Banco Bpm ha annunciato un’offerta pubblica di acquisto sulla totalità delle azioni di Anima Holding, una mossa finalizzata a rimuovere dalla Borsa l’asset manager e a integrarlo nella “fabbrica prodotto” del gruppo bancario guidato da Giuseppe Castagna. Il prezzo fissato per l’operazione è di 6,2 euro per azione, con un premio dell’8,5% rispetto alla chiusura del 5 novembre. L’azione di Banco Bpm ha aperto la seduta a Piazza Affari arrivando a sfiorare un rialzo del 10%, così come il titolo di Anima, assestandosi sul livello di prezzo che Banco Bpm andrà a pagare agli azionisti.
Considerando che Banco Bpm detiene già il 22,38% delle azioni circolanti, il controvalore per arrivare al 100% implica un esborso complessivo di 1,58 miliardi di euro per l’acquisto di Anima. Dopo Banco Bpm, gli altri azionisti rilevanti sono Poste Italiane (11,95%), FSI SGR (9,77%) e Gamma Srl di Francesco Gaetano Caltagirone, con il 3,46%. Il via libera della Consob all’operazione è previsto per il prossimo marzo.
Un forte slancio alle fee, mentre calano i tassi e i margini
A promuovere l’Opa sarà Banco Bpm Vita, la società del gruppo attiva come compagnia assicurativa interna. Al termine dell’operazione, andrà a configurarsi una fabbrica prodotto “in-house” che comprenderà un’offerta integrata di prodotti vita e di risparmio gestito. La logica di queste operazioni, tutt’altro che rare nel panorama bancario italiano, mira a migliorare il profilo della redditività futura, consentendo di trattenere una maggiore quota delle entrate commissionali all’interno della banca, limitando la vendita di fondi e polizze di terzi e favorendo quelle del gestore interno al gruppo. Grazie a quest’operazione, l’incidenza delle commissioni sul totale del margine di interesse e dei proventi da servizi salirà dal 37% a oltre il 45%, secondo le previsioni dell’istituto, con un incremento dei ricavi previsti dalle fabbriche prodotto in-house da 1,18 miliardi, stimati nel Piano industriale per il 2026, a 1,6 miliardi.
L’acquisizione delle masse di Anima porterà gli asset finanziari della banca da 235 a 387 miliardi, collocando l’istituto al secondo posto in Italia per asset gestiti.
Primanni (Excellence Consulting): i vantaggi dell’Opa su Anima per Banco Bpm
La mossa di Banco Bpm su Anima “non è una sorpresa assoluta, poiché se ne parlava da anni, ma il tempismo è stato ben studiato e i risultati si vedono già nella reazione positiva del titolo. Il fatto che il mercato accolga così bene questa operazione indica che si confida nel suo buon esito”, ha dichiarato a We Wealth Maurizio Primanni, ceo di Excellence Consulting, una società specializzata nella consulenza nei servizi finanziari, “il prezzo di acquisto è buono rispetto ai risultati attuali di Anima, e ciò dovrebbe favorire il completamento dell’operazione senza intoppi”, dato il buon prezzo offerto agli azionisti”.
L’Opa di Banco Bpm su un gestore patrimoniale come Anima “si inserisce nella tendenza del settore bancario, che assume sempre più la configurazione di conglomerati finanziari”. In questo approccio strategico le fonti di ricavo si diversificano e, in particolare, si affiancano all’attività bancaria tipica i servizi come il wealth management come fonte di entrata derivante dalle commissioni. In questa logica “avere delle strutture interne per la gestione e creazione di prodotti finanziari diventa così un valore aggiunto”, e il modello verso cui ci si muove è quello del conglomerato finanziario”. Non si percepiscono commissioni solo distribuendo fondi e polizze, ma anche creandolo e gestendolo. “Non si tratta solo di migliorare la redditività nella vendita dei fondi, anche se qualche punto base di vantaggio c’è”, ha sottolineato Primanni, “il vero valore è nella possibilità di fare ‘ingegneria finanziaria’ interna, creando prodotti più sofisticati e personalizzati per diversi target di clientela. La personalizzazione dell’offerta diventa così un vantaggio competitivo”.
Secondo il ceo di Excellence, la scelta di Banco Bpm di integrare un asset manager con la propria compagnia assicurativa vita è interessante anche perché apre a sinergie tra i due settori. Questo rafforza il comparto assicurativo, che ora può offrire ai clienti prodotti più efficaci e su misura, ma dà anche all’asset manager la possibilità di attivare un flusso di capitale stabile e di affinare le proprie competenze, magari espandendosi verso altre compagnie assicurative italiane in futuro.
Anche per il private banking del Banco Bpm, questa integrazione potrebbe rivelarsi vantaggiosa, poiché Anima, che ha recentemente ampliato le sue competenze in prodotti alternativi come private equity e private debt, può ora offrire soluzioni più attraenti ai clienti di alto profilo.
Con l’internalizzazione di attività assicurative e di asset management, il mondo bancario italiano sta superando il tradizionale risiko, nel quale grandi istituti acquisiscono i loro concorrenti più piccoli.
“E’ evidente che l’approccio si sta spostando verso un modello di conglomerato finanziario, in cui le banche cercano di creare valore internamente piuttosto che espandersi geograficamente”, ha affermato Primanni, “con il rialzo dei tassi negli ultimi anni, le banche hanno beneficiato di un margine di interesse più ampio, che ha creato lo spazio per operazioni come questa e per prepararsi meglio a un eventuale ritorno dei tassi bassi”.