- Cresce l’attesa sui dati sul mercato del lavoro americano in uscita venerdì: se mostrassero un rallentamento nell’occupazione, si rafforzerebbero le aspettative di un taglio più deciso dei tassi di interesse
- Gambarini (Goldman Sachs Asset Management): “Lo yen in questo contesto dovrebbe apprezzarsi, perché il differenziale di rendimento tra Usa e Giappone andrà ad ampliarsi con le mosse della Fed”
I timori di recessione, alimentati all’inizio dello scorso mese dai deboli dati sull’occupazione americana e poi velocemente dissipatisi, sono tornati. I numeri non proprio brillanti sull’industria manifatturiera a stelle e strisce, diffusi martedì, hanno innescato il peggior crollo di Wall Street da agosto, con l’S&P500 che ha perso oltre il 2%. E potrebbe non essere finita qui. Gli occhi dei mercati sono ora volti ai dati sul lavoro Usa in uscita il 6 settembre, che “potrebbero influenzare in modo decisivo le future mosse della Federal Reserve”, spiega a We Wealth Giacomo Calef, country head Italia di Ns Partners.
In attesa dei dati sul lavoro Usa
Un mercato del lavoro ancora solido potrebbe infatti ridurre le aspettative di un taglio significativo dei tassi già a settembre, osserva l’esperto. Al contrario, se i dati mostrassero un rallentamento nell’occupazione, si rafforzerebbero le aspettative di un taglio più deciso dei tassi, che però farebbe presagire un rischio di recessione. “Questa incertezza sull’andamento economico ha pesato in modo particolare sui settori più sensibili alle prospettive di crescita, come quello tecnologico”, dice Calef. “I titoli tech, che riteniamo abbiano accumulato valutazioni elevate, sono stati oggetto di prese di profitto, con aziende come Nvidia che ha perso circa l’11% negli ultimi giorni, spingendo al ribasso gli indici azionari globali”.
La volatilità è qui per restare?
“Siamo in un’economia di tardo ciclo”, interviene Simona Gambarini, senior market strategist di Goldman Sachs Asset Management. “In un contesto come quello attuale, le cattive notizie per l’economia diventano cattive notizie per i mercati”. Ed episodi di volatilità come quelli vissuti finora, avverte la strategist, saranno sempre più frequenti. Dello stesso avviso Calef, secondo cui la volatilità potrebbe persistere nel medio termine, in particolare in vista di eventi cruciali come le future elezioni statunitensi e le prossime decisioni delle banche centrali, oltre alle prossime tornate di trimestrali in particolare nel comparto tech. “Questo mese sia la Fed che la Bce terranno nuove riunioni e un allentamento meno marcato della politica monetaria potrebbe causare ulteriori scossoni”, sostiene Calef.
Come investire “in difesa”
Ma come investire al riparo dalla Borsa? Secondo Gambarini, la prima opzione è l’obbligazionario core, il governativo americano in particolare, o il credito di alta qualità “se si è preoccupati di un potenziale rallentamento dell’economia e si vuol essere il più difensivi possibili”. Sul governativo core, Goldman Sachs Asset Management si posiziona sulla duration intermedia, che va a beneficiare di eventuali revisioni al ribasso dei tagli dei tassi firmati Federal Reserve, proteggendo il portafoglio contro un eventuale sell-off dell’azionario. “A livello di azionario non consigliamo di disinvestire, perché non crediamo che i rischi siano tali da suggerire di abbassare la quota azionaria in maniera prominente”, continua l’esperta. “Suggeriamo piuttosto di essere più difensivi all’interno dell’azionario stesso”.
Come? In tre modi, spiega Gambarini. Innanzitutto, diversificando geograficamente in paesi meno correlati agli Stati Uniti, come l’azionario indiano. In secondo luogo, diversificando a livello di settori, prediligendo settori più difensivi che beneficiano delle sforbiciate al costo del denaro invece di essere impattati negativamente dalla crescita, come utility e beni di consumo di prima necessità. E infine diversificando in termini di stile. “In altre parole, andando verso quegli azionari a più alta distribuzione di dividendi, in modo che se anche la componente di rendimenti legata agli utili venisse impattata negativamente, verrebbe compensata dalla componente di income generata dall’azionario”, precisa Gambarini. Un’ultima soluzione per proteggere il portafoglio in fasi come quella attuale, secondo la strategist, è puntare sugli alternativi. “Tra questi c’è lo yen, che in questo contesto dovrebbe apprezzarsi perché il differenziale di rendimento tra Usa e Giappone andrà ad ampliarsi con le mosse della Fed. Ma anche gli hedge fund dovrebbero far diminuire la volatilità di portafoglio in generale”, afferma Gambarini. Quanto all’oro, tradizionalmente considerato un bene rifugio per eccellenza, secondo l’esperta non rappresenta attualmente l’alternativa migliore, in un momento in cui i rendimenti dell’obbligazionario sono particolarmente elevati.
I vantaggi delle strategie hedge
Per Calef una prima soluzione per coprirsi da eccessivi rischi è investire invece in obbligazioni investment grade con short duration, che tendono a essere meno sensibili al variare dei tassi di interesse. “Infatti, le obbligazioni short duration e investment grade riducono l’impatto delle oscillazioni dei tassi di interesse, con un rischio di credito più contenuto rispetto ad altri strumenti di debito. Tuttavia, scegliendo bond investment grade a bassa duration, si rinuncia a bloccare rendimenti che nei prossimi mesi non vedremo più”, afferma Calef. Un’altra strategia suggerita dall’esperto è integrare in portafoglio strumenti finanziari di copertura, che permettono di coprire la propria esposizione senza la necessità di modificare la propria asset allocation strategica. “E infine adottare strategie hedge, attraverso l’inserimento in portafoglio di fondi con strategie long/short, che stanno segnando una solida performance da inizio anno”, conclude Calef. “Questi fondi tendono a performare meglio durante periodi di alta volatilità, cercando di sfruttare le inefficienze del mercato sia al rialzo che al ribasso”.