Mercer e il CFA Institute hanno pubblicato il Mercer Cfa Institute Global Pension Index 2021, indice che classifica in base a tre parametri i sistemi pensionistici di 39 paesi
Secondo l’indice, i paesi sembrano migliorare costantemente i loro sistemi pensionistici. Dal 2020 al 2021, il punteggio medio dell’indice generale è aumentato di 1,0, attestandosi a una media di 60,7
I paesi nordici risultano essere quelli che più si avvicinano al sistema pensionistico ideale. Male l’Italia all’ultimo posto a livello di sostenibilità
Adeguatezza, sostenibilità e integrità
Poiché il sistema pensionistico di un paese è unico per il suo particolare contesto economico e storico, è difficile fare confronti diretti. Tuttavia, ci sono alcuni elementi che gli esperti di pensioni considerano universalmente positivi, e che portano a un migliore sostegno finanziario per i cittadini più anziani. Come nelle classifiche precedenti, Mercer e il CFA Institute hanno organizzato questi elementi universali in tre sottoindici: adeguatezza, sostenibilità e integrità. Il parametro più importante è il primo, pesa per il 40% del giudizio finale e asserisce al livello di base del reddito pensionistico. Il secondo parametro quello della sostenibilità conta per il 35% e si riferisce a quanto il sistemo pensionistico è sostenibile rispetto alle finanze pubbliche. Infine l’integrità (25%) rimanda alla bontà del quadro regolamentare previdenziale. Queste tre misure sono state utilizzate per classificare il sistema pensionistico di 43 paesi diversi, che rappresentano più del 65% della popolazione mondiale. L’iterazione di quest’anno dell’indice include in particolare quattro nuovi paesi: Islanda, Taiwan, Emirati Arabi e Uruguay.
Nessuno come l’Islanda, Tailandia ultima
I migliori sistemi pensionistici di tutto il mondo si trovano in Europa. Più precisamente nel nord Europa. Islanda, Paesi Bassi e Danimarca guidano infatti la classifica Mercer 2021. In particolare, l’Islanda – new entry di quest’anno – eccelle in tutti e tre i parametri di giudizio, posizionandosi al primo posto. Il paese offre una pensione statale con due componenti: contributi obbligatori sia da parte dei dipendenti che dei datori di lavoro, e contributi opzionali a prodotti pensionistici approvati dallo stato. Il suo sistema ha un alto tasso di contribuzione, che alla fine si traduce in una generosa pensione e il divario pensionistico di genere – ovvero la differenza tra quanto viene percepito tra uomini e donne – è relativamente basso, soprattutto rispetto ad altri paesi dell’OCSE.
Italia, questione di sostenibilità
Per quanto riguarda l’Italia, il sistema pensionistico del Bel Paese ottiene 53,4 punti, posizionandosi al 32esimo posto su 43. Pesa negativamente la sostenibilità del sistema, tema su cui l’Italia si posiziona all’ultimo posto. Il valore dell’indice italiano è comunque aumentato nell’ultimo anno passando da 51,9 a 53,4, grazie al maggiore tasso di risparmio delle famiglie e dell’attuazione delle direttive dello IORP II.Secondo Mercer, il valore complessivo dell’indice per il sistema italiano potrebbe essere migliorato ulteriormente: riducendo il debito pubblico e la spesa pubblica per le pensioni come percentuale del pil, continuando ad aumentare il tasso di partecipazione della forza lavoro in età più avanzata con l’aumento delle aspettative di vita, aumentando il livello dei contributi e limitando la disponibilità di benefici prima del pensionamento.