Credem ha chiuso il 2022 con una crescita di ricavi e utili a doppia cifra, “guidati dall’incremento del margine finanziario”. A fine dicembre 2022 il margine di intermediazione si attesta a 1.472,9 milioni, in aumento del 10,2%, con un margine finanziario in crescita del 33,5% a 662,7 milioni. L’utile netto a 317 milioni è cresciuto del 23,4%, se non si considerano i 95,6 milioni di badwill dovuto all’acquisizione di Caricento. “I positivi risultati raggiunti consentono di ipotizzare la distribuzione di un dividendo pari a 3,3 euro per azione”, ha fatto sapere la società, in aumento del “10% rispetto all’anno scorso per un monte dividendi complessivo pari a 54,4 milioni di euro”. Intorno alle ore 12 e 40 il titolo Credem procede a velocità più sostenuta rispetto al Ftse Mib, mettendo a segno un rialzo superiore al punto percentuale.
Cuscinetto patrimoniale in vista della crisi
La solidità patrimoniale Cet 1 ratio è pari al 13,72% “con oltre 1 miliardo di euro di margine sui requisiti patrimoniali di vigilanza”; il CET1 Ratio minimo (SREP) assegnato al Gruppo per il 2023 è pari a 7,56%.
Sulla qualità del credito la banca ha espresso una certa fiducia, tenendo in considerazione la resistenza mostrata dalle imprese anche nelle ultime crisi. L’istituto, comunque, ha incrementato gli accantonamenti da 7,5 a 11,3 milioni e incrementato le rettifiche nette di valore sui crediti da 31,5 a 49,1 milioni. Le sofferenze nette su impieghi netti sono pari a 0,23% (rispetto a 0,31% a fine 2021) “dato significativamente inferiore alla media di sistema pari a 0,92%”. Il rapporto tra crediti problematici totali lordi e impieghi lordi (NPL Ratio) si attesta al 2,1% (in calo dal 2,43% di fine dicembre 2021) a fronte di una media delle banche significative italiane(7) di 3,12%, e 2,29% della media Ue. La banca si muove verso un obiettivo di “Npl zero”, ha dichiarato in conference call il dg di Credem, Angelo Campani.
Margini in crescita, grazie all’effetto tassi
Nel quarto trimestre Credem ha osservato un ulteriore espansione del margine finanziario (+35% su base trimestrale) a 223 milioni “grazie al significativo rialzo dei tassi di interesse.
Come osservato anche altrove nel settore, l’andamento negativo dei mercati nel 2022 ha ridotto le entrate generate dalle commissioni. Il margine da servizi si attesta a 810,2 milioni, in calo del 3,6%; al suo interno sono scese del 4,6%, a 664,2 milioni, le commissioni nette. Ad aver sofferto di più sono le commissioni riconducibili alla gestione e all’intermediazione (-10,9% a 426,6 milioni), mentre sono aumentate quelle legate ai servizi bancari (+9,4% a 237,6 milioni). In flessione, riflettendo l’andamento generale del mercato, anche il trading in titoli, cambi e derivati (-2%) e il l’attività assicurativa del ramo vita (-0,8%).
La raccolta gestita nell’intero anno è stata pari a 31 miliardi di euro (-12,3%) che ha risentito “principalmente dell’andamento dei mercati nel corso del 2022”, ha fatto sapere la banca emiliana, “la raccolta assicurativa si è attestata a 8,3 miliardi di euro (-4,7%) e i premi legati a garanzie di protezione vita e danni hanno raggiunto 76,1 milioni di euro (+13,2% rispetto a fine 2021)”.
Dividendi e M&A
La politica di distribuzione dei dividendi è stata giudicata come prudente da alcuni analisti in conference call, sollevando nuove domande sulla possibile costituzione di un capitale finalizzato a nuove acquisizioni. Per il momento, ha risposto il dg, Angelo Campani, il focus rimane sulla crescita organica. In futuro le operazioni di M&A potranno tornare sul tavolo a patto che non “creino stress patrimoniale” e ci sia una buona integrazione a livello geografico. “Non escludiamo il potenziamento di singole linee di business”, ha aggiunto Campani, interrogato sulla possibilità di acquisire fabbriche di prodotto, “ma al momento non abbiamo dossier aperti”.
Consulenti, numero stabile
La sostanziale stabilità nel numero della rete di consulenti finanziari (833 nel 2022), sembra di capire dalle risposte di Credem, difficilmente verrà alterata prima del chiarimento normativo sul tema del divieto alle retrocessioni, in discussione a livello comunitario. I futuri ingressi verranno controbilanciati dal raggiungimento degli obiettivi in termini di portafoglio medio, con la possibilità di un ricambio dettato dai risultati.
I risultati del private banking
A fine 2022 le masse complessive di Credem – Euromobiliare Private Banking e del private banking di Credem sono pari a 39,2 miliardi di euro, con 679 professionisti. Euromobiliare, come già annunciato nelle scorse settimane, diventerà la nuova private bank di Credem, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente la specializzazione dei canali e delle strutture di supporto ai clienti ‘private’, incrementare il livello di servizio offerto anche grazie alle sinergie con le società prodotto del Gruppo ed ai costanti investimenti in tecnologia ed innovazione per contribuire a migliorare il benessere finanziario e di vita dei clienti”.
Credem “continuerà a specializzare il modello di offerta nel wealth management e nella bancassicurazione”, ha fatto sapere Campani, “proseguirà nell’offerta digitale innovativa per le imprese, ci sarà un forte impegno nell’attività di credito al consumo e rivolgerà un importante focus alla business unit commerciale per rafforzare il modello distributivo”.