Nel processo d’individuazione dello Stato dove aprire una società negli Usa, il sistema fiscale statale, con cui rapportarsi, può incidere significativamente sulla scelta che un imprenditore, soprattutto se straniero, andrà a effettuare.
Come ogni anno la Tax Foundation, un think tank indipendente, con sede a Washington DC, ha pubblicato una classifica (State business tax climate index) sugli stati fiscalmente più attraenti per le piccole e medie imprese.
I 10 migliori Stati in cui investire e aprire una società
Lo studio della Tax Foundation ha evidenziato come la maggior parte degli Stati che si classificano nei primi 10 posti condivida un dato comune: la rinuncia alla tassazione di un’imposta.
Wyoming e Nevada, ad esempio, non applicano le imposte sul reddito delle società o delle persone fisiche. Il South Dakota va ancora più in là, rinunciando, oltre alle imposte sul reddito delle società o delle persone fisiche, anche all’assicurazione contro la disoccupazione.
L’Alaska, sebbene abbia una delle imposte societarie più alte di tutto il paese, 9,4%, non prevede imposte sul reddito delle persone fisiche ed è uno dei cinque Stati insieme a: Delaware, Montana, New Hampshire e Oregon a non imporre una tassa sulle vendite.
La Florida non impone un’imposta sulle persone fisiche e ha un’imposta societaria del 4.4% tra le più basse della nazione. Il New Hampshire e il Nevada non applicano un’imposta sulle vendite.
Ciò non significa che uno Stato non possa classificarsi tra i primi 10 pur continuando a imporre tutte le principali tasse. L’Indiana e lo Utah, ad esempio, riscuotono tutte le principali imposte, applicando aliquote piuttosto basse.
I Migliori 10 | I Peggiori 10 |
Wyoming | Rhode Island |
South Dakota | Hawaii |
Alaska | Vermont |
Florida | Minnesota |
Montana | Maryland |
New Hampshire | Massachusetts |
Nevada | Connecticut |
Utah | California |
North Carolina | New York |
Indiana | New Jersey |
I 10 peggiori Stati in cui investire e aprire una società
Mutatis mutandis, gli Stati in fondo alla classifica tendono ad avere un problema in comune: tasse complesse con aliquote elevate.
Il New Jersey, da anni in fondo alla classifica, è ostacolato da alcuni dei più alti oneri fiscali del Paese. Invero, lo stato si contraddistingue per applicare le imposte societarie, sul reddito delle persone fisiche e sugli immobili più alte di tutti gli Stati Uniti, oltre a un trattamento particolarmente aggressivo nei confronti dei redditi internazionali.
Il Massachusetts sceso di ben 33 posizioni negli ultimi anni e 12 solo dalla precedente edizione, deve questa sua debacle al raddoppio dell’imposta sul reddito, passata dal 5% al 9%, sui redditi superiori a 1 milione di dollari. Il Massachusetts si è inoltre classificato all’ultimo posto nella categoria imposta sull’assicurazione contro la disoccupazione e al terz’ultimo posto per le tasse sulla proprietà.
Tassazione e imposte statali Usa a confronto
Come si è arrivati a questa classifica? Sebbene classificare gli Stati non sia mai facile, soprattutto perché ognuno ha un sistema fiscale diverso, la Tax Foundation ha condotto la sua analisi confrontando più di 100 fattori tra le cinque imposte, che a livello statale, gravano sulle imprese:
- imposta sulle società (corporate tax),
- imposta sulle persone fisiche (individual income tax),
- imposta sulle vendite al consumo (sales tax),
- imposta sugli immobili (property tax),
- imposta sull’assicurazione contro la disoccupazione (unemployment insurance tax).
1. Imposta sulle società (corporate tax)
L’imposta sulle società è un’imposta aggiuntiva applicata a livello statale sul reddito prodotto dalle persone giuridiche. Ciascuno Stato adotta un diverso metodo di tassazione, con aliquote differenti, a secondo del settore in cui la società andrà a operare e della forma societaria scelta. Ad esempio, optare per una C Corporation invece di una S Corporation, Llc, partnership o una ditta individuale, influenzerà l’ammontare delle imposte che una società dovrà versare allo Stato presso il quale è costituita.
2. Imposta sul reddito individuale (individual income tax)
L’imposta sul reddito individuale è l’importo che i singoli contribuenti versano allo Stato nel quale vivono. Essa si applica al reddito complessivo, determinato a livello federale, tramite l’applicazione di un’aliquota variabile da stato a stato.
3. Imposta sulle vendite (sales tax)
In assenza dell’Iva, le Sales tax sono le imposte statali e comunali che il consumatore finale versa a un’attività commerciale in seguito a una transazione per l’acquisto di un bene o, in alcuni Stati, per la prestazione di un servizio.
Il venditore, sia esso persona fisica o giuridica, opera come un sostituto d’imposta e, come tale, sarà responsabile sia di addebitare l’imposta al proprio cliente che di versare la stessa al fisco americano. Tali obblighi sorgono in capo a ogni venditore che abbia un sufficiente legame con il territorio, in gergo “nexus”. Per un’attività commerciale esso è rappresentato da un punto vendita, magazzino, uffici, impiegati etc.
È di tutta evidenza che un’imposta elevata sulle vendite possa da un lato indurre i consumatori a modificare il loro comportamento di acquisto spingendoli ad acquistare beni meno costosi, e dall’altro, costringere le aziende a ridurre i prezzi con una conseguente riduzione dei profitti.
4. Imposta sulla proprietà (property tax)
È un’imposta patrimoniale che colpisce i beni immobili. L’imposta è calcolata sul valore del bene, per tale ragione è spesso chiamata “ad valorem”, a cui si applica un’aliquota, adottata a livello locale, che varia a secondo della categoria di appartenenza, bene residenziale e/o commerciale.
Gli immobili residenziali vengono normalmente rivalutati ogni anno. In Massachusetts, ad esempio, ciò avviene il 1° gennaio, per allinearne la loro valutazione al valore di mercato. La città dello stato presso la quale l’immobile è ubicato è responsabile della riscossione.
5. Tassa sull’assicurazione contro la disoccupazione (unemployment insurance tax)
In gergo nota come Suta, State unemployment tax act, si riferisce alla legge statale che ha introdotto l’imposta per finanziare le indennità di disoccupazione. L’imposta, a carico dei datori di lavoro, ha lo scopo di costituire un fondo di riserva da cui vengono pagate le indennità ai lavoratori aventi diritto. Ciò offre a tutti i lavoratori un aiuto prezioso in termini di protezione temporanea del reddito, formazione e supporto professionale durante i periodi di disoccupazione.