In momenti storici come questo, con il ritorno di una politica protezionistica che riporta l’apertura del mercato americano a livelli simili a quelli di un secolo fa, i consulenti finanziari chiedono spesso ai giornalisti di moderare l’uso degli aggettivi. I cali di mercato spettacolari fanno notizia e, per alcuni, generano uno stress tale da far deragliare i piani di investimento. Se il calo dei mercati sia giustificato o meno da un rallentamento economico causato dalle nuove barriere commerciali dipenderà da quanto dureranno questi provvedimenti e da come le altre economie reagiranno. Certo, con lo sguardo della storia, ogni crisi si supera prima o poi. L’esperienza del Covid-19, ad esempio, è stata un esempio di recupero azionario rapidissimo, e la memoria di quell’esperienza potrebbe spingere più l’avidità che la paura.
Ma come si stanno comportando i clienti dei consulenti finanziari in questo nuovo scenario di crisi?
Luca Lixi, co-fondatore di Plannix e consulente finanziario indipendente, ha raccolto una sentiment analysis “con AI dei ticket aperti e delle domande ricevute”. Sono emersi tre profili, racconta a We Wealth:
- Chi inizia a manifestare un po’ di nervosismo e ansia.
- Chi vorrebbe approfittare opportunisticamente del ribasso, utilizzando la liquidità che avevano prudentemente accantonato in precedenza.
- Chi è abbastanza disinteressato, si fida di noi e del piano che abbiamo costruito insieme, e non vuole sapere molto di più.
“Tutte reazioni assolutamente umane e normali. Un ribasso di mercato, alimentato immancabilmente dalla copertura mediatica in tempo reale e dai toni allarmistici, suscita reazioni emotivamente forti.” E allora, “qual è il ruolo della consulenza e della pianificazione finanziaria corretta per superare questi momenti di tempesta, che fanno comunque parte dell’andamento naturale del mercato azionario?”
Seguire il piano sempre e comunque, o reagire in un senso o nell’altro a evoluzioni più o meno grandi del contesto macroeconomico? Per Lixi la priorità è “evitare che le emozioni umane, amplificate dalla tensione del momento, possano travolgere la razionalità e portare a scelte affrettate, come liquidare frettolosamente degli investimenti o posticipare decisioni di investimento e la costruzione di portafogli in attesa di tempi migliori.”
Andrea Cattapan, consulente di Consultique SCF, racconta che “c’è chi è più sensibile e chi meno a queste discese, e l’esercizio del consulente, in questi casi, è preventivo: in un worst case, quanto potrebbe impattare negativamente la mia quota azionaria? Le altre componenti del portafoglio possono controbilanciare? Se sì, quanto? Se in un sell-off generalizzato riesco a definire cosa aspettarmi al peggio, risulta più facile poi gestire queste situazioni.”
Non è mancata in questo frangente la tentazione di comprare: “Altri clienti, invece, più dinamici e avvezzi al rischio, detengono sempre una quota di liquidità utile per fasi di discesa rapide e marcate come questa e vedono queste fasi come un’opportunità tattica di intervento.”
In un certo senso, questo ribasso azionario deriva anche da anni prepotentemente positivi sui mercati. “Come spesso accade durante i trend di rialzo, ci si dimentica della possibilità che le borse possano scendere rapidamente. Ogni tanto bisognerebbe ricordarsi di fare non solo ‘zoom in’ nei grafici, ma anche e soprattutto ‘zoom out’, per capire da dove si arriva.”
Nell’ambito della diversificazione, come ci si è preparati a questa fase? “Per quanto riguarda la parte tattica del portafoglio, a febbraio abbiamo valutato e operato degli alleggerimenti, considerando quanto già ottenuto nell’ultimo biennio e badando ad alleggerire i rischi, pur non avendo previsto lo sciame sismico provocato dagli annunci sui dazi,” dice Cattapan. Vendere quando le cose vanno molto bene può sembrare controintuitivo, ma è una prassi consolidata nella gestione del rischio (ribilanciamento). Oro e fondi monetari continuano a dare contributi positivi in un portafoglio diversificato, limitando i ribassi in fasi come questa.
“I drawdown sono, per ora, una frazione di quanto guadagnato nel 2024 o nel 2023. In un’ottica triennale, la resa rimane più che soddisfacente,” aggiunge Cattapan.
“Ricordiamo che si investe nei mercati azionari per far crescere il capitale nel lungo termine: tra 10 o 15 anni, un ribasso di un giorno, di una settimana o di un mese non avrà alcun impatto, se ben gestito con pazienza e serenità,” afferma Lixi. “Il segreto, tanto semplice quanto non sempre applicato correttamente, è quello di diversificare in modo adeguato tra investimenti azionari per il lungo termine (con maggiore volatilità e maggiore rendimento atteso) e investimenti più prudenti per il breve termine.”