Stando a una recente analisi di Vasundhara Sawalka, equity research analyst di Zacks Investment Research, ChatGpt ha scatenato una gara di intelligenza artificiale tra i maggiori operatori tecnologici al mondo
Alibaba ha annunciato l’arrivo di Tongyi Qianwen, chatbot in grado di sfruttare l’intelligenza artificiale generativa per scrivere messaggi, pianificare itinerari di viaggio e fornire consigli d’acquisto
La Cyberspace Administration of China ha appena pubblicato la bozza di una nuova regolamentazione dedicata all’intelligenza artificiale generativa. Attesa l’entrata in vigore entro la fine dell’anno
Mentre OpenAi sospende l’accesso al servizio ChatGpt in Italia dopo lo stop del Garante della privacy, sempre più giganti del tech si uniscono alla carica dei creatori di “cloni” del noto software di intelligenza artificiale. L’ultima notizia riguarda Alibaba, che in occasione del Cloud Summit 2023 ha annunciato l’arrivo di Tongyi Qianwen (letteralmente “verità da mille domande”), chatbot in grado di sfruttare l’intelligenza artificiale generativa per scrivere messaggi, pianificare itinerari di viaggio e fornire consigli d’acquisto.
Intelligenza artificiale: un mercato da 1,5 trilioni
Stando a una recente analisi di Vasundhara Sawalka, equity research analyst di Zacks Investment Research, diffusa sul sito del Nasdaq, ChatGpt ha di fatto scatenato una gara di intelligenza artificiale tra i maggiori operatori tecnologici al mondo, tra cui Alphabet, Meta, Snapchat e Baidu, oltre ad Alibaba. Gli ultimi a scommettere sui chatbot di intelligenza artificiale sono stati appunto due colossi cinesi (Alibaba e Baidu), mentre “la frenesia globale intorno a ChatGpt stimola le scommesse speculative su questa rivoluzionaria tecnologia informatica”, spiega Sawalka. Secondo un rapporto di Precedence Research, il mercato globale dell’intelligenza artificiale dovrebbe infatti registrare un tasso composto di crescita annuale (Cagr) del 38,1% per raggiungere gli 1.590 miliardi di dollari entro il 2030, anche se l’impatto di ChatGpt sul settore resta ancora difficile da prevedere.
Da Alibaba a Baidu: la sfida cinese a ChatGpt
Tongyi Qianwen di Alibaba sarà attiva sia in cinese che in inglese. Per ora il colosso dell’e-commerce non ha fornito una tempistica chiara rispetto al rilascio, ma ha anticipato che il chatbot sbarcherà inizialmente su DingTalk (app di messaggistica utilizzata all’interno dell’azienda), poi su Tmall Genie (fornitore di servizi per smart home) e solo infine sulle altre piattaforme. A batterla sul tempo è stata Baidu, il principale motore di ricerca della Terra del Dragone, che nelle scorse settimane ha presentato il suo “Ernie Bot” (o “Wenxin Yiyan”, in cinese). Si tratta di un software di intelligenza artificiale che Baidu intende integrare nel suo motore di ricerca per poi renderlo disponibile anche ai suoi partner commerciali. Come dichiarato dal co-fondatore e ceo Robin Li in occasione del lancio in conferenza stampa, più di 650 aziende hanno già mostrato interesse nei confronti del bot. Sempre in Cina, il marketplace JD.com sta lavorando al suo ChatJd: una “versione industriale” di ChatGpt, precisa la società in una nota, dedicata alla vendita al dettaglio e all’analisi finanziaria.
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A sfidare ChatGpt, dall’altra parte dell’Oceano, è invece Meta. “Oggi rilasciamo un nuovo modello di linguaggio artificiale di ultima generazione chiamato LLaMA (abbreviazione di Large Language Model Meta AI, ndr) progettato per aiutare i ricercatori a far avanzare il loro lavoro”, scriveva Mark Zuckerberg dal suo account Facebook lo scorso febbraio. “Gli LLM (Large Language Models, modelli di intelligenza artificiale che utilizzano algoritmi di deep learning per elaborare e comprendere il linguaggio naturale, ndr) si sono dimostrati molto promettenti nel generare testo, intrattenere conversazioni, riassumere materiale scritto e compiti più complicati come risolvere teoremi di matematica. Renderemo il nostro nuovo modello disponibile alla comunità di ricerca sull’intelligenza artificiale”, aveva aggiunto. L’azienda sta iniziando a testare strumenti di intelligenza artificiale basati sul testo di WhatsApp e Messenger, ricorda Sawalka; e potrebbe presto offrire queste funzionalità alle aziende in settori come la vendita o l’assistenza ai clienti.
C’è poi Google con Bard, il servizio di intelligenza artificiale volto a migliorare la qualità delle sue risposte attraverso un aumento degli scambi con gli utenti. In fase di sviluppo da due anni, attualmente è accessibile solo negli Stati Uniti e nel Regno Unito. “Abbiamo imparato molto testando Bard e il prossimo passo importante per migliorarlo è ottenere il feedback di più persone”, avevano scritto i vicepresidenti di Google Sissie Hsiao e Eli Collins in un post sul sito web del gruppo. “Più persone lo usano, più gli LLM sono in grado di prevedere quali risposte possono essere utili. Bard è qui per aiutare le persone ad aumentare la loro produttività, accelerare le loro idee e alimentare la loro curiosità”. Chiude il cerchio Snapchat, che ha lanciato My Ai, chatbot dedicato agli abbonati al servizio Snapchat+.
Cina: in arrivo nuove regole sull’intelligenza artificiale
Intanto, la Cyberspace Administration of China – regolatore e censore nazionale di Internet della Repubblica popolare cinese – ha appena pubblicato la bozza di una nuova regolamentazione dedicata all’intelligenza artificiale generativa. Secondo il documento visionato da Cnbc, i contenuti che i servizi di intelligenza artificiale generativa possono generare dovranno riflettere i valori fondamentali del socialismo e non dovranno sovvertire il potere dello Stato. Inoltre, le aziende dovranno garantire che i dati utilizzati per “addestrare” tali modelli di intelligenza artificiale non discriminino le persone in base a fattori quali l’etnia, la razza e il sesso; e non devono generare informazioni false. Il nuovo pacchetto normativo dovrebbe entrare in vigore entro la fine dell’anno.