Il Ponte chiude l’anno con una vendita che segna rivalutazioni del 240% delle opere in catalogo. Sul podio dell’asta, Enrico Castellani, Karel Appel e Renato Guttuso. Il maestro siciliano torna alla ribalta con lo splendido Passaggio pedonale (1957). Ma anche Alighiero Boetti continua a volare alto
Un finale d’anno col botto. Può ben dirlo la casa d’aste milanese Il Ponte, che nell’ultima sessione di vendite (15 e 16 dicembre 2020) ha ceduto il 95% dei lotti. Non solo. Le stime iniziali sono più che triplicate, essendo salite del 240%. La performance migliore si registra per Renato Guttuso, artista che mancava da un po’ dai circuiti d’asta. Il maestro siciliano vede aggiudicarsi il suo Passaggio pedonale del 1957 a 225.000 euro: la stima iniziale era di soli 15.000-20.000 euro. È la medaglia di bronzo della vendita. «Bisogna sottolineare però che Il Ponte adotta una strategia commerciale aggressiva: le stime di partenza sono in genere molto basse», commenta a We Wealth il gallerista Matteo Lampertico. «Passaggio pedonale avrebbe meritato una stima di partenza di 60.000-80.000 euro. In ogni caso si è trattato di un gran risultato».
Top lot dell’asta è stato Superficie bianca n. 1 del 1967 di Enrico Castellani, 387.500 euro, «nome che, come Boetti, si vende benissimo anche a livello internazionale». Il secondo posto invece di Karel Appel, che con Angoisse del 1960 incassa 287.500 euro. Si segnalano anche il ricercatissimo Sam Francis con Senza titolo (Yellow splashes) del ‘56, aggiudicato a 212.500 euro. Senza titolo anche il Cy Twombly presente nel catalogo, passato di mano a 137.500 euro. Buon risultato anche per Alighiero Boetti. Nel giorno di quello che sarebbe stato il suo ottantesimo compleanno (l’artista è scomparso nel 1994), il suo Aerei del 1983 viene battuto a 212.500 euro.
Enrico Castellani, Superficie bianca n.1, 1967. Courtesy Il Ponte
Buona accoglienza anche per i nomi più noti e apprezzati del Novecento italiano. Giacomo Balla, Forze pessimiste e ottimiste (1922) incassa 93.750 euro, «il valore sarebbe stato anche più elevato, ma si trattava di un quadro un po’ rovinato», prosegue Lampertico. Natura morta con orcio (1927) di Carlo Carrà, cambia residenza per 60.000 euro, mentre Figure (1959) di Massimo Campigli incassa 92.500 euro, triplicando la stima inferiore pre-asta.
Alighiero Boetti, Aerei, 1983. Courtesy Il Ponte
Più di 1000 gli offerenti collegati. 50 nazioni, oltre ai paesi europei. Su tutti, Cina, Taiwan, Corea del Sud e
Hong Kong,
Russia, Canada, Brasile, Israele. 70% la quota di nuovi utenti. Numeri che fanno dire al capo dipartimento per l’arte moderna e contemporanea Freddy Battino di aver assistito a un’asta che ha «superato di gran lunga qualsiasi aspettativa».
Renato Guttuso, Passaggio pedonale, 1957. Courtesy Il Ponte Casa d’Aste
Karel Appel, Angoisse, 1960. Courtesy Il Ponte
Un finale d’anno col botto. Può ben dirlo la casa d’aste milanese Il Ponte, che nell’ultima sessione di vendite (15 e 16 dicembre 2020) ha ceduto il 95% dei lotti. Non solo. Le stime iniziali sono più che triplicate, essendo salite del 240%. La performance migliore si registra per Renato Guttuso, ar…
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