Il desiderio di comprare oro e metterlo in portafoglio non è mai sembrato tanto giustificato: negli ultimi tre anni al 12 febbraio 2025, l’oro è aumentato di prezzo più di quanto non abbia fatto l’indice azionario americano S&P 500. La notizia è che in questi tre anni non c’è stato un crollo azionario clamoroso: le azioni sono andate molto bene, con una performance del 37%. Il punto è che l’oro ha fatto molto, molto meglio, con un guadagno cumulato vicino al 60% – e questo prima di aver corretto per il cambio con l’euro, che renderebbe ancora più favorevole questa performance in termini concreti per un investitore italiano che avesse comprato tre anni fa e venduto oggi.
In generale, comprare dopo un grande rialzo non dà garanzie sulla possibilità di fare guadagni. L’oro fisico, in particolare, è uno strumento di protezione patrimoniale di lungo periodo, più che un asset da trading. La sua funzione primaria è quella di preservare valore nel tempo, offrendo una copertura in scenari di inflazione elevata nel lungo periodo, instabilità finanziaria o crisi geopolitiche. Ma per chi volesse comprare oro, in formato fisico o finanziario, cercheremo di definire quali sono le opzioni più sicure.
Comprare lingotti e monete: l’investimento intramontabile
Quando si acquista oro fisico, l’aspetto fondamentale non è tanto risparmiare sui margini di guadagno del commerciante – meno importanti a meno che non si prevedano molte transazioni e si punta a detenere oro come zoccolo duro del portafoglio a lungo termine. Il punto è assicurarsi di acquistare un prodotto dalla qualità certificata. Il primo passo è cercare un operatore professionale in oro presente nella lista aggiornata dalla Banca d’Italia: questo fornirà la garanzia di un’autorizzazione di legge a operare e quindi maggiori controlli sulla merce venduta. In Italia sono presenti al momento 698 operatori: per semplificare la ricerca, è possibile utilizzare la tabella in basso per controllare se il banco metalli o compro oro vicino casa rientra in questa lista (si può digitare anche il nome della città).
Una volta individuato il punto d'acquisto, ci si potrà concentrare sulla tipologia di oro fisico da acquistare. Se si parla di oro da investimento, la scelta più consigliabile è orientarsi sui pezzi la cui qualità è standardizzata. Un esempio classico sono le sterline d'oro. Il conio di queste monete viene tramandato con caratteristiche visive simili da oltre un secolo – a cambiare sono, a seconda degli anni, le effigi dei regnanti. Il valore numismatico spesso non fa drastiche differenze, a contare è il contenuto elevato di oro, quasi puro, contenuto negli 8 grammi di ciascuna moneta. Prima di recarsi all'acquisto è possibile consultare uno dei molti cataloghi reperibili per comprendere le varie coniature, ad esempio, le varie ere della Regina Elisabetta II, comprese le valutazioni all'acquisto e alla vendita. Il vantaggio della sterlina, così come dei marenghi e delle altre monete da investimento, è la possibilità di acquistare in piccole tranche, con maggiore flessibilità di vendita successiva rispetto ai lingotti e lingottini. Al momento di pubblicazione, una sterlina d'oro può essere acquistata con circa 690 euro.
Un'alternativa alla moneta è il lingottino, con pezzature che possono scendere anche al di sotto dei 10 grammi. Anche in questo caso, i banchi metalli sono alcune delle soluzioni più sicure per mettere in cassaforte (o, meglio, in cassetta di sicurezza) il proprio oro fisico. Il vantaggio di lingotti più grossi? Si può risparmiare qualcosa sui margini del rivenditore.
Cosa evitare? Lamine d’oro e transazioni non certificate
Qual è, invece, un prodotto un po' meno vantaggioso? In particolare, sono meno consigliabili le lamine d'oro per uso d'oreficeria, per quanto punzonate con l'indicazione della purezza. Si tratta di un prodotto la cui qualità potrebbe essere accertata solo in seguito a perizie, che sarebbe sempre meglio far eseguire da soggetti diversi dal potenziale compratore. Le lamine nascono come prodotto di uso artigianale e non per investimento, a meno che non siano di 24 carati: ossia pure al 999,99%, come indicato da punzonatura. Il vantaggio potenziale è che il costo di lavorazione è più basso, con differenziali sull'acquisto inferiori. Tuttavia, è un mercato meno liquido rispetto a quello di lingotti e monete da investimento, e la verifica dell'autenticità può essere più complessa.
In alcuni casi, queste lamine finiscono nelle casseforti in seguito ad acquisti effettuati in nero dal gioielliere di fiducia. In questi casi si parla di una transazione illecita che, a partire dal 2024, viene praticamente fatta pagare ex post, come andremo ora a vedere.
Il nodo fiscale: non è più un dettaglio da trascurare
Qualunque sia il canale d'acquisto, chi compra oro dovrà avere molta cura nel conservare la ricevuta. Infatti, in assenza di una prova sul prezzo iniziale, il fisco procederà a tassare il 26% sull'intero valore dell'oro venduto, e non più solamente sulla differenza fra valore d'acquisto e di vendita (se c'è una plusvalenza). In questo modo, l'acquisto in nero viene scoraggiato con la clava fiscale.
Fino al 2023, invece, in assenza di ricevuta d'acquisto si pagava l'imposta sulla plusvalenza del 26% solo sul 25% del controvalore – il governo Meloni, però, sembra voler fare cassa sull'oro che in questi mesi è stato venduto ai massimi storici.
Comprare oro in banca è possibile?
Sì, anche se non sarà direttamente la banca a vendere, ma uno degli operatori autorizzati – con cui molte banche hanno collaborazioni. Il problema potrebbero essere i costi applicati sulla transazione, in quanto si frappone un intermediario in più. Inoltre, è possibile che in banca possano incoraggiare l'acquisto di oro sotto forma finanziaria, che è più facile da liquidare in tempi brevi e può essere più facilmente utilizzato nella logica della gestione patrimoniale come una delle leve per cambiare il bilanciamento del portafoglio.
In sé, non è una cattiva idea: l'oro finanziario solleva dal problema della conservazione fisica, in cambio di costi di gestione annuali anche dello 0,1%. Per fare un confronto, un deposito presso un banco metalli, invece, può costare lo 0,5% del controvalore annuo.
Insomma, a meno di non avere oro fisico per oltre 100mila euro, tenerlo fisicamente in una cassetta di sicurezza costa di più dell'alternativa finanziaria. Tuttavia, l'oro fisico è più adatto come protezione pura di lungo periodo, in scenari che potrebbero mettere sotto pressione la solvibilità delle controparti che emettono gli Etf. Tuttavia, alcuni Etf sull’oro sono coperti da oro fisico segregato, riducendo il rischio di controparte rispetto ad altri strumenti derivati.