Le piattaforme attive in Italia che hanno raccolto più capitali sono: Walliance (oltre 21,7 milioni di euro raccolti, di cui 10,62 nell’ultimo anno), Housers (11,7 milioni) e Rendimento etico (11,3 milioni)
A fine 2019, a livello mondiale il crowdfunding immobiliare ha raccolto oltre 20 miliardi di euro, raddoppiando il valore nel giro di un solo anno
Il 53% dei progetti ha riguardato costruzioni ex novo e il 56% è localizzato in contesti urbani. La Lombardia è il baricentro dello sviluppo con il 68% dei progetti (il 48% nella città metropolitana di Milano).
Alla fine del primo semestre, le piattaforme attive in Italia che hanno raccolto più capitali sono state Walliance, che rimane leader con oltre 21,7 milioni di euro raccolti (di cui 10,62 nell’ultimo anno), seguita da Housers e Rendimento etico, rispettivamente con 11,7 e 11,3 milioni di euro raccolti.
Politecnico di Milano – Walliance e Dwf Italy
Dal canto suo, Leonardo Grechi, head of business development di Walliance, ha aggiunto: “I numeri del mercato ci fanno dire che la nicchia degli early adopter si sta esaurendo e, come abbiamo avuto modo di dire anche in passato, il prodotto è ormai maturo abbastanza da poter essere ‘accolto’ da un pubblico più ampio di investitori. Anche in questo caso l’offerta ha creato e crea la domanda e sono sicuro che in un futuro prossimo saremo in grado di stringere accordi con le grandi reti di distribuzione”.
La community di Walliance sta crescendo di giorno in giorno. “Gli investitori ci dimostrano quotidianamente di aver ormai superato a pieno quella fase in cui si domandano cosa sia il crowdinvesting, come funzioni e se “ci si possa fidare”, e sono diventati dei veri e propri ambassador sia dello strumento in quanto tale, che soprattutto del modo in cui noi in Walliance lo applichiamo”, ha aggiunto Luce Landolfi, community manager di Walliance, spiegando che il loro ruolo per noi è stato e continua ad essere fondamentale per fronteggiare la sfida della normalizzazione del concetto di finanza alternativa – soprattutto in un settore come quello dell’immobiliare, che ancora oggi vive di atti pratici, cemento e mattoni, e che con il digitale ha sempre avuto ben poco a che fare”.
In ogni caso, anche se nel corso dell’ultimo triennio il mercato è andato incontro a una significativa e costante crescita (trainata dalla Lombardia che assume il ruolo di baricentro dello sviluppo del settore con il 68% dei progetti finanziati), in Italia, il fenomeno del real estate crowdfunding è più giovane rispetto al resto d’Europa.
A fine 2019, infatti, il crowdfunding immobiliare ha raccolto a livello mondiale più di 20 miliardi di euro, raddoppiando il valore nel giro di un solo anno. Le piattaforme censite sono 144, suddivise tra piattaforme di equity, lending e ibride. In particolare, nello stesso periodo, in Europa sono stati raccolti circa 3 miliardi di euro da 72 portali censiti, negli Usa 13,6 miliardi di dollari, da sole 38 piattaforme, mentre nel resto del mondo, la raccolta cumulata è stata di 5,3 miliardi, con 34 piattaforme (in crescita dalle 27 precedenti). E le attese sono positive. Se si guarda al Vecchio continente, a fine 2020, il mercato europeo – secondo gli esperti – negli scenari più conservativi potrà superare il valore cumulato di raccolta di 4 miliardi di euro, sfiorando la soglia dei 100 milioni di euro in Italia.