- Il Bitcoin è volato su nuovi record la scorsa settimana sulla scia di un mix di fattori, fra cui l’annuncio di Donald Trump di volerne creare una riserva strategica in Texas
- Anche quest’anno, nonostante i dubbi sui tempi per rendere profittevoli gli investimenti sull’intelligenza artificiale, la tecnologia ha trainato i listini
- Sartorelli: “S&P 500? Se riuscisse a fare un +10-13% sarebbe già un’ottima annata. Ci sono una grande quantità di titoli sopravvalutati”
Il mondo della finanza si affaccia al 2025 con sentimenti contrastanti. Gli occhi sono puntati sul cambio ai vertici della prima economia al mondo, gli Stati Uniti, in attesa dell’insediamento di Donald Trump. Ma non è, chiaramente, l’unico tema al tavolo. Come si stanno preparando azioni, bond, valute e materie prime? Come orientarsi in questo scenario di incertezza e chi ne uscirà vincente? Sono alcuni dei temi toccati in occasione dell’ultima puntata di Weekly Bell, la trasmissione di We Wealth per fare il punto sui mercati finanziari e gli appuntamenti macroeconomici della settimana. Una puntata speciale in cui insieme a Eugenio Sartorelli, membro del comitato direttivo di Siat, abbiamo analizzato le performance da inizio anno dei vari asset e la possibile traiettoria da qui in avanti.
Quanto varrà il Bitcoin nel 2025
Partiamo dal Bitcoin, volato su nuovi record la scorsa settimana – oltre i 106mila dollari – sulla scia di un mix di fattori, fra cui l’annuncio di Trump di volerne creare una riserva strategica in Texas. “Il Bitcoin è sottovalutato”, dichiara Sartorelli. “Esiste un metodo, molto in voga tra gli analisti delle criptovalute, per definirne il fair value: lo Stock to flow metod. L’idea di fondo è ponderare l’effetto scarsità del Bitcoin tenendo conto di quanto è accaduto in passato per metalli preziosi – per definizione scarsi – come oro, argento e platino. Ebbene, secondo questa tecnica e utilizzando il modello più conservativo, un valore equo del Bitcoin sarebbe attualmente intorno ai 160mila dollari”, spiega l’esperto.
![Tabella che mostra le performance di mercato per vari asset nel 2024 al 17 dicembre. Bitcoin è in testa con il 135%, seguito da Nasdaq 100 al 34,2% e S&P 500 al 27,5%. Altri asset includono Gold, Msci Emerging Markets, Euro Stoxx 50 e Dollar Index, una promettente prospettiva per i primi trend del 2025.](https://wewealth.fra1.digitaloceanspaces.com/2024/12/Le-performance-dei-mercati-finanziari.jpg)
“Fatta questa premessa, si apre dinanzi a noi una prospettiva più di rialzo che di correzione del Bitcoin”, prosegue Sartorelli. La criptovaluta non è di fatto un’asset class separata rispetto alle altre, spiega, ma legata alle fasi di risk on e risk off sul mercato azionario americano. “Se proseguirà l’attuale fase di risk on, non mi meraviglierei di vedere il Bitcoin oltre i 200mila dollari e oltre nell’arco del 2025. Chiaramente potranno esserci delle momentanee correzioni. Ma tutto sommato, se quest’anno siamo intorno al +135%, mi aspetto un +70-80% nell’anno a venire”, stima l’esperto.
Le Magnifiche 7 traineranno ancora i listini?
Intanto anche quest’anno, nonostante i dubbi sui tempi per rendere profittevoli gli investimenti sull’intelligenza artificiale, la tecnologia ha trainato i listini. Il Nasdaq 100, in particolare, ha a sua volta recentemente toccato nuovi massimi storici. Ma per Sartorelli, le cosiddette Magnifiche 7 – Apple, Microsoft, Alphabet (Google), Amazon, Nvidia, Tesla e Meta – potrebbero non replicare nel 2025 “il forte rialzo registrato negli ultimi 12 mesi”. Focalizzandoci sull’S&P 500, come recentemente approfondito da We Wealth, secondo le 10 più grandi banche d’affari di Wall Street intercettate dal Financial Times il rally dei titoli americani sembrerebbe in generale destinato a rallentare. “Se riuscisse a fare un +10-13% sarebbe già un’ottima annata”, conferma Sartorelli. “Ci sono una grande quantità di titoli sopravvalutati. Potremmo assistere a una rotazione settoriale, che però non porterebbe a grandi performance a fine anno”. L’esperto si attende insomma un rallentamento nella prima parte del 2025 – con un po’ di nodi dell’economia che verranno al pettine dopo l’insediamento di Trump – poi un recupero nel secondo semestre e infine una chiusura dell’anno positiva.
Borsa: l’Europa recupererà il ritardo?
Quanto all’Europa, i listini sono al momento concentrati su una serie di preoccupazioni, dagli ultimi dati Pmi alla situazione in Cina, fino agli effetti delle incertezze politiche, come il taglio del rating in Francia e la mancata fiducia al governo Scholz in Germania. Secondo Sartorelli, l’Euro Stoxx 50 potrebbe a sua volta registrare nel 2025 una performance nella forchetta tra il +10% e il +12%, assottigliando l’attuale gap con Wall Street. Altro discorso quello dei mercati emergenti che, dopo cinque anni di performance deludenti, si preparano ad archiviare il 2024 in positivo, con picchi per Taiwan e India. Il tutto mentre la Cina si avvia ad affrontare il nuovo anno con una serie di misure economiche che mirano a bilanciare sfide interne e pressioni esterne, come emerso dall’ultima riunione del Politburo, l’organo decisionale di vertice del Partito Comunista.
“La Cina è un mistero”, afferma Sartorelli. “L’economia cresce di circa il +5% ogni anno, mentre le Borse cinesi sono in discesa dal 2021. Per un investitore vuol dire rischio, serve prudenza”, suggerisce l’esperto. Senza dimenticare che occorrerà vedere come si evolverà la questione dazi e quante delle promesse di Trump verranno effettivamente mantenute, con i relativi effetti sui mercati finanziari. Tra l’altro, si prevede che la cosiddetta “Trumponomics”, ovvero la strategia economica del tycoon, eserciterà una pressione al rialzo sull’inflazione statunitense e che la politica monetaria sarà meno espansiva del previsto, sostenendo il dollaro. “Però la Federal Reserve potrebbe tranquillamente stampare denaro e controllare il cambio”, precisa Sartorelli, guardando alle prospettive per il biglietto verde.
Perché investire in oro anche nel 2025
In questo scenario di incertezza, l’oro continua intanto a essere considerato il bene rifugio per eccellenza. La banca centrale cinese è recentemente tornata a comprare oro – per le proprie riserve – dopo sei mesi di stop. Un elemento considerato da diversi analisti come potenzialmente positivo per le quotazioni auree. Quali sono le prospettive per il metallo prezioso? “Credo che la risposta sia legata ai Brics (un insieme di paesi inizialmente composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – dalle loro iniziali deriva l’acronimo – e che oggi include Egitto, Iran, Etiopia ed Emirati Arabi Uniti, ndr)”, dichiara Sartorelli.
“In qualche modo, vorrebbero azzerare la sudditanza delle loro monete rispetto al dollaro. E, per fare ciò, stanno accumulando oro. In quest’ottica, non credo che nel 2025 registrerà performance simili all’anno in corso, ma comunque performance positive nell’ordine del +10-15%. Poi è chiaro che, in caso di eventuali tensioni internazionali, potrebbe avere un surplus di valore”, osserva l’esperto. Poi conclude: “Detto ciò, bisognerà sempre avere dell’oro in portafoglio. Difficilmente subirà correzioni forti e più probabilmente proseguirà piano piano il suo rialzo”.