Secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio innovative payments del Politecnico di Milano, nel 2022 le transazioni buy now, pay later hanno raggiunto i 2,3 miliardi di euro (in crescita del +253%)
PayPal consente agli acquirenti di pagare in tre rate, dilazionate in due mesi, solo su acquisiti dal valore compreso tra i 30 e i 2.000 euro. Non sono previste commissioni. Oney offre invece un Taeg del 19,8%
Comprare un iPhone (ma non solo), suddividere l’acquisto in quattro rate, ripartite su sei settimane, senza interessi e senza commissioni, ora si può. La casa della mela ha lanciato Apple Pay Later, un servizio di “compra ora, paga dopo” che consente agli utenti – per ora negli Stati Uniti – di dilazionare pagamenti per importi che oscillano dai 50 ai 1.000 dollari, sia online che nei retail fisici. Ma si tratta solo della punta dell’iceberg di un fenomeno, quello del buy now, pay later, che secondo gli ultimi calcoli dell’Osservatorio innovative payments del Politecnico di Milano ha generato 2,3 miliardi di euro di transazioni solo in Italia (e solo lo scorso anno). Accanto alla società di Cupertino, infatti, circa 300 operatori a livello internazionale stanno puntando sui pagamenti rateali. We Wealth con il supporto di Matteo Risi, research fellow degli Osservatori digital innovation del Polimi, ha analizzato i principali 10 che operano nel Belpaese.
“A livello internazionale abbiamo identificato circa 300 operatori che offrono servizi di buy now, pay later. In Italia sono circa una quindicina, alcuni in realtà molto piccoli. I più grandi sono Klarna, Scalapay, PayPal, Clearpay, alma, Compass, Cofidis, Sella Personal Credit, Oney e Soisy”, racconta Risi. “La maggior parte degli operatori offre un servizio gratuito ai consumatori, mentre le fee vengono pagate dai commercianti. Ma ci sono alcune eccezioni”. PayPal, per esempio, consente agli acquirenti di pagare in tre rate dilazionate in due mesi solo su acquisiti idonei dal valore compreso tra i 30 e i 2.000 euro; non è previsto alcun tipo di costo, ma la società invita gli utenti ad assicurarsi di essere in grado di restituire le rate del rimborso per evitare eventuali impatti sulla propria referenza creditizia.
“Nel momento della tua richiesta potremmo dover controllare la tua referenza creditizia presso sistemi di informazioni creditizie e perciò potremmo dover fornire loro informazioni su come gestisci i tuoi rimborsi”, si legge infatti sul sito web di PayPal, all’interno della pagina del servizio Paga in 3 rate. “Se lo facciamo, ne resterà traccia sul tuo profilo dal momento in cui il contratto di finanziamento viene sottoscritto. Potremmo quindi dover fornire informazioni su come gestisci i tuoi rimborsi alle agenzie di informazione creditizia. Quindi, è importante che tu sia in grado di pagare le rate di rimborso e abbia la certezza di poterle corrispondere”. È possibile visualizzare e gestire la scadenza delle proprie rate attraverso l’app PayPal e, eventualmente, pagare anticipatamente quanto dovuto senza costi aggiuntivi. “L’aspetto interessante da citare è che PayPal, al contrario degli altri, non fa pagare neanche ai commercianti una commissione più alta, ma pagano la stessa percentuale (compresa tra lo 0,50% e il 3,40%, ndr) sia che il consumatore decida di pagare tutto subito sia che decida di rateizzare”, spiega Risi.
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“Oney offre invece un Taeg (tasso annuo effettivo globale, ndr) del 19,8%”, continua l’esperto. “Nel caso di alma, l’esercente può decidere di ribaltare una quota pari all’1% della commissione (compresa tra il 3,5 e il 4,6%) sul consumatore, che in caso contrario non paga alcuna commissione. Anche Clearpay, Klarna, Scalapay, Compass, Cofidis e Sella Personal Credit non prevedono alcun costo per l’acquirente. Resta da capire quanto sia sostenibile un business di questo tipo. Diciamo che gli attori più grandi sono in grado di puntare su un servizio che non gli garantisce un profitto immediato al fine di incrementare volumi e clienti nel lungo termine”, spiega Risi.
Precisando come Compass, Cofidis e Sella Personal Credit siano di base società che si occupano di credito al consumo. “La differenza rispetto ai servizi buy now, pay later (come Pagolight di Compass o PagoDIL di Cofidis) è che questi ultimi riescono a essere svincolati dalle regolamentazioni, almeno per adesso. Quindi si riescono a evitare determinati controlli, sottoscrivere determinati contratti, il che rende tutto più veloce rispetto al credito al consumo”, osserva Risi. Soisy, conclude l’esperto, ha infine un modello di business ancora differente. “In questo caso si parla di un prestito tra privati: chiunque può iscriversi alla piattaforma per prestare dei soldi che vengono utilizzati per le rateizzazioni”. Ricordiamo che, secondo una recente indagine condotta dal Polimi su un campione statisticamente rappresentativo della popolazione italiana di 2.000 consumatori, a utilizzare questa tipologia di servizi sono principalmente giovani con un reddito medio-alto e un livello di digitalizzazione altrettanto elevato. Il 13% della popolazione (con un’età compresa tra i 18 e i 75 anni) usufruisce infatti del buy now, pay later; di questi, il 37% sono under 33.