Gli analisti rilevano che nel capitale di Banco Bpm sono presenti 13 investitori istituzionali, per un totale del 23%. Tale assetto – secondo la logica – non consentirebbe una fusione che non sia fondamentale dal punto di vista della generazione di valore. Scrivono gli analisti: “Secondo noi l’M&A rappresenta un’occasione unica per il management di far emergere il valore inespresso degli asset quotati/liquidi”. E poi specificano: “Vale a dire il 20% di Anima H., il 2% di Nexi e il 39% di Agos-Ducato. Società che valgono il 43% della capitalizzazione di mercato e al netto dei quali il titolo tratta con un P/TE di 0,15 volte (senza contare gli oltre 700 milioni di capital gain su governativi classificati al costo)”.
In particolare, sarebbe brillante per Piazza Meda la conclusione di un accordo con Credit Agricole Italia comprendente anche la quota di maggioranza di Agos- Ducato (61%) che la banca francese detiene. In questo caso, la banca guidata da Giuseppe Castagna potrebbe “detenere il 60% della nuova entità con un impatto positivo sulla valutazione del 40% circa pre sinergie (valutazione 2,3 euro per azione, 0,33 volte il P/TE)”. Stesso discorso per una eventuale fusione con UniCredit. Anzi, in quest’ultimo caso l’unione fra le due banche avrebbe un “forte razionale strategico”. Qui le ragioni della convenienza del consolidamento bancario, nelle parole di Andrea Enria.
La quota di mercato Unicredit in Lombardia infatti va dal dal 7% al 14%. Gae Aulenti potrebbe valutare Banco Bpm “fino a 2,4 euro per azione”, pagando il 40% del prezzo in contanti, e “registrare un assorbimento patrimoniale (post oneri di ristrutturazione di oltre 2 miliardi) equivalente a quello atteso nel 2020-2021 dagli effetti regolamentari – che secondo noi potrebbero venire sospesi proprio in virtù della business combination”, concludono da Equita. La società resta positiva su Piazza Meda, confermando il rating buy con un prezzo obiettivo a 1,9 euro sul titolo.
Bper Banca invece per il momento resterebbe single, dovendo “ancora completare l’acquisizione e integrazione degli sportelli Ubi Banca”. Ma il tempo passa in fretta, e anche l’istituto modenese non è indifferente alle grandi mosse del risiko bancario.