Foto di Generoso De Sieno
Generoso Gioielli 1970, dopo cinquant’anni di attività, è oggi una maison orafa nota a livello internazionale. Da mezzo secolo continua a operare secondo antiche tecniche artigianali e un’arte tipicamente napoletana, con l’obiettivo di lavorare “nel” territorio e “per” il territorio, dando opportunità di impiego a giovani creativi partenopei. Un progetto che non ha frenato i suoi piani di espansione all’estero, presenziando fiere internazionali dalla Francia agli Emirati Arabi Uniti (tra Dubai, Abu Dhabi e Sharjah), ma anche Stati Uniti d’America e Hong Kong. Con pezzi unici e un tripudio di diamanti che, nel 2014, gli sono valsi anche la nomina di fornitore ufficiale della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie.
Foto della principessa Maria Carolina di Borbone delle Due Sicilie, che indossa la tiara-collier “Les jasmins des Bourbons” realizzata in occasione dei 50 anni di Generoso Gioielli 1970, in diamanti e oro bianco en tremblant
Oggi il laboratorio conta 11 professionisti, di cui sette dipendenti e quattro della famiglia De Sieno. A proseguire l’attività accanto al padre sono i suoi due figli Gennaro e Vincenzo, accompagnati dalla moglie Luisa nella modellatura e pulitura degli oggetti ma anche nella contabilità e nelle vendite. Una storia, dunque, anche di passaggio generazionale. “Dopo la scuola, i miei due figli studiavano in laboratorio. È diventata la loro seconda casa, sono realmente cresciuti tra quelle mura. Non si è mai stabilito che diventassero gioiellieri e seguissero le mie orme, ma è avvenuto naturalmente”, spiega Generoso, riconoscendo anche il loro prezioso supporto sul fronte dell’innovazione.
Dopo aver raccontato del trasferimento del laboratorio nel 2018, nel pieno della crisi economica, nel neonato polo orafo Oromare di Marcianise (tra Napoli e Caserta), Generoso non manca di lanciare uno sguardo anche all’ultimo anno. E alle difficoltà imposte dall’emergenza sanitaria che non hanno scalfito il suo desiderio di continuare a tramandare quell’arte antica che, oggi, si prepara a far scivolare nelle mani dei giovani. “I primi mesi della pandemia sono stati tragici, ma la maison era solida e abbiamo continuato a tenere stretti i nostri dipendenti. Il problema più grande, però, resta quello della burocrazia. Per un laboratorio artigianale, tenere il passo degli obblighi burocratici è faticoso. I tempi si allungano e, con essi, aumentano anche i costi. Manca una legge che ci solleva o ci supporta in tal senso”, conclude De Sieno.