L’industria del risparmio ha raggiunto 92.500 miliardi di dollari a livello globale, in crescita dell’11% rispetto al 2019
5,5 miliardi sono stati investiti nei mercati delle mid e small cap e delle pmi quotate all’Aim. Vale il 10% della capitalizzazione di questi segmenti
Soddisfazione per la “prova superata”: “L’industria del risparmio ha retto il colpo, mostrando una grande capacità di adattamento”. Consapevolezza delle sfide che il settore deve affrontare, partendo dalla pressione sui margini. Ma con un monito: “lo sforzo di efficientamento dei costi, dovuta al calo della redditività, non deve andare a scapito degli investimenti e dello slancio innovativo, che ruota attorno a cinque temi: modello di servizio, supporto all’economia reale, sviluppo sostenibile, governance, tecnologia e trasformazione digitale”.
È questo, in estrema sintesi, il messaggio con cui Tommaso Corcos, presidente di Assogestioni, ha inaugurato il Salone del Risparmio 2021, il più importante evento italiano dedicato al settore, in calendario dal 15 al 17 settembre a Milano.
I numeri dell’industria
Si parte dai numeri: l’industria del risparmio ha raggiunto 92.500 miliardi di dollari a livello globale, in crescita dell’11% rispetto al 2019. In Europa le masse valgono 25mila miliardi, in espansione del 5%. E anche l’Italia fa la sua parte: il patrimonio gestito ha superato i 2.500 miliardi di euro, a fronte di una raccolta netta che nel corso dell’anno ha già portato nuovo fieno in cascina per 57 miliardi. Risultati soddisfacenti che non devono ridimensionare un impegno condiviso: “Dobbiamo continuare a dare il nostro contributo a mitigare gli effetti che la pandemia ha generato sulla nostra economia”.
Il sostegno all’economia parte dai Pir
“Il compito della nostra industria è fare da ponte tra i risparmi delle famiglie e il tessuto produttivo delle imprese”, ha ricordato Corcos, sottolineando come il piano Next Generation Eu, e la sua declinazione “nazionale”, rappresentata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, rappresenti una grande chance per ridare slancio all’economia, ripensandone la traiettoria.
“Noi abbiamo l’opportunità di accompagnare questo progetto ed essere insieme protagonisti di questa trasformazione”. Come? Ad esempio attraverso strumenti come i Pir, i piani individuali di risparmio che, dopo la complicata gestazione normativa, sono tornati a fare raccolta positiva nel secondo trimestre dell’anno, riattivando i flussi a favore di un florido mercato da 20 miliardi di euro, che era stato paralizzato dalla sciagurata riforma varata con la Legge di Stabilità del 2019.
Complessivamente, 5,5 miliardi sono stati investiti nei mercati meno capitalizzati, tra mid cap (4,4 miliardi), small cap (725 milioni) e società quotate all’Aim, il segmento di Borsa dedicato alle pmi (altri 266 milioni).
Il secondo trimestre ha portato flussi positivi per 349 milioni di euro anche sui Pir alternativi, destinati a crescere a quota 1,5 miliardi nel 2021 e 1,8 miliardi l’anno prossimo, secondo le previsioni di Intermonte. Si tratta di strumenti introdotti con il decreto Rilancio nel maggio del 2020 con l’obiettivo di finanziare la crescita delle aziende più piccole, molto meno rappresentate nei Pir tradizionali (la quota riservata alle società a bassa capitalizzazione deve superare il 70%). Oltre ai benefici fiscali previsti per i pir tradizionali (esenzione delle imposte sulle rendite finanziarie e di successione), la versione “alternativa” beneficia anche di un credito d’imposta fino al 20% pari alle eventuali minusvalenze realizzate nel 2021. “È importante che questa misura sia confermata per i prossimi 4 anni”, ha dichiarato Corcos.
L’impegno per lo sviluppo sostenibile
Il secondo tema su cui il presidente di Assogestioni ha posto enfasi è sullo sviluppo sostenibile. “Nei primi sei mesi la raccolta sui fondi sostenibili è stata superiore a quella realizzata sul resto dei fondi aperti”, ha detto Corcos, ricordando che “l’industria del risparmio globale detiene il 25% delle attività finanziarie e il 40% delle azioni globali: la nostra voce viene ascoltata nei Cda delle grandi aziende”, ha ribadito Corcos, ricordando come sia necessario “continuare a prestare attenzione non solo agli aspetti ambientali, ma anche quelli sociali”.
Tecnologia per creare valore
Infine c’è il nodo della trasformazione digitale: fino ad oggi, ha detto il presidente di Assogestioni, la nostra industria ha visto nella tecnologia uno strumento di efficientamento. Un errore, perché, secondo Corcos, rappresenta anche “una grande opportunità per creare valore e trasformare le nostre aziende”. Da una parte, attraverso l’uso dei dati nei processi d’investimento. Dall’atro grazie all’utilizzo di nuove infrastrutture, come la blockchain. Senza dimenticare l’innovazione funzionale allo sviluppo di nuovi prodotti. Attenzione, però, ha concluso Corcos: “La stella polare in questo percorso di trasformazione su più dimensioni, deve essere la qualità: della crescita, degli investimenti e dei ritorni”.
L’industria del risparmio ha raggiunto 92.500 miliardi di dollari a livello globale, in crescita dell’11% rispetto al 20195,5 miliardi sono stati investiti nei mercati delle mid e small cap e delle pmi quotate all’Aim. Vale il 10% della capitalizzazione di questi segmenti
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