Credem nel 2021 ha messo a segno il suo miglior risultato di sempre con 352,4 milioni di utile netto: esuberante la reazione a Piazza Affari, nella mattina di martedì 8 febbraio
“Condivido l’idea di valorizzare il segmento private e credo che vedrete nei prossimi mesi nostre iniziative in tal senso”, ha affermato il dg Nazzareno Gregori, nel corso della conference call con gli analisti
Il dg ha poi precisato che tali iniziative non riguarderanno operazioni di acquisizione che, comunque, restano una strategia di crescita che la banca intende percorrere. I possibili target per le operazioni di M&A di Credem, ha aggiunto Gregori, non saranno necessariamente banche commerciali, ma anche, eventualmente banche focalizzate sulla clientela private: “come dimostrato dall’acquisizione di Cr Cento… siamo attivi sul mercato e cercheremo di cogliere tutte le opportunità per aumentare le nostre economie di scala”.
Nel frattempo, l’apertura di Borsa ha sorriso al titolo della banca emiliana, che nelle prime due ore di trading ha visto un rialzo del 5,12% a 6,77 euro.
Per quanto riguarda le fonti di ricavo, Credem è riuscita incrementare gli impieghi del 13,2% nel 2021, superando di dieci volte la media di sistema. A questo si è affiancata a una forte raccolta netta di masse gestite e di polizze – più che raddoppiata rispetto al 2020. “Continuiamo a contraddistinguerci per un modello di business ad elevato livello di diversificazione delle componenti di reddito e nel 2021 l’incidenza dei ricavi del gestito ed assicurativo ha raggiunto il 40%”, ha affermato Gregori.
Credem, il ruolo del risparmio gestito e della bancassurance
I margini legati ai servizi, trainati dalle commissioni di performance (49 milioni nel solo Q4 2021), hanno visto un incremento anno su anno del 18,2% a oltre 200 miliardi di euro nel quarto trimestre del 2021. Il gruppo è riuscito “sia ad aumentare i volumi sia la redditività delle masse gestite”, ha dichiarato il dg, che ha voluto rimarcare il ruolo della componente assicurativa (19,1 milioni nel Q4 2021) definendola come “centrale” nelle scelte strategiche del gruppo.
Interrogato sulla politica dei dividendi del gruppo, meno “generosa” rispetto a quella di molte banche concorrenti, Gregori ha preferito glissare: “rispettiamo le scelte del Cda”. Credem ha incrementato del 50% la sua cedola, portandola a 0,30 euro per azione e oltre 100 milioni di euro complessivi.
In vista di un 2022 che potrebbe essere un po’ più teso sul fronte della qualità dei crediti il direttore generale ha mostrato, per ciascun settore, l’esposizione della banca: spicca la manifattura, che rappresenta il 38%, mentre la più vulnerabile edilizia costituisce solo il 4% dei crediti. Nel 2022 Credem prevede una crescita degli impieghi del 4-5% concentrata “sui settori meno critici”, ha affermato il dg.
Entrando nel dettaglio degli indicatori finanziari, Credem ha archiviato il 2021 con un Roe del 10,9 e un Rote del 12,7%, che scende al 10,1% se si scontano gli effetti del consolidamento di CR Cento.
La solidità patrimoniale del Cet1 si è leggermente ridotta ma ha mantenuto un ampio cuscinetto di sicurezza da 1,1 miliardi euro sui requisiti patrimoniali di vigilanza: il Cet 1 ratio si è attestato al 15,3% (dal precedente 15,6%).