Come si apprende dal report pubblicato dallo European Fiscal Board, in uno scenario di crisi caratterizzato da profonde quanto generalizzate incertezze, orientare le politiche fiscali e di bilancio degli Stati membri per l’anno a venire, può essere di particolare importanza al fine di ottimizzare le prospettive di recupero
Per investire sulla crescita e sulla ripresa occorrerà prendere in considerazione fattori specifici e legati alla pandemia, che vanno a sommarsi a quelli tradizionali
Oltre ai rischi collegati all’andamento della domanda e dei consumi, sarà infatti necessario non sottovalutare l’andamento delle vaccinazioni e le conseguenze sull’economia generate dalla possibile insorgenza di nuove varianti del virus
Allo stesso tempo, sebbene la ripresa può dirsi iniziata pressoché in tutta l’area euro e le misure di lockdown sembrano omogeneamente diradarsi, non è detto che tutti i Paesi recupereranno dalla crisi allo stesso modo. Basti in proposito osservare che la variazione del Pil nel 2020 ha oscillato da una contrazione del 10,8% in Spagna a una crescita del 3,4% in Irlanda.
L’Efb fa notare che l’emergenza, infatti, potrà assumere tempi e forme diverse per ciascuno Stato membro a seconda di numerosi fattori, che riguardano tanto il fatto che ogni Stato risponde a differenti e pregresse criticità economiche quanto il fatto che ogni geografia basa la sua economia su fattori (per certi aspetti) diversi.
Altrimenti detto, poiché il recupero degli Stati non sarà uniforme, occorrerà differenziare (caso per caso) le misure di sostegno fiscale, al fine di risolvere criticità economico-fiscali domestiche pregresse e lasciare più margine di manovra agli Stati nell’orientare la spesa, gli investimenti a sostegno della transizione digitale e green e le politiche contro la disoccupazione.
In effetti, benché la sospensione del Patto, da parte della Commissione a marzo 2020, è degna di nota in quanto permette agli Stati membri – in un momento di crisi – di non essere sottoposti agli stringenti controlli sulla politica fiscale e di bilancio, rischia di generare, nel lungo periodo, conseguenze asimmetriche a scapito dei Paesi economicamente più fragili e indebitati.
Senza dubbio, osserva l’Efb, la crisi pandemica ha generato cicatrici profonde in ogni Stato, tanto in ambito economico quanto sociale.
Allo stesso tempo, proprio l’emergenza, può creare nuove opportunità di progresso e di crescita.
Con l’aumento dei tassi di vaccinazione e con l’allentamento delle restrizioni, l’economia europea sarà trainata dai consumi privati, dagli investimenti e dalla crescente domanda di esportazioni. Con riferimento a quest’ultimo dato, la Commissione UE prevede che l’export di beni e servizi europei crescerà di circa il 6,5% nel 2022.