Ride bene chi ride Banksy
“Ridete ora, ma un giorno saremo noi a comandare”: è la frase con cui la scimmia di Banksy fece la sua comparsa al mondo vent’anni fa (era il 2002). Oggi quelle parole sembrano irridere – una volta di più – i lacci della burocrazia europea nella persona dell’EUIPO, l’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale. Una commissione d’appello dell’Unione Europea ha infatti appena annullato la decisione dell’Ufficio dell’EUIPO che aveva dichiarato “non valido nella sua interezza” il marchio UE del misterioso artista britannico sulla celebre scimmia.
La vicenda, riportata per primo da The Art Newspaper, pone fine a una diatriba legale durata semestri contro il marchio di Banksy. A innescare la miccia della controversia era stata l’opposizione dell’azienda di biglietti d’auguri Full Colour Black (utilizzatrice dell’immagine della scimmia) alla deposizione del marchio di Banksy nel novembre 2019. L’azienda sosteneva che esso era stato depositato in malafede e che l’opera non fosse “distintiva”. Pest Control, l’ente che autentica Banksy dal 2008, aveva depositato un marchio per l’immagine nel 2018, poi registrato nel giugno dell’anno successivo.
“Il copyright è per i perdenti”. Più o meno
“Si tratta di una vittoria significativa per Banksy, o più precisamente per il Pest Control Office Limited, società che permette a Banksy di nascondere la propria identità”, ha dichiarato Lee Curtis, specialista in marchi presso lo studio legale HGF Limited. “Il fatto che Banksy possa aver detto in due occasioni che ‘il copyright è per i perdenti’ non dovrebbe influire sulla validità della registrazione del suo marchio”.
Dal canto suo, Aaron Wood, avvocato specializzato in marchi presso lo studio Brandsmiths, rappresentante Full Colour Black, ha dichiarato sempre a TAN che la causa della società di biglietti di auguri si deve al fatto che Pest Control abbia depositato il marchio senza l’intenzione di utilizzarlo. Una questione di lana caprina che veste gli interessi commerciali di entrambe le parti.
Banksy potrà restare misterioso
Ma l’aspetto più importante della vicenda è che Banksy potrà continuare a proteggere la sua identità misteriosa, senza che nessuno gliene addebiti – sostanzialmente – una perdita patrimoniale. Al mistero dell’identità dell’artista si collegava infatti una precedente controversia, quella volta relativa ai diritti d’autore del Flower Thrower di Banksy. In quell’occasione si era constatato che “se Banksy non può essere identificato come il ‘proprietario indiscusso’ dei suoi graffiti poiché la sua identità è segreta, ‘non si può stabilire senza ombra di dubbio che l’artista detenga i diritti d’autore di un graffito'”.
Il Flower Thrower debuttò nel 2005 a Gerusalemme. La scimmia invece fece la sua comparsa per la prima volta nel 2002, sulla parete di un locale notturno di Brighton. Al collo portava appeso un cartello con la frase: “Ridete ora, ma un giorno saremo noi a comandare”. Da quel momento l’immagine è stata utilizzata in molte opere del writer, una delle quali è stata venduta per 2,9 milioni di dollari da Sotheby’s durante la Modern & Contemporary Art Evening Sale di Londra nel giugno 2021. Attualmente il record assoluto per un’opera di Banksy – messo a segno da Sotheby’s nell’ottobre 2021 – è detenuto da Love is in the bin, L’amore è nel cestino.