Torniamo a noi. Da una mappatura svolta da “Italia non profit”, durante l’emergenza covid-19 oltre 900 iniziative filantropiche hanno raccolto fondi per oltre 750 milioni di euro.
L’immobiliare può essere un luogo fisico dove convogliare iniziative sociali utili a rigenerare il territorio, ma soprattutto a creare lavoro e servizi di interesse generale.
Il Testo unico della finanza prevede che la raccolta tramite portali autorizzati di capitali di rischio possa essere svolta anche a beneficio di un’impresa sociale (social equity crowdfunding): la “mutirão”.
Il partenariato pubblico e privato (Ppp) è un contratto a lungo termine e/o persona giuridica costituita da una pubblica autorità e il settore privato per realizzare un bene o un servizio a lungo termine. Da una ricerca svolta dalla Fondazione Ifel del 2018, l’incidenza delle gare di Ppp sulle opere pubbliche delle amministrazioni comunali, nell’intero periodo 2002-2017, è pari al 12,3% per numero e del 31,4% per importo. È un circolo virtuoso a cui anche le società ordinarie, specialmente quelle di maggiori dimensioni che obbligatoriamente devono pubblicare le “dichiarazioni non finanziarie” (Dnf), possono contribuire. In tal senso, alcuni dei bilanci non finanziari delle principali società italiane illustrano proprio i contributi a iniziative promosse da alcune imprese sociali.
Il terzo settore svolge un ruolo di coordinamento fra primo settore (lo Stato) e secondo settore (il mercato) che ben si sposa con gli obiettivi, anche comunitari, diretti allo sviluppo di un’economia sostenibile che abbia a cuore gli SDGs promossi dalle Nazioni Unite.
Quali risvolti per il settore immobiliare?
La tecnologia e la cooperazione tra pubblico e privato possono facilitare la canalizzazione di interessi generali verso la rivitalizzazione fisica, sociale, economica e, soprattutto, diffusa di parte del territorio nazionale. Alla ricerca di utili non solo finanziari. Da una parte, il proprietario immobiliare – sia esso privato o pubblico – può ottenere che il proprio immobile ritorni a essere funzionale (e non più un problema per lo stesso), dall’altro la società civile può svolgere un’attività d’impresa “sociale” utile a generare risorse economiche e benessere per la comunità.
Il teatro, il museo, il centro sportivo, la casa per ragazze madri o per padri separati, la scuola di danza, il centro di recupero e così via sono solo alcuni delle attività, rientranti nel cosiddetto terzo settore radicate sul territorio, bisognose di uno spazio fisico (in altre parole di un “bene immobile” idoneo) che, potrebbero beneficiare dell’equity crowdfunding.
Il modello di “social enterprise” è nato prima negli ordinamenti anglosassoni ed è stato introdotto in Italia solo nel 2015 con le società benefit e nel 2017, grazie alla riforma del terzo settore, con le imprese sociali.
Con delibera Consob N. 21441 del 15 luglio è stata autorizzata RE-Anima.com il primo sito di equity crowdfunding focalizzato sulle imprese sociali e, in particolare, nella riqualificazione di beni immobili utili alle proprie esigenze nel rispetto dei principi propri della New urban Agenda. Il presente articolo vuole essere una condivisione non tanto degli aspetti tecnico legali sottostanti al procedimento autorizzativo che ho seguito dal punto di vista legale, bensì di una visione, direi financo alternativa, che tale iniziativa mi ha suscitato.