Nel 2020 circa il 60% dei flussi netti si sono riversati su fondi Esg, per un totale di 258 miliardi di euro in Europa.
Tra i temi più promettenti ci sono quelli legati alla cura della salute, dall’oncologia alle biotecnologie. Oppure l’economia circolare, la transizione energetica e l’idrogeno.
Chi integra analisi finanziaria e criteri Esg (environmental, social, governance) in modo rigoroso nei processi decisionali che definiscono le scelte di portafoglio.
Chi si spinge fino all’investimento a impatto ed è in grado di misurare l’effetto positivo generato dall’attività del fondo in termini di minori emissioni di Co2 o altri benefici per la comunità.
“È un errore”, avverte Matthieu David, head of Italian branch e global head of financial institutions & partnerships di Candriam. “Perché gli investimenti responsabili non sono una tendenza passeggera. Rispondono al desiderio crescente degli investitori di riconciliare il proprio bagaglio valoriale con il ritorno finanziario dell’investimento.
Da questa strada non si torna indietro. E solo chi interpreta la sostenibilità in modo serio e coerente, darà risultati in linea con le attese degli investitori”.
Orientarsi nell’universo dei fondi sostenibili
Non è semplice. Troppe informazioni possono disorientare. Per questo è sempre meglio farsi guidare da un consulente finanziario, che aiuti a leggere, interpretare e analizzare le informazioni disponibili. D’altra parte, anche l’investitore deve fare uno sforzo di analisi e comprensione, non può delegare per intero al banker questo percorso.
Anche gli asset manager devono fare la loro parte…
È vero. Noi abbiamo sviluppato Candriam Academy, una piattaforma online a disposizione di tutti gli investitori privati e i consulenti, che propone un percorso info-formativo sulla finanza sostenibile, cui hanno già partecipato 6.000 utenti.
L’ultimo modulo, appena pubblicato, è sul cambiamento climatico: approfondisce, ad esempio, le cause del riscaldamento globale, gli Accordi di Parigi, i principi su cui si basa il sistema dei crediti di carbonio e i “100 grandi inquinatori” responsabili di circa il 70% delle emissioni di gas serra a livello globale. Nella nostra Academy non si parla mai dei nostri fondi d’investimento.
Tutti parlano di investimenti sostenibili. La sensazione è che sia ormai un tema inflazionato.
Oggi non si può prescindere dall’investimento sostenibile. Il 60% degli investitori ritiene che l’approccio Esg generi valore. Circa il 10% delle masse gestite dall’industria del risparmio è già riconducibile a questo mondo, è il 16% sul versante azionario.
E il ritmo di crescita è impetuoso, se si pensa che in Europa circa il 60% dei flussi netti nel 2020 si sono riversati su fondi Esg, per un totale di 258 miliardi di euro: ad oggi, 1.461 miliardi di euro sono già investiti secondo criteri di sostenibilità sociale e ambientale, e le masse sono cresciute del 22% negli ultimi tre anni, quasi quattro volte il tasso di espansione del settore europeo.
Le nuove regole
Il regolamento Sfdr obbliga gli asset manager a classificare i fondi sostenibili in due categorie: l’articolo 8 raggruppa gli strumenti che promuovono, tra le altre caratteristiche, quelle ambientali e sociali, cioè, in qualche modo, prendono in considerazione la sostenibilità nei processi d’investimento.
Sotto l’articolo 9, invece, ricadono i fondi che hanno un obiettivo d’investimento sostenibile più esplicito.
Secondo Morningstar, i fondi classificati sotto gli articoli 8 e 9 rappresenterebbero un quinto del totale, pari a circa il 25% degli asset. Candriam come si posiziona?
Nel nostro caso, il 66% dei fondi rientra nelle due categorie: il 39% ricade nell’articolo 8 e il 27% nell’articolo 9. Questo risultato è stato possibile perché abbiamo iniziato a investire in modo sostenibile 25 anni fa.
Oggi abbiamo un team interno, dedicato e indipendente, con 12 analisti Esg che aiutano i gestori a integrare analisi finanziaria e criteri sociali e ambientali in tutti i processi d’investimento. Spaziamo dai criteri di esclusione all’impact investing, passando per gli investimenti tematici, dove abbiamo già 10 miliardi di euro in gestione.
I temi più attraenti su cui investire
Tra i temi più promettenti ci sono quelli legati alla cura della salute: per esempio il nostro fondo specializzato sull’oncologia e quello sulle biotecnologie.
L’economia circolare, la transizione energetica e l’idrogeno sono altre idee estremamente interessanti: del resto, le lancette dell’orologio che dettano il passo al cambiamento climatico, non si fermano. Si tratta di un’emergenza oggettiva. Siamo convinti che unendo le nostre forze, anche come investitori, possiamo davvero fare la differenza.