I rischi ambientali sono percepiti come le minacce più critiche (e potenzialmente più dannose) in un orizzonte temporale di 10 anni, a partire dal fallimento delle azioni a tutela del clima fino gli eventi metereologici estremi e alla perdita di biodiversità
Peter Giger: “Il mancato intervento sul cambiamento climatico potrebbe ridurre il pil globale di un sesto e gli impegni assunti alla Cop26 non sono ancora sufficienti a limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C. Ma non è troppo tardi”
D’altra parte, aggiunge il Wef, allontanarsi in modo brusco dai settori ad alta emissione che attualmente danno lavoro a milioni di persone, genererà volatilità economica, disoccupazione, oltre che tensioni sociali e geopolitiche. Ma un mancato intervento in tal senso, avverte Peter Giger, group chief risk officer di Zurich insurance group (tra coloro che hanno collaborato continuativamente al rapporto in qualità di partner strategici), potrebbe ridurre il pil globale di un sesto. Secondo l’esperto, inoltre, gli impegni assunti durante la XXVI Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (in programma a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre 2021 sotto la presidenza del Regno Unito) non sono “ancora sufficienti a limitare il riscaldamento globale a 1,5°C”. Ma non è troppo tardi, aggiunge, per governi e aziende “per intervenire sui rischi che devono affrontare e promuovere una transizione innovativa, decisa e inclusiva che protegga economie e popolazioni”.
In questo contesto, solo il 16% degli intervistati si definisce fiducioso sulle prospettive mondiali e appena l’11% ritiene che la ripresa globale accelererà. Nei prossimi due anni, entro il 2024, si stima che l’economia mondiale subirà al contrario una contrazione del 2,3% rispetto al valore che avrebbe raggiunto in assenza della pandemia. Oltre a quelli climatici, tra i rischi rilevati si evidenziano l’aumento dei prezzi delle materie prime, l’inflazione e l’indebitamento. Un contesto che, secondo Saadia Zahidi, managing director del Wef, impone che i leader mondiali uniscano le forze e adottino “un approccio coordinato tra più stakeholder per affrontare le persistenti sfide globali e sviluppare la resilienza in vista della prossima crisi”.