Giunto alla sua settima edizione nel 2024, il Report sul Mercato dell’arte e dei beni da collezione di Deloitte Private Italia sintetizza l’andamento del mondo delle aste, dell’arte e della cultura del 2023, fornendo approfondimenti specifici per tipologia di bene in asta e per area geografica.
“Knockback” e “Ricerca”: due termini per descrivere un 2023 di crescente complessità, di “contraccolpo” negativo dopo i fuochi d’artificio del 2022, nonostante i collezionisti continuino a dimostrare interesse per i beni di qualità in tutti i comparti¸ dalla pittura ai Passion Assets. Questa la sintesi di un anno difficile per i collectibles, che ha portato ad un calo complessivo del fatturato delle aste delle principali major (Christie’s, Sotheby’s e Phillips) del -18.2% rispetto al 2022, anche determinato da una generale riduzione dei prezzi medi dei lotti.
Ha prevalso un atteggiamento di maggior prudenza, che ha colpito soprattutto la fascia alta del mercato ed in particolare della pittura, nonostante la continua spinta dei collezionisti a ricercare beni di qualità, sia nei comparti delle arti visive, sia tra i beni di lusso, gioielli, borse e design da collezione. Non vanno tuttavia dimenticati alcuni elementi non ricorrenti che avevano favorito la performance eccezionale del 2022, tra cui, su tutti, i sensazionali risultati delle diverse single owner collection vendute nell’anno.
Deloitte Art & Finance Report 2024: 3 punti fondamentali
Nonostante l’impatto del contesto macroeconomico e geopolitico, alcuni elementi fanno comunque considerare complessivamente il 2023 sopra la soglia della sufficienza. In primis, l’interesse delle nuove generazioni, sempre più mature e interessate agli acquisti; in media, infatti, le major internazionali hanno registrato tra il 30% e il 50% di nuovi acquirenti, di cui un terzo appartenenti alle generazioni dei Millennial e dei Gen Z. La crescente presenza di Millennial e giovani acquirenti, che si affacciano sempre più al mercato dei beni da collezione, porta, come già visto, nuove esigenze, nuove abitudini d’acquisto e, al contempo, un nuovo potenziale target da fidelizzare.
In secondo luogo, l’impegno delle case d’asta a continuare a ricercare ed affinare nuove modalità di vendita e ad ampliare la propria offerta, consolidando la propria presenza internazionale su target sempre più ampi, e attivando iniziative territoriali per incentivare nuovi acquirenti e incuriosire i più giovani.
Terzo elemento positivo è la sempre più diffusa attenzione per i pleasure asset (borse, sneaker, orologi e vini), meno impegnativi da un punto di vista economico rispetto all’arte e più funzionali in tema di rappresentatività sociale. Tra i top lot dell’anno nel comparto dei Passion Assets, si segnala il diamante ‘The Bleu Royal’, una pietra da 17,61 carati, il più grosso diamante blu mai venduto in asta, che ha totalizzato 44 milioni da Christie’s nel mese di novembre[2]. Degno di nota anche il risultato registrato da Sotheby’s a maggio per la vendita della più antica copia di Bibbia ebraica andata in asta e risalente al 900 circa: oltre 38,1 milioni, con un’asta mono-lotto[3].
Gli altri trend
Restano poi validi alcune tendenze già rilevate nelle precedenti edizioni del report, tra cui la crescente attenzione nei confronti di diversità e inclusione anche nel mondo dell’arte, in termini di mercato, mostre ed esposizioni, il continuo rafforzamento dei canali di vendita digitali e l’interesse nella sostenibilità ambientale e sociale da parte degli operatori.
Deloitte Art & Finance report 2024, la geografia del collezionismo
In termini geografici, New York si conferma alla guida del mercato dell’arte internazionale e Hong Kong è finalmente tornata alla sua internazionalità dopo anni di complessità determinati dalla pandemia, con un mercato attento e ricettivo dell’offerta internazionale. Osserviamo con interesse anche la crescita economica dell’India, che potrebbe portare in futuro ad una crescita dimensionale della platea di collezionisti e uhnwi, grazie alla sua classe dirigente giovane, internazionale e ad un’economia locale molto dinamica.
Guardando all’area europea, invece, si assiste al progressivo indebolimento della Gran Bretagna e alla parallela crescita di Parigi come hub di mercato, favorita non soltanto dal regime di libera circolazione, ma anche da una manovra finanziaria che ha portato ad un abbassamento dell’IVA per le transazioni di opere d’arte al 5,5%. Anche l’Italia sta lavorando per rivitalizzare il suo ecosistema artistico attraverso un disegno di legge che semplifica le procedure per la circolazione di beni culturali, oggetti d’antiquariato e da collezione, prevedendo anche agevolazioni fiscali, per cercare di competere, se non sopravvivere, con il mercato francese.
2024, il contesto internazionale difficile
Non dobbiamo tuttavia dimenticare che quanto finora esposto si è realizzato a fronte di un contesto internazionale estremamente difficile. Il 2023 ha infatti visto il proseguo del conflitto russo-ucraino e lo scoppio della guerra in Medioriente, con effetti su tutti i mercati regolamentati, nonché sul mondo del collezionismo, caratterizzato da una forte presenza di famiglie ebraiche. Nonostante si sia finalmente registrato l’atteso calo dell’inflazione sia in America che in Europa, dopo il forte aumento del biennio 2021-2022, molte delle previsioni dell’anno basate su principi di macroeconomia dati per assodati nel corso dei decenni, sono state deluse e per questo è necessario essere cauti sulle previsioni per il 2024.
Il 2024 sta confermando (per ora) gli elementi già emersi durante l’ultima parte del 2023, ma il vero rischio può essere determinato dal contesto politico internazionale.
Collezionismo e geopolitica
Assisteremo (in parte è già avvenuto) al rinnovo dei governi in ben 76 Paesi, di cui 8 sono tra i 10 paesi più popolosi al mondo. Complessivamente, sono 2 miliardi le persone chiamate a votare (che equivale anche a dire la metà della popolazione adulta nel mondo o il 41% della popolazione mondiale) e sono dunque legittime le preoccupazioni per un anno che potrebbe stravolgere ancora di più i già fragili equilibri politici e sociali internazionali. Una eventuale reticenza a vendere da parte dei collezionisti in possesso di opere outstanding, in attesa di tempi più propizi a causa dei possibili conflitti, potrebbe scatenare nel breve “l’effetto valanga”, già noto in questo mercato.
All’interno del report, che verrà rilasciato in anteprima a Mia Photo Fair con un talk dedicato previsto per l’11 aprile alle ore 12.15, sono proposti anche approfondimenti dedicati agli nft, all’evoluzione normativa in materia fiscale in Italia e alla misurazione degli impatti della cultura per finalità di rendicontazione della sostenibilità.
Il report è figlio di un osservatorio costante e flessibile che si pone l’obiettivo di contribuire, per la parte di competenza, nel processo di informazione sul mercato dei collectibles, fornendo agli interessati strumenti decisionali utili ad orientarsi nelle scelte d’acquisto.
[2] Christie’s, “Magnificent Jewels including The Bleu Royal”, 7 novembre 2023.
[3] Sotheby’s, “Codex Sassoon: The Earliest Most Complete Hebrew Bible”, 17 maggio 2023.