Che si parli di consulenza a parcella è del tutto normale al Fee Only Summit, l’evento di settore che si ripete ogni anno a Verona dal 2011. La novità di quest’anno è che delle parcelle, da qualche tempo, parlano anche le reti di consulenza, il mondo verso cui, tradizionalmente, l’ecosistema delle Scf indipendenti si pone come alternativa. Questa evoluzione, testimoniata dalle nuove statistiche sulle masse gestite a parcella pubblicate da Assoreti, è stato uno dei tanti stimoli toccati nella tavola rotonda istituzionale che ha riunito alcuni fra i maggiori esponenti del settore, dall’Ocf alla Fabi.
In veste di ospite, più che di padrone di casa, il presidente dell’Anasf Luigi Conte ha fornito la sua visione sul fenomeno della parcella, sempre più diffuso anche fra i consulenti abilitati all’offerta fuori sede. “L’evoluzione degli ultimi anni è basata sulla ricerca della qualità del servizio e sul potenziamento delle competenze, e questo ha portato alla situazione attuale”, ha dichiarato Conte nella tavola rotonda moderata da Marco Muffato e Gianfranco Ursino.
“Oggi siamo una categoria ampia e coesa all’interno dell’Ocf, dove la dimensione fee-only sta diventando sempre più centrale nella relazione professionale tra consulenti e investitori”. Secondo Conte, “le reti hanno compreso il valore di questo cambiamento, riconoscendo che l’aspetto commerciale del rapporto con il cliente sta diventando secondario” rispetto al “patto” basato sui bisogni reali dei clienti. “Non esiste più un profilo di rischio standardizzato: ogni cliente può avere approcci diversi a seconda degli obiettivi specifici e dell’orizzonte temporale dell’investimento”, ha affermato il presidente di Anasf. La parcella sarebbe, quindi, un viatico diverso per stringere questo patto, forse in modo più chiaro – anche se Conte non si spinge ad affermarlo esplicitamente. “Ad esempio, FinecoBank”, ha aggiunto il numero uno di Anasf, “è stata tra le prime a credere nella separazione tra dimensione commerciale e professionale, facendo sì che l’aspetto commerciale diventi una conseguenza naturale della qualità della consulenza professionale”.
In precedenti interventi gli animatori dell’evento, a partire dal presidente di Nafop, Cesare Armellini, avevano descritto la progressiva diffusione della consulenza a parcella come un’evoluzione particolarmente favorevole per la consulenza autonoma, se non di vera e propria vittoria – non da ultimo per una sorta di effetto-sdoganamento che abituerebbe i clienti a pagare direttamente il servizio. Questo, indirettamente, aiuterebbe il travaso di clientela dalle banche alle Scf.
Scf, sempre di più, sempre più strutturate
Sul fronte della consulenza autonoma, il numero delle Scf continua a crescere in modo significativo, essendo passato da 76 a 90 unità fra fine dicembre 2023 e ottobre di quest’anno – segno di una domanda crescente di consulenza indipendente.
Con il numero, aumentano anche, per alcune realtà, le dimensioni di queste società: “Le Scf stanno attraversando una fase di crescita organizzativa significativa, che permette loro di offrire servizi di qualità sempre più elevata, essenziali per i consulenti finanziari che vogliono operare in modo efficiente. Sebbene il settore sia relativamente giovane – l’albo esiste solo da cinque anni – si è già registrata una notevole crescita professionale, che si è tradotta in un processo di strutturazione molto positivo”, ha affermato il presidente di AssoScf, Andrea Carboni. Considerando la complessità del lavoro del consulente, che deve gestire simultaneamente relazioni con i clienti, analisi dei prodotti, adempimenti di compliance e aspetti legali, ha aggiunto Carboni, “la presenza di un’organizzazione strutturata che gestisce efficientemente questi aspetti rappresenta un valore aggiunto significativo per i consulenti”. Una strutturazione in Scf, poi, diventa un passaggio privilegiato per portare i giovani nel mondo della consulenza autonoma: “Le Scf”, ha detto Carboni, “potrebbero diventare l’asse portante per l’introduzione di nuove leve nel settore, specialmente considerando le potenzialità del praticantato come strumento di formazione”.
L’effetto-AI sull’occupazione nel settore bancario
Oltre ai modelli di pagamento, anche l’intelligenza artificiale si è incuneata nel dibattito fra le istituzioni riunite sul palco. “L’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo bancario si preannuncia drammatico”, ha affermato il segretario nazionale della Fabi, Giuliano Xausa. “I primi cinque gruppi bancari italiani hanno previsto nei loro piani industriali investimenti per 10 miliardi in innovazione tecnologica, accompagnati però da una riduzione di personale di 10.000 unità, con un tasso di sostituzione limitato al 50%”. Emblematico, inoltre, è il caso di Klarna, società specializzata in finanziamenti diretti, passata da 5.500 dipendenti a 3.800: “l’amministratore delegato ha recentemente dichiarato che il loro sistema di risposta virtuale automatizzato sostituisce da solo 700 lavoratori”, ha ricordato Xausa. Questa trasformazione “solleva anche importanti questioni etiche, particolarmente rilevanti nel contesto della vendita dei prodotti finanziari”, ha aggiunto il segretario della Fabi, sostenendo che solo l’uso etico dell’intelligenza artificiale può rendere corretto nei confronti della clientela questo tipo di tecnologia.
Decisamente più sfumata la posizione del presidente dell’Ocf, Mauro Maria Marino, su questo punto: “La nostra posizione è chiara: l’elemento umano deve rimanere centrale, con l’intelligenza artificiale in funzione di supporto, sempre mediata dal ruolo insostituibile del consulente”, ha dichiarato Marino, immaginando come la formazione continua nel mondo del lavoro potrà limitare nel lungo termine anche gli impatti immediati sull’occupazione che, sicuramente, l’Ai avrà in una prima fase.
Le prospettive istituzionali sulla professione
Ottimismo, per chiudere, sullo stato di salute della professione. A partire dagli esiti della vigilanza: “Nei sei anni dall’avvio delle nostre funzioni di vigilanza, abbiamo riscontrato pochissimi casi di gravi irregolarità”, ha affermato il direttore generale dell’Ocf, Alessandro Paralupi. “Le sanzioni più severe vengono applicate in caso di appropriazione indebita dei fondi dei clienti, ma questi casi sono praticamente inesistenti. Questo dimostra che siamo di fronte a una categoria professionale fondamentalmente onesta e molto attenta al rispetto delle regole”.
Guardando al futuro, “si aprono enormi praterie per il settore della consulenza finanziaria, che sta assumendo un ruolo sempre più significativo, come dimostrato durante recenti fenomeni economici come l’inflazione”, ha detto Marino. “La consulenza finanziaria, nelle sue articolazioni, rappresenta ormai una vera e propria infrastruttura immateriale dello Stato”.