- Le azioni delle case automobilistiche sono crollate dopo che il presidente Donald Trump ha annunciato che imporrà dazi al 25% a tutte le auto importate negli Usa
- La cinese Byd ha archiviato il 2024 con un fatturato record di oltre 100 miliardi di dollari. Solo nel quarto trimestre il giro d’affari è cresciuto di circa il 53% anno su anno
- Di Loreto: “Pur affrontando una fase di rallentamento, Tesla resta un brand consolidato a livello globale. Ma dovrà adattarsi a un mercato sempre più affollato”
Alla fine Donald Trump ha mantenuto le promesse, annunciando nuovi dazi del 25% su tutte le auto importate negli Stati Uniti e prodotte all’estero, oltre che su una serie di componenti. Le tariffe, com’è noto, entreranno in vigore il 2 aprile: una data definita dal repubblicano come il giorno della “liberazione dell’America”, considerando che scatteranno anche i dazi reciproci nei confronti di 15 paesi. La reazione delle azioni del settore, intanto, non si è fatta attendere. Il comparto automobilistico mondiale ha reagito con vendite generalizzate. Focalizzandoci sull’Asia, i titoli cinesi hanno perso meno di quelli coreani, giapponesi e indiani. Il tutto mentre Tesla, per la prima volta, perdeva lo “scettro” di leader per fatturato nel settore delle auto elettriche a favore proprio di un colosso della Terra del Dragone: Byd.
Byd batte Tesla: ricavi record per 107 miliardi
Il gigante cinese ha infatti superato la soglia simbolica dei 100 miliardi di dollari di fatturato nel 2024. Ma ciò che conta di più è che nel solo comparto auto ha generato oltre 84 miliardi, battendo Tesla con 77 miliardi. “È un sorpasso simbolico, ma anche sostanziale. Il +53% anno su anno nel quarto trimestre parla da solo”, dichiara a We Wealth Gabriel Debach, market analyst di eToro. “Una crescita che non è solo cinese, ma globale: Byd ha ampliato la sua presenza in Sud America, Medio Oriente, Sud-Est asiatico e sempre più in Europa, mentre Tesla ha registrato un calo sia nel fatturato auto sia nelle consegne (-1,1%)”, spiega l’analista.
Le ragioni del sorpasso di Byd su Tesla
Secondo Gianluca Di Loreto, partner e responsabile italiano automotive di Bain & Company, una serie di motivi legati sia alla struttura del mercato che alle scelte strategiche del colosso asiatico incidono sulle performance. “Prima di tutto, Byd può contare su un enorme vantaggio: il mercato cinese, il più grande al mondo, dove gioca in casa. Il supporto, diretto o indiretto, del governo cinese e l’enorme bacino di consumatori danno a Byd una spinta che Tesla non riesce ad avere in modo equivalente negli Stati Uniti”, afferma Di Loreto. Inoltre, Byd ha costi di produzione significativamente più bassi, grazie a una manodopera meno costosa e al fatto che produce internamente componenti chiave come le batterie. “Questo le consente di offrire auto competitive sia nel prezzo che nella qualità, mantenendo buoni margini di guadagno”, continua l’esperto.
Un altro punto di forza è la varietà dell’offerta. A differenza di Tesla, che vende solo auto elettriche, Byd propone anche modelli ibridi plug-in, riuscendo così a intercettare una fetta di mercato molto più ampia, specialmente in quei paesi dove la rete di ricarica è ancora poco sviluppata. “Dal punto di vista commerciale, Byd si sta espandendo rapidamente all’estero stringendo accordi con concessionari locali, mentre Tesla continua a puntare solo su punti vendita di proprietà, rallentando così la propria crescita in alcune aree. Infine, molti nuovi modelli Byd sono percepiti come più curati, moderni e meglio equipaggiati rispetto a quelli Tesla nella stessa fascia di prezzo, un fattore che influenza positivamente le scelte dei consumatori”, osserva Di Loreto.
Le prospettive per i giganti dell’automotive
Guardando al futuro, secondo Di Loreto Byd ha ottime prospettive nei mercati emergenti e in Asia ma dovrà fare i conti con una concorrenza interna sempre più agguerrita e con possibili ostacoli commerciali nei mercati occidentali. “Tesla, invece, pur affrontando una fase di rallentamento, resta un brand consolidato a livello globale, con una rete di ricarica tra le migliori al mondo e un vantaggio tecnologico ancora rilevante”, dice l’esperto. Per continuare a competere, dovrà tuttavia adattarsi rapidamente a un mercato – quello dei veicoli elettrici – sempre “più affollato e variegato”, sostiene Di Loreto.
Come investire in azioni cinesi
Fatte queste premesse, un investitore retail italiano ha diverse opzioni per investire in azioni cinesi. Byd, per esempio, è quotata a Hong Kong. “Può essere acquistata tramite broker abilitati all’accesso ai mercati asiatici (come eToro) o con l’accesso a depositary receipts negoziati su altri mercati (come Byddy negli Usa), ma non è un’azione ordinaria: è un titolo rappresentativo, soggetto a diversa liquidità e regolamentazione”, spiega Debach. “Ci sono infine Etf tematici che includono Byd tra le prime posizioni oppure Etf più generali come iShares Msci China o Lyxor China Enterprise (H-shares)”.
I 20 fondi che investono su Tesla e Byd
A tal proposito, We Wealth ha chiesto a FIDAworkstation di selezionare i fondi cinesi più esposti a Byd e i fondi americani più esposti a Tesla, considerando i prodotti autorizzati per la distribuzione retail in Italia con le migliori performance da inizio anno. Come evidenziato nella tabella sottostante, al primo posto tra i prodotti più esposti a Byd c’è Vontobel II Mtx China A-Shares Lead. G Cap $, con un peso del colosso cinese nell’ordine del 5,49%. Segue Pictet-China Environmental Opportunities-R $ con il 5,05% e Gs IV China A-Share Equity Esg O Cap $ con il 4,61%.
In cima ai fondi americani più esposti a Tesla troviamo invece Nat Loomis Sayles U.S. growth equity F Cap $, con un peso dell’8,35%. Da evidenziare come tutti i prodotti della lista risultano in calo da inizio anno, con performance che oscillano tra il -7% e il -13%. Se si estende però l’orizzonte temporale a cinque anni, troviamo anche rialzi a tre cifre, fino al +169,87% del Jpm Us growth C Acc $.
Auto elettriche: l’Europa è fuori dai giochi?
Altro discorso quello del confronto tra Cina ed Europa sul fronte delle auto elettriche. Secondo Debach, la Cina si sta muovendo in questa fase con la stessa forza con cui il Giappone negli anni ’80 ha conquistato la leadership industriale nel settore auto. Ma con una differenza: oggi il vantaggio è anche tecnologico e geopolitico. Una situazione che spinge a domandarsi se abbia ormai compiuto un balzo di innovazione e sviluppo così importante nel mercato delle auto elettriche, anche sul fronte delle relazioni commerciali, da rendere l’Europa incapace di raggiungerla. Per l’analista, in realtà, il Vecchio Continente non sarebbe fuori dai giochi. “Le case europee, pur sotto pressione, mantengono un vantaggio competitivo in termini di brand e si stanno ristrutturando per rispondere alla sfida cinese. Certo, la distanza è visibile, ma non è irraggiungibile. La partita resta aperta, anche se sempre più sbilanciata verso Oriente”, conclude Debach.