L’indice del fermento imprenditoriale è stato calcolato sulla base di 20 indicatori raggruppati in cinque dimensioni (sviluppo delle competenze, sviluppo finanziario, tessuto industriale, innovazione e performance imprenditoriale)
L’obiettivo è costruire una mappa degli ecosistemi imprenditoriali italiani più dinamici per aiutare aspiranti imprenditori e aziende consolidate a prendere decisioni più informate su dove investire le proprie risorse
Considerata la vetrina globale del “made in Italy” ma anche la capitale tricolore del business e della finanza, Milano guadagna il primo posto con il punteggio massimo di 100 in tutte le dimensioni tranne una
Nel ventunesimo secolo, secondo gli esperti, l’innovazione non rappresenta più soltanto il frutto di processi di ricerca e sviluppo di grandi imprese ma è il risultato di una sorta di “alchimia” che si concretizza in una particolare area geografica. Dai programmi di incubazione e accelerazione all’offerta di risorse finanziarie, fino alla diffusione di una cultura imprenditoriale legata alla presenza di eventi, communities e personalità rilevanti. Un nuovo studio dell’Institute for entrepreneurship and competitiveness dell’Università Liuc – Carlo Cattaneo rivela la top 50 delle province italiane più floride e dinamiche. A partire da Milano, Roma e Bologna.
L’indice del fermento imprenditoriale è stato calcolato per tutte le 107 province della Penisola, sulla base di 20 indicatori raggruppati in
cinque dimensioni (sviluppo delle competenze, sviluppo finanziario, tessuto industriale, innovazione e performance imprenditoriale). Il progetto, si legge nel rapporto, ha
tre obiettivi principali:
- costruire una mappa degli ecosistemi imprenditoriali italiani più dinamici per aiutare aspiranti imprenditori e aziende consolidate nel “navigare in maniera consapevole tra i vantaggi competitivi offerti dalle province d’Italia e prendere decisioni più informate su dove investire le proprie risorse”;
- supportare i processi decisionali e strategici delle funzioni di governo regionale e locale sui propri punti di forza, le aree da sviluppare e le migliori pratiche poste in essere da ecosistemi di successo;
- sostenere le agenzie di sviluppo e gli operatori del settore attraverso un set di indicatori comparabili tra province e nel tempo.
Milano: vetrina globale del made in Italy
Considerata la vetrina globale del “made in Italy” ma anche la capitale italiana del business e della finanza, Milano guadagna il primo posto con il punteggio massimo di 100 in tutte le dimensioni tranne una, quella della performance imprenditoriale (con 86). Metropoli del terziario, della moda e del design, è la terra madre di circa il 20% delle startup innovative tricolori e tra le sei capitali economiche europee accanto a Londra, Amburgo, Francoforte, Monaco di Baviera e Parigi. “Sede della Borsa Italiana, Milano è la porta di ingresso degli investimenti stranieri in Italia ma anche un polo finanziario per le startup italiane, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti early stage, cioè gli investimenti iniziali necessari all’avvio dell’azienda”, spiegano i ricercatori. Nell’ultimo triennio, infatti, sono 77 quelli registrati a favore delle startup del territorio, grazie sia a investitori istituzionali sia a tutto il mondo del venture capital e dei business angel.
Al secondo posto Roma, che negli ultimi anni ha assunto un ruolo guida nello sviluppo finanziario del Paese. Una medaglia d’argento condivisa tra l’altro con gli investimenti early stage nell’ultimo triennio, pari a 35, preceduta anche in questo caso solo da Milano. Con un punteggio complessivo di 56, infatti, la capitale della “dolce vita” si distingue soprattutto sul fronte della performance imprenditoriale (84), seguita a pari merito dal tessuto industriale e dallo sviluppo finanziario (62). Tra gli investitori più attivi nell’ecosistema si segnalano Lventure group, Cdp venture capital e Lazio Innova. Chiude il podio Bologna, storico crocevia di grandi artisti e personaggi illustri. La provincia, che ottiene un punteggio finale di 47, è riconosciuta a livello globale come il centro nevralgico della “motor valley”, grazie anche alla presenza di alcuni brand motoristici di fama mondiale come Ducati e Lamborghini. Per non dimenticare poi l’Alma mater studiorum, l’università che da qualche anno sostiene i giovani talenti italiani e internazionali a sviluppare i propri progetti imprenditoriali con il suo incubatore, Almacube. La top ten si conclude poi con Firenze (con un punteggio di 45), Padova (44), Trento (42), Pisa (41), Torino (39), Bolzano (39) e Bergamo (38). Tra le province meno innovative in assoluto, invece, si segnalano Enna, Nuoro e Caltanissetta.
L’indice del fermento imprenditoriale è stato calcolato sulla base di 20 indicatori raggruppati in cinque dimensioni (sviluppo delle competenze, sviluppo finanziario, tessuto industriale, innovazione e performance imprenditoriale)L’obiettivo è costruire una mappa degli ecosistemi imprenditoriali ita…