Le parti sono al lavoro per trovare un’intesa sulle tranche attraverso cui spalmare l’aumento economico medio di 435 euro al mese avanzato da Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin
Fra i temi ancora sul tavolo ci sono la riduzione dell’orario di lavoro settimanale, la durata triennale del contratto e la mobilità territoriale
Il rinnovo del contratto nazionale dei bancari è ormai al rush finale. Secondo le ultime indiscrezioni, Abi e sindacati hanno raggiunto un sostanziale accordo sul fronte economico. Se così fosse, 270mila lavoratori e lavoratrici potrebbero vedere la loro busta paga lievitare già a dicembre. Restano però ancora alcuni nodi da sciogliere prima di arrivare alla firma finale, attesa in settimana.
Le parti sono infatti al lavoro per trovare un’intesa sulle tranche attraverso cui spalmare l’aumento economico medio di 435 euro al mese avanzato da Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin. Uno dei temi più dibattuti della trattativa, considerata l’entità della richiesta. Affinché l’incremento arrivi nella retribuzione di dicembre, bisognerebbe sbloccare l’accordo entro il 24 novembre, indicato come data limite. Restano da smaltire inoltre gli arretrati da gennaio di quest’anno, considerato che l’ultimo accordo è scaduto a fine 2022. Stando a quanto risulta a Il Sole 24 Ore, inizialmente i segretari generali di Fabi, Landro Maria Sileoni, First Cisl, Riccardo Colombani, Fisac Cgil, Susy Esposito, Uilca, Fulvio Furlan e Unisin, Emilio Contrasto, consideravano insufficienti le risposte arrivate dal presidente del Comitato affari sindacali e del lavoro, Ilaria Maria Dalla Riva, su aumento, ripristino della base di calcolo del Trattamento di fine rapporto (ridotta con il contratto del 2012 e parzialmente ripristinata nel 2019) e arretrati. Ma su quest’ultimo punto sembra sia stato raggiunto un equilibrio, dopo una riunione urgente del Casl martedì 21 novembre.
Contratto bancari: le novità su mobilità e trasferimenti
Fra i temi ancora sul tavolo ci sono anche la riduzione dell’orario di lavoro settimanale a 35 ore dalle 37 ore e mezzo attuali, la durata triennale del contratto (che potrebbe essere allungata fino alla primavera del 2026), la mobilità e i trasferimenti. Sulla mobilità territoriale, la questione dei chilometri potrebbe essere risolta in un punto di incontro tra i 50 chilometri attuali e gli oltre 70 richiesti dalle banche. L’età per richiederli da parte degli istituti di credito, tenuto conto dell’età media elevata dei lavoratori del settore, potrebbe salire a 55 anni. Inoltre, dovrebbe riguardare tutti e quattro i livelli dei quadri direttivi. Altro tema quello delle risorse del Fondo per l’occupazione che, stando agli ultimi dati della Fabi, ha abilitato finora 37.700 assunzioni di under 35 e che può contare ancora su circa 120 milioni di euro. L’ipotesi sul piatto è quella di trasformarlo in un nuovo ammortizzatore sociale, accanto al Fondo di solidarietà, per compensare le perdite di stipendio e contributi dei lavoratori senior che decidono di passare al part time man mano che si avvicina l’età per il prepensionamento. Un altro modo per supportare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, insomma.
Contratto bancari, riunione plenaria mercoledì
Il contratto in discussione avrà infine un impatto anche sull’organizzazione del lavoro, nel tentativo di rispecchiare l’attuale conformazione del sistema bancario italiano esito di fusioni, digitalizzazione e riduzione delle filiali. La definizione di cos’è e cosa fa una banca digitale sarà affidata alla Cabina di regina sulle nuove tecnologie, spiega il quotidiano economico-finanziario, che avrà l’obiettivo di monitorare e supportare i cambiamenti del settore. Ogni gruppo bancario la declinerà a proprio modo, ma il rinnovo consente di definire una cornice nazionale, un quadro di regole in altre parole, che consentirà di garantire una certa omogeneità nelle condizioni dei lavoratori. Alle 17 del 22 novembre è in programma una riunione plenaria con tutto il Comitato sindacale Abi e le segreterie nazionali dei sindacati al completo. I segretari generali di Fabi, First Cisl, Uilca e Unisin dovranno fornire il loro via libera, mentre Fisac Cgil dovrà sottoporre il testo dell’accordo al consiglio generale. La firma finale, se le parti arriveranno a un’intesa, potrebbe dunque avvenire già tra giovedì e venerdì.