Lo scorso luglio l’Autorità di vigilanza delle assicurazioni (Ivass) aveva comunicato che le cosiddette polizze dormienti riconosciute dal 2017 erano circa 4 milioni
In attesa dell’accesso diretto ai dati, l’Ivass ha riproposto alle compagnie il servizio di incrocio dei dati che permette alle assicurazioni di apprendere chi fra i sottoscrittori delle polizze risulta deceduto
Il 13 dicembre l’Ivass ha rinnovato “l’impegno per il risveglio delle polizze dormienti” inviando una lettera al mercato, rivolta alle compagnie assicuratrici italiane ed estere. L’obiettivo, ha spiegato l’Autorità, è quello di facilitare la ricerca delle polizze relative ad assicurati deceduti, non riscosse dai beneficiari. Per riuscire nell’intento viene riproposto alle compagnie “il servizio di incrocio tra i codici fiscali degli assicurati italiani e i dati sui decessi disponibili presso l’Anagrafe Tributaria”. Quello che spesso mette in letargo la polizza vita, infatti, è il fatto che il decesso dell’assicurato non viene riconosciuto dalla compagnia assicuratrice (mentre i beneficiari non sanno, o non ricordano, di avere una polizza da “incassare”).
“I dati raccolti dall’Ivass”, ha scritto l’autorità, “aiuteranno le imprese di assicurazione ad individuare le polizze da pagare ai beneficiari, che dovranno essere contattati per una pronta liquidazione dei capitali assicurati”.
Per il momento, però, si procede come d’abitudine attraverso la mediazione della stessa Ivass. Le assicurazioni dovranno dunque fornire entro il 28 febbraio 2022 (agli indirizzi e-mail [email protected], per le imprese italiane e le rappresentanze di Stati terzi, e [email protected], per le imprese estere che operano in Italia in regime di stabilimento o di libera prestazione di servizi), “gli elenchi dei codici fiscali degli assicurati dei contratti in vigore al 31 dicembre 2021 presenti nei propri portafogli ed emessi nell’esercizio delle attività rientranti nei rami vita… e infortuni, questi ultimi limitatamente ai contratti che prevedono prestazioni in caso di decesso dell’assicurato conseguente a infortunio”.
“Potranno inoltre essere forniti anche i codici fiscali dei contratti non più in vigore”, ha aggiunto l’autorità, “per i quali le imprese hanno dubbi sulla esistenza in vita degli assicurati e/o necessità di verificare la eventuale data del decesso”.