I bond convertibili At1 di Deutsche Bank, gli stessi che sono costati complessivamente 17 miliardi di dollari agli investitori istituzionali nell’ambito del salvataggio di Credit Suisse, hanno visto un incremento del proprio rendimento fino al 24%
“Il Cds a 1 anno sui titoli subordinati di Deutsche Bank è passato da circa 200 punti base di premio a 500 punti base in pochissimi giorni. Tale movimento verticale ha destato diversi dubbi sul mercato generando vendite sia sul titolo azionario sia sui titoli obbligazionari piu rischiosi”, ha dichiarato a We Wealth l’analista obbligazionario indipendente Giacomo Alessi
Eppure i numeri di bilancio della banca tedesca sono molto diversi da quelli di Credit Suisse: le ipotesi sulle cause dietro alla speculazione
Il titolo Deutsche Bank è tornato ai minimi dallo scorso ottobre, con un calo che attorno a metà giornata di venerdì ha superato il 14% a 8 euro per azione, il peggior ribasso intraday mai visto da inizio pandemia. Il titolo ha poi chiuso la seduta a -8,5%. Venerdì 24 marzo la banca ha annunciato il rimborso anticipato di un bond Tier 2 da 1,5 miliardi in scadenza nel 2028, una mossa che solitamente indica uno stato di buona salute finanziaria (contrariamente a quanto comunicherebbe un ritardo nei rimborsi). La reazione di mercato, tuttavia è stata opposta in questa circostanza di grande attenzione sull’istituto, dopo le tensioni che hanno riguardato Credit Suisse e diverse altre banche americane.
Lo swap a cinque anni per assicurarsi contro l’insolvenza di Deutsche Bank (Cds) , da tempo osservata speciale per l’elevata esposizione ai derivati, ha visto crescere il suo costo a 220 punti base.
Nel frattempo, i bond convertibili At1 di Deutsche Bank, gli stessi che sono costati complessivamente 17 miliardi di dollari agli investitori istituzionali nell’ambito del salvataggio di Credit Suisse, hanno visto un incremento del proprio rendimento al 24%, e oggi pagano il doppio rispetto ai livelli precedenti allo scoppio della “crisi” innescata da Svb. Anche in questo caso, è il segno di una crescente sfiducia sulla solvibilità della banca, che per ora non ha commentato la vicenda in via ufficiale. Lo ha fatto, invece, il cancelliere tedesco Olaf Scholz: “Deutsche Bank ha modernizzato e riorganizzato il suo business in modo fondamentale è molto redditiva e non c’è bisogno di preoccuparsi di nulla”.
L’Etf Invesco At1, che indica il valore del più ampio mercato dei bond bancari At1, ha segnato un ulteriore ribasso dell’1,64% venerdì, riportando il valore di questi bond ai minimi dall’aprile 2020. L’intero comparto bancario europeo ha sofferto in Borsa con l’Euro Stoxx Banks in rosso del -3,78%, mentre lo Stoxx 600 ha ceduto oltre l’1,3%. Risultato analogo in Italia: l’indice settoriale bancario ha perso il 3,13% mentre il Ftse Mib ha chiuso in rosso del 2,23%.
Secondo il noto cronista economico del Welt, Holger Zschaepitz, il mercato in questo momento sta attribuendo un 31% di possibilità di default sui bond bancari junior di Deutsche e del 16% sui tagli senior più sicuri.
Deutsche Bank aveva chiuso il quarto trimestre con un coefficiente patrimoniale Cet 1 al 13,4%, al di sopra dei suoi requisiti fissati dalla Bce al 12,5%, con un total capital ratio del 17,84% (a fronte di un target minimi a 15,75%).
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Il commento sulla calda giornata dei Cds di Deutsche Bank
“Il Cds a 1 anno sui titoli subordinati di Deutsche Bank è passato da circa 200 punti base di premio a 500 punti base in pochissimi giorni. Tale movimento verticale ha destato diversi dubbi sul mercato – ancora livido dell’assorbimento di Credit Suisse da parte di Ubs – generando vendite sia sul titolo azionario sia sui titoli obbligazionari piu rischiosi”, ha dichiarato a We Wealth l’analista obbligazionario indipendente Giacomo Alessi, “l’AT1 perde circa 5 figure a 84 mentre l’azione ha chiuso in forte recupero in area -8,5% da un minimo di -14,7%”.
“Il cancelliere tedesco Scholz ha ristabilito calma sulla banca sentenziando che ha un business model molto profittevole, forte dei 6,1 miliardi di utile contro una perdita da 8 miliardi di Credit Suisse”, ha aggiunto Alessi, “Deutsche Bank è stata per anni la grande malata d’Europa con un’esposizione in derivati otc molto pesante tuttavia il rialzo dei tassi dovrebbe giovare all’istituto”.
Quindi qual è stata la vera causa di questa svendita? “La mossa di oggi sembra piu legata ad una paura collettiva che ad un motivo sostanziale, la banca ha tra l’altro richiamato un subordinato LT2 2028 da 1,5 miliardi di euro, questo potrebbe aver spinto ad un riposizionamento di qualche grande operatore sul Cds scommettendo magari che il tasso di un nuovo subordinato emesso sul mercato potrebbe essere decisamente alto cosi da ripagare la ‘scommessa’ sull’acquisto del Cds“.
“La chiave di lettura che troviamo più plausibile e più verosimile al caso di Deutsche Bank”, ha commentato il senior market strategist di IG Italia, Filippo Diodovich, “è che alcuni grandi operatori (in particolar modo hedge funds) abbiano deciso di intraprendere una serie di investimenti rischiosi su chi sarà la prossima banca a saltare dopo Credit Suisse. Deutsche Bank è una banca che nella mente di molti operatori è ancora considerata molto vulnerabile”, ha aggiunto l’analista, “a nostro avviso guardando i fondamentali (redditività, coefficienti di liquidità e ratio patrimoniali) crediamo che Deutsche Bank non sia così debole e vulnerabile come molti operatori possano ancora credere. Deutsche Bank non è Credit Suisse”.