Come d’attese, la Banca Centrale Europea ha annunciato un rialzo dei tassi – il terzo consecutivo – di 75 punti base. L’obiettivo è sempre lo stesso: riportare il prima possibile l’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine. Gli investitori ora si chiedono quale sfida li aspetta nei prossimi mesi: un inflazione che rimane elevata, la vera paura della Bce, o di contro la recessione, in cui spera parte del mercato. Chi avrà ragione?
Il percorso dei tassi sarà rivisto?
Il presupposto di base è uno: fino ad ora l’operato della Bce ha avuto effetti limitati e dunque il rialzo di 75 punti base era ampiamente scontato dai mercati. Al contempo, nonostante da parte dell’Eurotower non si profilo all’orizzonte un rischio di recessione, moniti in tal senso continuano ad arrivare da altre voci autorevoli, come il Fondo Monetario Internazionale. Alla luce di ciò, per Gabriel Debach, market analyst di eToro, il percorso di rialzi europei potrebbe trovare un rallentamento solo se accompagnato da quello americano. “Con la mossa a sorpresa di ieri della Bank of Canada (rialzo di 50 pb invece che di 75pb), con i mercati che hanno rivisto a 50 punti base il rialzo di dicembre della Fed e con lo spread tra il rendimento del Treasury decennale e quello a 3 mesi in territorio negativo non dovrebbe sorprendere una possibilità di una revisione del percorso” spiega Debach che tuttavia ammonisce: né in America né Europa si sta parlando ancora di allentamento monetario. I rischi di recessione in Europa offrirebbero quella valvola di sfogo sui rincari dei prezzi al consumo, ma andrebbero comunque a porre incertezze sui mercati. Si cerca il male minore.
Tassi più alti: vincono i difensivi e i finanziari
Gli investitori si trovano al bivio: due sono gli scenari possibili, con la recessione che sembra essere il minimo comun denominatore. Su cosa puntare? “In caso di aumento dei rischi di recessione accompagnata da una Bce con il piede stabile sull’acceleratore nei rialzi dei tassi, l’esposizione sui titoli difensivi (beni di prima necessità, sanitario, utilities) resta ancora la scelta ottimale, con una valutazione di esposizione anche sul finanziario, dove al momento gli aumenti dei margini d’interesse prevalgono sui timori degli effetti di recessione (vedi accantonamenti per crediti deteriorati). Opportunità possono inoltre pervenire dall’oro, attualmente assente tra i protagonisti di quest’anno, qualora la risposta della Fed sia meno forte di quella europea, offrendo minori pressioni sul controvalore in euro (essendo le quotazioni dell’oro in dollari)” spiega Debach.
Tassi più bassi: tornano le obbligazioni e il tech
“All’opposto, in caso di rallentamento o perfino allentamento delle politiche monetarie accompagnate da maggiori rischi di recessione, il comparto obbligazionario potrebbe offrire le maggiori opportunità, dopo le forti vendite di quest’anno. Sul fronte azionario il difensivo potrebbe restare la scelta ottimale, con valutazioni di possibili parziali ingressi nel tempo sul tecnologico – dove le minori pressioni sul decennale potrebbero offrire opportunità ad alcune industrie del settore” conclude Debach.