All’11 novembre 2022 le uscite nette di asset a livello di gruppo erano pari a circa il 6% delle masse in gestione al 30 settembre
Nel wealth management tali deflussi si sono sostanzialmente ridotti rispetto ai livelli delle prime due settimane di ottobre ma non si sono invertiti
Credit Suisse verso un possibile rosso da 1,5 miliardi di franchi svizzeri nel quarto trimestre. Come annunciato in un comunicato, nelle prime due settimane di ottobre il colosso svizzero ha iniziato a registrare deflussi di depositi e attività nette a livelli “sostanzialmente superiori” ai tassi registrati nel terzo trimestre dell’anno. All’11 novembre 2022 le uscite nette di asset a livello di gruppo erano pari a circa il 6% delle masse in gestione al 30 settembre. Nel wealth management, ha precisato l’istituto, tali deflussi si sono “sostanzialmente ridotti” rispetto ai livelli elevati delle prime due settimane di ottobre “ma non si sono ancora invertiti”.
Alla fine del terzo trimestre 2022 i deflussi netti dalla divisione wealth erano pari infatti al 10% degli asset in gestione. Per Swiss Bank, invece, si parlava di deflussi equivalenti all’1%. In occasione dell’ultima presentazione dei conti trimestrali del 27 ottobre, quando ha archiviato i primi nove mesi dell’anno con una perdita da 5,9 miliardi di franchi svizzeri e ha alzato il velo sull’atteso piano di rilancio, Credit Suisse aveva sottolineato come il difficile contesto di mercato avesse impattato negativamente sulle attività dei clienti in tutte le sue divisioni. Nel periodo luglio-settembre, infatti, i ricavi netti erano diminuiti rispetto all’anno precedente a 3,8 miliardi a causa di un crollo per l’investment bank del 58% a 1,1 miliardi, per il wealth management del 18% a 1,4 miliardi e per Swiss Bank del 9% a 962 milioni. E la banca elvetica, si legge nella nota, si attende che tali condizioni di mercato persisteranno di fatto nei prossimi mesi.
Nel frattempo Credit Suisse “sta portando avanti i suoi impegni strategici per rafforzare il bilancio e ridurre il rischio coinvolgendo i clienti in modo proattivo”. Tra le principali misure adottate vi è la recente stipula di un accordo definitivo con Apollo Global Management per la vendita di una parte significativa dei suoi prodotti cartolarizzati. La banca sta inoltre accelerando la riduzione della base dei costi del 15%, ovvero 2,5 miliardi di franchi svizzeri, entro il 2025 e ha avviato iniziative per ridurre l’organico del 5%. Queste azioni, avvertono dal colosso elvetico, dovrebbero riflettersi sui risultati finanziari a breve termine. L’istituto ha infatti ceduto la propria quota in Allfunds Group e stima di registrare conseguentemente una perdita di circa 75 milioni di franchi svizzeri. La diminuzione dei depositi e delle attività gestite dovrebbe invece innescare una contrazione del margine d’interesse e delle commissioni e spese ricorrenti, con una “probabile perdita per il wealth management nel quarto trimestre”. Al netto di quanto stimato, come anticipato in apertura, Credit Suisse prevede di chiudere il quarto trimestre dell’anno registrando una perdita pre-imposte fino a 1,5 miliardi di franchi svizzeri.
Credit Suisse e l’aumento di capitale: via libera degli azionisti
Nella giornata del 23 novembre, in occasione di un’assemblea generale straordinaria, gli azionisti hanno dato intanto il via libera all’aumento di capitale da 4 miliardi annunciato lo scorso ottobre. La raccolta sarà effettuata in due tranche. La prima, sostenuta dal 91,97% degli azionisti, sarà eseguita mediante un collocamento privato di un massimo 462.041.884 azioni di nuova emissione del valore nominale di 0,04 franchi svizzeri ciascuna a un certo numero di investitori qualificati. La seconda, sostenuta dal 98,31% degli azionisti, sarà eseguita mediante offerta in opzione agli azionisti esistenti di un massimo di 1.767.165.146 azioni di nuova emissione del valore nominale di 0,04 franchi svizzeri ciascuna.
“Questo voto conferma la fiducia nella nostra strategia. E segna un passo importante nella costruzione di una nuova Credit Suisse”, ha commentato Axel P. Lehmann, presidente del Consiglio di amministrazione dell’istituto. “A nome del board, desidero ringraziare i nostri azionisti per quest’approvazione, che rafforza la nostra volontà collettiva di realizzare ed eseguire il nostro piano strategico. Vogliamo ricostruire Credit Suisse come una banca forte ed efficiente con fondamenta solide, una forte gestione del rischio e una proposta convincente per clienti e dipendenti, creando valore sostenibile e ripristinando la fiducia”.