Perché gli italiani investono il proprio denaro? Le risposte più recenti a questa domanda contengono più conferme che rivoluzioni: la priorità, per il 56% degli investitori, resta affrontare l’incertezza del domani. Di conseguenza, le prime caratteristiche ricercate negli investimenti sono la sicurezza nella conservazione del capitale (38%) e la stabilità del rendimento (23%). Queste caratteristiche conservative rendono le polizze vita il prodotto finanziario più sottoscritto dagli italiani, essendo presenti nel 57% dei portafogli, davanti a fondi (53%) e titoli di Stato (44%). Lo mostrano le rilevazioni effettuate da Bva Doxa per Cnp Vita Assicura, su un campione di 2400 italiani rappresentativi della popolazione che detiene investimenti, di cui 720 investitori con un patrimonio familiare oltre i 200mila euro.
Mentre il bisogno di stabilità e protezione resta prioritario, il confronto con la precedente rilevazione effettuata nel 2023 ha mostrato alcune evoluzioni negli atteggiamenti degli investitori italiani. Mentre l’anno scorso il 66% degli investitori si dichiarava preoccupato, ora la percentuale è scesa al 48% – per certi versi una sorpresa, se si considerano le molteplici minacce internazionali. Inoltre, è aumentata la propensione a investire per progetti attuali e futuri, dal 22 al 27%. “Il piccolo segnale che viene dalla ricerca di una ripresa dell’orientamento dei risparmi alla progettualità, congiuntamente alla centralità che gli investitori italiani continuano a dare alla consulenza, è, a nostro avviso, un grande invito all’industria finanziaria a farsi carico di un ruolo sociale di presa di coscienza dei cambiamenti, aiutando a far sì che il ‘risparmiare perché non si sa mai’ diventi un risparmiare perché ‘si sogna qualcosa per sé o per la famiglia’ o ‘perché si sa’ che occorre disporre dei giusti strumenti per proteggere il futuro e renderlo meno incerto”, ha commentato Sara Galli, Business Account Manager Bva Doxa.
Per le polizze vita la stabilità è la vera attrattiva
Per i consulenti finanziari attivi nella vendita anche di prodotti assicurativi vita, le leve più potenti, almeno in termini generali, non sembrano essere le peculiarità del contratto. Infatti, la fiscalità agevolata (rilevante come caratteristica di un prodotto finanziario per il 9% degli intervistati), la possibilità di designare un beneficiario (5%) o l’impignorabilità e insequestrabilità (rilevante per l’8%, sebbene in aumento rispetto al 5% del 2023) sono fattori relativamente poco sentiti. Come illustrato in precedenza, restano la protezione del capitale e la stabilità del rendimento le caratteristiche principali per l’investitore medio – che quindi apprezzerà relativamente di più le polizze vita ramo I, che prevedono garanzie di questo tipo. “Il settore assicurativo risulta essere un attore chiave per rispondere agli obiettivi di investimento degli italiani nell’attuale contesto, riuscendo ad abbinare la capacità di offrire stabilità finanziaria al bisogno di sicurezza per costruire progetti di vita”, ha dichiarato Paolo Fumo, Direttore Commerciale di CNP Vita Assicura. “Come emerge dai risultati della ricerca che abbiamo condotto con Bva Doxa, la polizza vita risulta in particolare uno strumento molto apprezzato per la protezione del capitale (46%), per ottenere un rendimento (40%) e, in misura minore, per massimizzare l’investimento (14%)”.
Consulente finanziario centrale, ma meno attento all’Esg
L’interlocuzione con il consulente finanziario sembra importante per il segmento di investitori sondato: benché il 65% del campione si senta molto o abbastanza competente in tematiche di investimento (con un picco del 94% fra gli investitori più ricchi), l’81% continua ad affidarsi alle competenze dei professionisti per valutare l’orizzonte temporale e l’approccio al rischio, oltre che per definire gli obiettivi di investimento.
Ci sono prodotti che hanno più bisogno di altri di essere spiegati agli investitori. Infatti, l’86% degli investitori intervistati conosce già i titoli di Stato, seguiti dalle polizze vita di risparmio/investimento/previdenza (85%), dai fondi di investimento (81%) e dalle azioni (81%). La conoscenza percepita scende decisamente quando si parla di obbligazioni societarie (60%) e di investimenti sostenibili e responsabili (45%). È strano notare come la quota di investitori che dichiara di aver ricevuto un’offerta di prodotti di investimento con focus sulla sostenibilità sia scesa, tra il 2023 e il 2024, dal 54 al 42%.