Questo articolo è tratto dal numero di We Wealth di gennaio 2025
“La Borsa è un meccanismo per trasferire soldi dagli impazienti ai pazienti”, dixit Warren Buffett.
Questa immortale massima ricalca un’altra famosa frase di Paul Samuelson:
“Investire dovrebbe essere come guardare la vernice che si asciuga o l’erba che cresce. Se volete eccitarvi, prendete 800 dollari e andate a Las Vegas.”
Questi moniti, che sembrano essere – e sono – un’ode ai cassettisti, non esimono tuttavia dal guardare con occhio critico alle quotazioni, per tentare di capire se siamo vicini o lontani dai fondamentali dell’economia.
Le ultime stime della contabilità nazionale (CN) statunitense per i profitti del terzo trimestre 2024, rilasciate dal Bureau of Economic Analysis (Bea), permettono di confrontare la “saggezza delle folle” (che talvolta è, appunto, folle), rappresentata dalle quotazioni di Borsa, con i sobri calcoli della CN.
Questo confronto lo facciamo periodicamente, ad ogni volger di trimestre, su queste colonne, e oggi è particolarmente importante, data l’effervescenza delle quotazioni azionarie a Wall Street, che continuano a macinare record. Si sta formando una bolla? Un confronto con i freddi numeri (che, ha detto qualcuno, sono come gli spilli per i palloncini) aiuterebbe a capirlo.
Un confronto con i fondamentali
Una prima obiezione a questo confronto verte sulla differenza fra i due universi. L’universo delle quotazioni azionarie non è, ammettiamolo, molto universale, mentre i profitti della CN coprono tutte le società di capitali americane, sia quelle quotate che quelle non quotate.
Il confronto nel grafico adotta, per le quotazioni, l’indice Wilshire 5000, che nel corso della sua storia ha visto ridursi il numero delle società componenti: dalle circa 5000 originarie nel 1974 alle 3403 censite al 31 dicembre 2023. Tuttavia, pur non essendo esaustivo, l’indice, data la sua numerosità, si può considerare rappresentativo dell’universo societario.
Una seconda obiezione riguarda il modo di calcolare i profitti, che può essere – e in effetti è – diverso tra quelli riportati nei bilanci delle società quotate e quelli “cucinati” nella CN. Quest’ultima corregge i profitti con due aggiustamenti necessari per riportare ammortamenti e variazione di scorte dal costo storico al costo di sostituzione. Tuttavia, i dati del Bea riportano i profitti sia al netto che al lordo di questi aggiustamenti.
Abbiamo scelto di rappresentare gli utili prima di tali aggiustamenti, per renderli più comparabili con la contabilità aziendale. I profitti realizzati all’estero dalle società quotate non sono un problema, poiché sono inclusi negli utili della CN (e, per le società quotate, rappresentano una cospicua fetta – circa il 40% – dei profitti di Wall Street).
Profitti vs. Borsa: un divario crescente?
Queste tre grandezze (gli utili sono sempre al netto delle imposte) sono state trasformate in numeri indice con base 1995. Per la precisione, il riferimento è il terzo trimestre 1995, un anno prima che Alan Greenspan pronunciasse, il 5 dicembre 1996, il famoso discorso sulla “esuberanza irrazionale” della Borsa americana.
Si è scelto un anno base lontano nel tempo perché la relazione tra Borsa e profitti può essere disturbata da innumerevoli fattori che offuscano il parallelismo nel breve periodo.
Si nota come nel 2021 le quotazioni si fossero allontanate pericolosamente dagli utili, e in effetti nei due anni seguenti gli indici azionari sono scesi dai record di fine 2021. Successivamente, i profitti sono aumentati moderatamente, ma la distanza con le quotazioni si è nuovamente allargata a livelli record, suggerendo che una bolla possa essere in formazione.
Innovando rispetto alle analisi precedenti, questa volta abbiamo voluto distinguere l’andamento dei profitti tra società finanziarie e non finanziarie.
Come si vede, i profitti di banche & C. sono aumentati più degli altri: un dato sorprendente, considerando che nei dati delle società non finanziarie figurano i colossali profitti delle famose “Magnifiche Sette”.
La conclusione? È la stessa dell’ultima volta: Caveat emptor…