 19%). Nel dettaglio, il 76% delle aziende dichiara di utilizzare tale tipologia di architettura per i servizi di posta elettronica, il 67% per archiviare file, il 58% per l’utilizzo dei software aziendali e il 47% per ospitare i propri database. Ma c’è anche chi ne usufruisce per accedere ad applicazioni software più avanzate per gli utenti finali, come la gestione finanziaria o contabile (45%) e la gestione delle relazioni con i clienti (27%).
In questo contesto, la Finlandia si posiziona al primo posto con il 75% delle imprese che fanno ricorso al cloud, seguita da Svezia (70%) e Danimarca (67%). All’estremità opposta, con meno di un’azienda su cinque, si collocano la Bulgaria (11%), la Romania (16%) e la Grecia (17%). Nel mezzo l’Italia che, con una percentuale pari al 59%, risulta quarta in classifica. Nel dettaglio, il 96% delle imprese tricolori usufruisce del cloud per i servizi di posta elettronica, il 63% per l’utilizzo dei software aziendali e il 55% per l’archiviazione dei file.