Una pianificazione patrimoniale solida con le assicurazioni

Teresa Scarale
Teresa Scarale
17.9.2020
Tempo di lettura: 3'
Il mercato assicurativo italiano risponde a caratteristiche del tutto particolari. Anche nel wealth management, è un comparto trainato dall'offerta e non dalla domanda. Cosa è cambiato in questi ultimi, turbolenti mesi? Risponde Stefano Frassoni di Prometeia
Una certa visione della modernità vede il progresso come una graduale eliminazione dell'incertezza dalla vita umana. Ma l'Italia è tradizionalmente refrattaria ad assicurarsi, preferendo tenere fermi i propri risparmi per affrontare gli imprevisti. A questo stato cronico di refrattarietà delle famiglie fa da contraltare una sopravvalutazione della propria capacità di far fronte agli eventi avversi. Atteggiamento questo che alimenta il persistente bacino di sotto-assicurazione del nostro Paese, vera e propria latenza della domanda spontanea. “Un potenziale solo gradualmente attivato dall'offerta dell'industria”, afferma Stefano Frassoni, partner della società di consulenza Prometeia e responsabile della business line assicurativa.
Gli italiani pensano di poter risolvere ogni imprevisto con la sola liquidità: nei tre mesi più cupi della pandemia il 39% dei nostri connazionali è riuscito a risparmiare, facendo impennare la liquidità complessiva dei portafogli nazionali di 34,4 miliardi di euro (dati Censis). “Una liquidità troppo elevata è inefficiente e inefficace. Blocca le risorse sui conti correnti”. Senza canalizzarle dove ce ne sarebbe più bisogno: verso le imprese. “Le famiglie – anche Hnwi – si mantengono molto liquide non solo per un'elevata avversione al rischio nei confronti degli investimenti, ma anche per una scelta precauzionale”. È un problema strutturale del nostro Paese.

L'offerta del settore assicurativo sta però iniziando a far comprendere alle persone che tale scelta non è ideale dal punto di vista patrimoniale. Ovvero, “si dimostra come trasferire al sistema assicurativo i rischi che incombono sulla persona e sul suo reddito sia un'opzione ottimale”. E molto spesso, l'allocazione di liquidità richiesta è minima: “200-300 euro all'anno per una polizza di responsabilità civile con un massimale di un milione di euro, per esempio”.

Quello della responsabilità civile “non è più solo un tema professionale”, prosegue Frassoni, “ma anche del buon pater familias. È ormai molto facile incorrere in un evento che causa un danno a un terzo e che poi questo avanzi delle richieste di risarcimento anche molto pesanti nei confronti del danneggiante”, capaci di compromettere l'equilibrio economico anche dei clienti private. Si tratta di accadimenti che hanno “una bassa frequenza ma un'elevata severità”. Dal punto di vista razionale, “i rischi che ha più senso assicurare sono proprio quelli a bassa frequenza. Essendo rischi a elevata severità, il loro impatto economico può essere devastante. Conviene trasferire il rischio al mondo assicurativo”. Anche dal punto di vista dell'esborso immediato: proprio perché la probabilità che si verifichino questi eventi è bassa, il premio è conveniente.

L'evoluzione dell'offerta assicurativa in Italia ha registrato la fioritura di “soluzioni modulari nell'ambito di un unico prodotto”, capaci di rispondere a una molteplicità di rischi. Premorienza, infortunio, invalidità permanente, incendio o furto, danni al patrimonio da responsabilità civile, pet insurance. Quest'ultima ad esempio “sta godendo di grande successo, e non riguarda solo le spese veterinarie ma anche i danni diretti che l'animale può provocare a terzi”. Fra le nuove tipologie di danno, l'esperto figura la cybersicurezza, anche familiare, dovuta all'uso dei dispositivi. “La gente ha ancora poca consapevolezza dei danni che possono essere causati dall'utilizzo di questi strumenti”.

Nei mesi più bui del Covid, la domanda non si è mossa immediatamente. La prima reazione della clientela non è stata quella di assicurarsi. L'offerta invece sicuramente si è mossa, anticipando risposte a domande che sarebbero arrivate poi. Così sono nati prodotti di indennizzo per le chiusure forzate, danni indiretti prima non oggetto di assicurazione in Italia. Ancora, sono stati disegnati prodotti collegati a danni derivanti dal non rispetto delle norme emergenziali.

Passando a prodotti più specialistici, il settore Fine Art in Italia è certo di nicchia, “ma molto florido”, rileva Frassoni. “In questo caso l'offerta assicurativa è molto legata a componenti di servizio, non solo all'offerta assicurativa pura”. Trattasi infatti di “un servizio molto ampio che si avvale di professionisti terzi, periti, esperti”.

La crisi pandemica è un'occasione per ripensare la propria pianificazione patrimoniale all'epoca dell'incertezza. Le assicurazioni proteggono dal rischio che alcuni scenari negativi si verifichino. L'incertezza in sé non si può debellare: ma la protezione preventiva può farvi fronte.
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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