L’offerta del settore assicurativo sta però iniziando a far comprendere alle persone che tale scelta non è ideale dal punto di vista patrimoniale. Ovvero, “si dimostra come trasferire al sistema assicurativo i rischi che incombono sulla persona e sul suo reddito sia un’opzione ottimale”. E molto spesso, l’allocazione di liquidità richiesta è minima: “200-300 euro all’anno per una polizza di responsabilità civile con un massimale di un milione di euro, per esempio”.
Quello della responsabilità civile “non è più solo un tema professionale”, prosegue Frassoni, “ma anche del buon pater familias. È ormai molto facile incorrere in un evento che causa un danno a un terzo e che poi questo avanzi delle richieste di risarcimento anche molto pesanti nei confronti del danneggiante”, capaci di compromettere l’equilibrio economico anche dei clienti private. Si tratta di accadimenti che hanno “una bassa frequenza ma un’elevata severità”. Dal punto di vista razionale, “i rischi che ha più senso assicurare sono proprio quelli a bassa frequenza. Essendo rischi a elevata severità, il loro impatto economico può essere devastante. Conviene trasferire il rischio al mondo assicurativo”. Anche dal punto di vista dell’esborso immediato: proprio perché la probabilità che si verifichino questi eventi è bassa, il premio è conveniente.
L’evoluzione dell’offerta assicurativa in Italia ha registrato la fioritura di “soluzioni modulari nell’ambito di un unico prodotto”, capaci di rispondere a una molteplicità di rischi. Premorienza, infortunio, invalidità permanente, incendio o furto, danni al patrimonio da responsabilità civile, pet insurance. Quest’ultima ad esempio “sta godendo di grande successo, e non riguarda solo le spese veterinarie ma anche i danni diretti che l’animale può provocare a terzi”. Fra le nuove tipologie di danno, l’esperto figura la cybersicurezza, anche familiare, dovuta all’uso dei dispositivi. “La gente ha ancora poca consapevolezza dei danni che possono essere causati dall’utilizzo di questi strumenti”.
Nei mesi più bui del Covid, la domanda non si è mossa immediatamente. La prima reazione della clientela non è stata quella di assicurarsi. L’offerta invece sicuramente si è mossa, anticipando risposte a domande che sarebbero arrivate poi. Così sono nati prodotti di indennizzo per le chiusure forzate, danni indiretti prima non oggetto di assicurazione in Italia. Ancora, sono stati disegnati prodotti collegati a danni derivanti dal non rispetto delle norme emergenziali.
Passando a prodotti più specialistici, il settore Fine Art in Italia è certo di nicchia, “ma molto florido”, rileva Frassoni. “In questo caso l’offerta assicurativa è molto legata a componenti di servizio, non solo all’offerta assicurativa pura”. Trattasi infatti di “un servizio molto ampio che si avvale di professionisti terzi, periti, esperti”.
La crisi pandemica è un’occasione per ripensare la propria pianificazione patrimoniale all’epoca dell’incertezza. Le assicurazioni proteggono dal rischio che alcuni scenari negativi si verifichino. L’incertezza in sé non si può debellare: ma la protezione preventiva può farvi fronte.