L’ultima rilevazione dell’Omfif, prima delle nomine di Erkan e Bullock, calcolava 22 donne alla guida delle 186 autorità monetarie monitorate
Una delle nomine più celebri degli ultimi anni resta quella di Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea dal 2019
Cambio della guardia ai vertici della banca centrale australiana. Michele Bullock sarà la prima donna a ricoprire l’incarico di governatrice a oltre 60 anni dalla sua fondazione, succedendo a Philip Lowe a partire da settembre. Attualmente vice-governatrice, laureata alla London School of economics e alla University of New England, ha trascorso più di tre decenni alla Rba. Tra i suoi obiettivi quello di riportare l’inflazione sotto controllo, dopo le proteste che hanno travolto Lowe mentre la banca centrale alzava i tassi ai livelli più elevati degli ultimi 10 anni. Con Bullock la schiera delle donne governatrici sale a 24, dopo che solo un mese fa il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha incaricato Hafize Gaye Erkan alla guida dell’autorità monetaria di Ankara. Un traguardo significativo? Non proprio.
Secondo l’ultimo Gender balance index 2023 dell’Official monetary and financial institutions forum, le banche centrali di tutto il mondo stanno migliorando il loro equilibrio di genere. Ma a piccoli passi. L’ultima rilevazione, prima delle nomine di Erkan e Bullock, calcolava 22 donne alla guida delle 186 autorità monetarie monitorate, appena una in più rispetto al 2022. Nell’ultimo anno, delle 32 banche centrali che hanno optato per un cambio della guardia, quattro hanno nominato donne, tre in sostituzione di uomini. Susan Collins ha assunto le redini della Federal Reserve Bank of Boston, diventando la prima donna di colore a guidare una delle 12 Fed regionali. Nel frattempo, Meredith Black ha ricoperto il ruolo di presidente ad interim della Federal Reserve Bank of Dallas fino a quando Lorie Logan non è stata assunta in modo permanente nell’agosto del 2022. Dopo 35 anni di servizio, Elizabeth Genia è stata nominata invece governatrice in carica della banca centrale della Papua Nuova Guinea a inizio anno; ruolo che potrebbe tuttavia ricoprire ancora per poco, se si considera che il Central banking amendment act del 2021 prevede che i governatori ad interim restino in carica soltanto sei mesi. L’ultimo caso è quello di Than Than Swe, ai vertici della banca centrale del Myanmar dalla scorsa estate, in sostituzione di Than Nyein.
“Un tratto in comune a tutte e quattro le donne che hanno assunto posizioni di leadership nell’ultimo anno è che hanno trascorso una parte considerevole (se non tutta) della loro carriera lavorando in una banca centrale”, spiegano i ricercatori dell’Omfif. Se si considerano le 22 donne che all’epoca delle rilevazioni dirigevano banche centrali, più della metà aveva lavorato precedentemente presso la stessa autorità monetaria. “Purtroppo, se si esamina l’attuale composizione per genere dei dirigenti e dei consigli di amministrazione delle banche centrali, è improbabile che la quota di governatrici possa migliorare in modo significativo nei prossimi anni”, avvertono i ricercatori. Tra i 3.059 membri senior delle 186 banche centrali in esame, solo il 30% era donna e nel 27% dei casi si trattava di vicegovernatrici. Percentuali in crescita negli ultimi anni, ma che suggeriscono come la parità di genere ai vertici delle autorità monetarie resti “molto lontana” in assenza di un’azione decisa a favore dei talenti femminili, si legge nel rapporto.
Una delle nomine più celebri degli ultimi anni resta ad ogni modo quella di Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea dal 2019. Prima donna a essere designata per tale incarico, è stata anche la prima direttrice del Fondo monetario internazionale, ora nelle mani dell’economista Kristalina Georgieva. Nel ristretto “club” delle governatrici figurano anche Jeanette Semeleer (Aruba), Cindy Scotland (Isole Cayman), Rosanna Costa (Chile), Malangu Kabedi-Mbuyi (Congo), Rebeca Patricia Santos Rivera (Honduras), Anita Angelovska Bezhoska (Macedonia), Nor Shamsiah Binti Mohd Yunus (Malesia), Victoria Rodriguez Ceja (Messico), Ida Wolden Bache (Norvegia), Elvira Nabiullina (Russia), Maiava Atalina Ainuu-Enari (Samoa), Catia Tomasetti (San Marino), Jorgovanka Tabakovic (Serbia), Caroline Abel (Seychelles), Thi Hong Nguyen (Vietnam), Loretta Mester (Cleveland) e Mary Daly (San Francisco).
Fonte: Gender balance index 2023, Omfif. La fotografia non include le recenti nomine di Hafize Gaye Erkan (Turchia) e Michele Bullock (Australia)